sabato 3 settembre 2016

LA TENTATRICE di Mary Balogh

Il quarto volume della saga dedicata all'affascinante famiglia Bedwyn è dedicato alla più piccola del gruppo, Morgan, che avevamo ovviamente già incontrato nel libri precedenti, ormai all'alba del suo debutto, piena di potenzialità per affascinare chiunque la incontrasse sul sofisticato mercato del matrimonio. La storia però inizia presentandoci il punto di vista di un altro personaggio, come praticamente è capitato per tutte le altre vicende.

L'Europa è precipitata nuovamente nell'incubo corso e venti di guerra sembrano sul punto di soffiare. Il cuore del mondo (o di una sua buona parte) è concentrato a Bruxelles, dove gli eserciti alleati temono l'arrivo di quello francese. La vita prima della battaglia è un fermento di balli e mondanità. Durante una serata gli occhi del fascinoso conte Gervase Ashford si fermano sull'anima della festa, una giovane debuttante che sembra polarizzare l'attenzione di tutti i presenti, ovvero Morgan Bedwyn.

Gervase decide di conquistare la ragazza nel momento in cui scopre la sua identità, in quanto la giovane è la sorella minore del suo più grande nemico, ovvero il Duca di Bewcastle, responsabile, nove anni prima, del suo esilio dall'Inghilterra. Gervase pensa che il destino gli stia offrendo su un piatto d'argento la possibilità di rivalsa, senza sapere che Morgan è ben lungi dall'essere la ragazzina affascinata dalle divise e dall'alone eroico che riveste tutti i soldati.

Morgan è nata e cresciuta in una famiglia che l'ha spinta a pensare e a realizzare se stessa al di là della gabbia delle convenzioni sociali. Da sempre dotata di una forte spiritualità e di una dimensione artistica tutta sua, l'idea del debutto l'aveva fortemente annoiata e solo l'idea di andare a Bruxelles, affidata alla sorveglianza di una baronessa e della sua famiglia, l'aveva spinta a partire, desiderosa di vivere nel cuore dell'azione.

L'incontro tra Morgan e Gervase avviene sotto l'insegna della galanteria e del gioco ed i due finiscono per stimolarsi in conversazioni vivaci ed in un corteggiamento superficiale che non sembra destinato a portare a nulla di serio, fino a quando la guerra non arriva, travolgendo il mondo completamente.

Perse le tracce di Alleyne, il fratello che l'ha accompagnata e che lavora per la diplomazia di Sir Charles Stuart, Morgan, legata fortemente a tutti i membri della sua famiglia, si rifiuta di partire e mettersi in salvo con la famiglia a cui è stata affidata e rimane in città, scortata e protetta dallo stesso Gervase, che si assume anche l'incarico di cercare il fratello di cui si sono perse le tracce.

L'uomo superficiale e libertino che la giovane aveva incontrato rivela una natura profonda ed attenta, anche perché Gervase si è reso conto dell'ingiustizia delle sue intenzioni, in quanto Morgan, malgrado la giovane età, è una persona intelligente, sensibile, pronta al bene e al prossimo, l'ultima persona che lui sarebbe in grado di ferire.

Quando le speranze di ritrovare Alleyne naufragano definitivamente, e la reputazione della giovane è ormai compromessa, per essere rimasta in una città in guerra, con accanto uno dei libertini più famosi d'Europa, Morgan decide di tornare in Inghilterra per portare la notizia tragica della scomparsa di Alleyne, ma anche per affrontare le conseguenze delle sue azioni.

Ormai Gervase si è reso conto di essersi innamorato della giovane donna che prima voleva utilizzare come strumento di vendetta, ma quando incontrerà nuovamente Bewcastle i fantasmi del passato torneranno con prepotenza ad invadere la sua esistenza e a compromettere le sue possibilità di felicità, anche perché Morgan non ne vuole sapere di sposarlo per salvare il suo onore e quando scoprirà di essere stata solo uno strumento della vendetta di Gervase nei confronti delle ingiustizie del passato, la sua rivincita non mancherà di arguzia e di talento.

Il romanzo è assolutamente delizioso, soprattutto nella parte iniziale, dove un contesto storico vibrante e pieno di emozioni ci regala un piccolo gioiello da incorniciare, mentre arricchiamo il quadro di questa singolare famiglia che abbiamo pian piano imparato ad amare. Il dolore sincero del gelido Bewcastle, che piange da solo nel suo studio, quando pensa che nessuno possa vederlo, ci dona una nuova sfumatura del gelido duca, mentre gli altri membri della famiglia non perdono smalto malgrado il matrimonio ed i figli.

Certo la storia perde ritmo soprattutto nella parte finale, quando ci ripropone il solito schema ormai decisamente abusato del fidanzamento fittizio o provvisorio, che dovrebbe avere come fine quello poi di spezzare il cuore di Gervase. Il fatto che già la Balogh abbia usato quest'espediente lo rende alquanto noioso, ma sicuramente la prima parte a Bruxelles è emozionante, come tutto il ritorno al Londra, al punto tale da riscattare anche ingenuità decisamente fuori contesto storico.

Qualcuno mi spieghi come è possibile che una ragazza (per quanto possa essere uno spirito libero ed indipendente in una società come quella dei primi dell'Ottocento) si lasci sedurre da un uomo e poi si senta quasi oltraggiata dalla richiesta di lui di salvare il suo onore. Per quanto i Bedwyn siano una famiglia decisamente atipica, i vincoli sociali che tutti loro hanno, renderebbero questa situazione o rivendicazione femminista alquanto anacronistica.

La bellezza, comunque, di certe situazioni ci rende indulgenti di cuore e perdoniamo alla Balogh anche certe ingenuità frutto di una sensibilità alquanto moderna e ad una superficialità di lettura di certe situazioni storiche. La mia convinzione è che si può scrivere un romanzo storico appassionante anche descrivendo una mentalità e dei personaggi che risentono e soffrono di quelli che erano i limiti dell'epoca in cui vivevano. A parte questo, anche il quarto capitolo della saga merita di essere letto, mentre si prepara la strada al vivace Alleyne travolto dal corso della storia.

voto: 7 1/2


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