giovedì 25 agosto 2016

LA FUERZA DEL DESTINO - IL GRANDE FINALE (Da 91 a 101)



Mi sento tradita; lo ammetto candidamente. Ero decisa a finire la storia perché arrivata ormai così avanti sarebbe stato ingiusto esprimere un giudizio a metà, ma la verità è che il Messico, dal punto di vista delle telenovelas, è precipitato in un abisso di banalità sconvolgenti che mi fanno rimpiangere vecchi prodotti scritti con bravura, interpretati con passione, di una bellezza unica. Eppure LA FUERZA DEL DESTINO è frutto di una penna che io ho amato fin da bambina.



Davanti all'ultima parte della storia, mentre i personaggi piangevano per la morte di questo o quell'altro personaggio, per la redenzione ed il riscatto dei malvagi, io piangevo per la mia perdita, chiedendomi "Che fine ha fatto Maria Zarattini? Chi si è impossessato di lei? Perché mi hai fatto questo?"



Dovendo commentare gli ultimi concitati episodi, devo indicare che la piccola Perla alla fine era figlia di Saul, la cui violenza viene ricordata grazie all'abile terapia di ipnosi. Dopo aver avanzato l'orripilante idea di un matrimonio riparatore ("Chi vorrebbe mai una donna violentata?" è la riflessione allucinante di alcuni personaggi che vengo direttamente dal medioevo), alla fine Lucia tentenna nell' accettare Ivan, mentre Camilo sembra curarsi pian piano dalla follia assoluta che lo aveva travolto facendone uno psicolabile.



Resta il problema Maripaz, che alla fine decide di eliminarsi da sola. Volendo dimostrare di essere più buona di Lucia e conquistarsi così il cuore di Alex (di cui non le era importato niente fino alla fine della storia), quando si scopre che Lucrecia è affetta da una malattia ai reni (ovviamente bisogna creare l'espediente per la redenzione del personaggio), la ragazza si propone per il trapianto, non per un vero interesse, ma solo per strappare il primato di buona della storia. Lucrecia si salva, ma Maripaz muore togliendo il disturbo.




Mentre Ivan e Lucia si riavvicinano, ci sono cattivi che tramano, mentre Antolin si sposa con la lagnosa Carolina, che alla fine sembra darsi quasi una regolata. L'unico merito di questo personaggio fastidioso è quello di aver aperto la strada ad una vita più onesta per il ragazzo, che comunque non perde la sua pericolosità, anche se decide di rigare dritto, seguendo anche il fratello che adesso è a casa del Consorzio dei proprietari terrieri.




Lucrecia torna a casa addolcita dalla tragedia, ma intanto per chiudere la storia ci regalano l'ennesima ovvietà, che c'è praticamente in tutte le telenovelas più scontate degli ultimi tempi, ovvero il rapimento del bambino. Alex viene sequestrato dal Gordo, travestito da clown.



La polizia (sempre inutile in questi prodotti) cerca inutilmente di riscattare il bambino. Ivan decide di pagare il riscatto chiesto e si reca con i milioni in una borsa all'appuntamento fissato tra i boschi dai rapitori. Ignora che a seguirlo per difenderlo c'è Camilo.



A risolvere la situazione comunque ci pensa Antolin, sicuro che dietro il rapimento debba esserci il Gordo e ovviamente Saul. Meglio di un detective, rintraccia una vecchia proprietà di famiglia del rapitore e si reca lì in compagnia di Tony e dell'inseparabile Bruno. Alex viene liberato e Antolin spara a Saul nelle gambe, vendicando tutti i suoi soprusi.



Intanto il nostro pseudo-eroe incontra il Gordo in una zona di campagna. Questi decide che tra rapimento ed omicidio in Messico non passi grande differenza (o almeno secondo la santa legge delle telenovelas) e quindi lo spara senza ragione. Camilo interviene uccidendolo, ma un complice del Gordo lo spara alla schiena. I due vengono lasciati ad agonizzare l'uno sull'altra.



Mentre tutto il mondo li cerca, i due vengono riscattati da un'indigena interpretata dalla famosa regista Monica Miguel. Malvagiamente ci viene regalata questa chicca, solo per ricordarmi che il Messico è capace di raccontare grandi storie (ALBORADA, AMOR REAL, PASION, persino SORTILEGIO), ma sfortunatamente non è questo il caso.



I due vengono curati dalla donna, che li porta nel suo capanno dove vive con i suoi due figli. Nel frattempo Tony, Antolin, Lucia e Benito estendono le ricerche in tutta l'aria, fino a che non ritrovano i due. Ivan si salva, mentre ci viene fatto credere che Camilo non ce la farà. Si tratta solo di un tentativo di colpo di scena, perché durante il matrimonio, in chiesa, ad accogliere lo sposo c'è proprio l'amico, che sembra ormai essersi rassegnato a perdere Lucia.



Le nozze chiudono la telenovela. Tutte le coppie felici festeggiano l'amore, Tony e Carlota sembrano voler portare un passo avanti la loro amicizia, persino Camilo ha incontrato l'amore. Juan Jaime Mondragon è stato punito con la solitudine, per via degli errori nei confronti dei figli, di cui sembra essere diventato consapevole all'improvviso, e Lucrecia si è trasformata nella nonna perfetta.




Era ovvio che dovesse finire in questo modo ed il problema non è stato nemmeno il finale. Storia banale, piena di assurdi colpi di scena che sgretolano tutta la compattezza narrativa. Gli attori non sono male, ma vengono umiliati dal dover dare vita a personaggi che si muovono in situazioni assurde che cercano la lacrima facile e che non sono in grado di muovere corde più profonde e sincere.




A un certo punto mi sembrava di essere precipitata in una delle telenovelas interpretate dal mitico Rogelio De La Vega (il padre di Jane nella serie televisiva americana) con tanto di tramonto finto, di padre che si rivelano all'improvviso, di figli perduti e ritrovati, tutto visto in una chiave comica. Peccato davvero, perché io sono un'amante di queste storie (almeno di quelle fatte bene) e dopo LA ESCLAVA BLANCA speravo di essermi riconciliata con questi prodotti. Per sfortuna il Messico ancora non si è ripreso.  Non ci resta che rimpiangere il passato.

2 commenti:

  1. Ciao Liberty, potresti provare la telenovela colombiana Azúcar, conclusasi da poco, con una lunga e appassionante saga famigliare che coinvolge tre generazioni...

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  2. Ciao Colo, grazie per il suggerimento. Sicuramente darà una "sbirciata". La Colombia poche volte mi delude. Ho amato molto il Messico, ma negli ultimi tempo faccio fatica a trovare un prodotto che mi piaccia dall'inizio alla fine.

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