domenica 22 luglio 2018

THE GOOD DOCTOR (Stati Uniti - 2017)


L'estate è la stagione degli esperimenti, almeno dal punto di vista televisivo, e almeno per il solo mese di luglio. Ad agosto precipiteremo nelle repliche delle repliche e non mi stupirei che da qualche parte riesumassero persino LA SIGNORA IN GIALLO che ha scandito tutte le mie estati da quando sono nata ad oggi.


RAI 1, martedì scorso, ha lanciato una serie televisiva americana, concedendosi il lusso di un telefilm che di sua natura sarebbe stato relegato sulla seconda rete della TV ammiraglia, ma, essendo estate, si è concessa questa variazione, forte anche del fatto che THE GOOD DOCTOR è una serie che in America ha infranto tutti i record di ascolti e si è guadagnata un pubblico fedele.


La scia è quella del medical drama, alla Dottor House, per intenderci, di cui David Shore, creatore della serie, condivideva la paternità insieme a Paul Attanasio. E in qualche modo l'analisi investigativa applicata al disturbo rilevato nel paziente della puntata ce lo ricorda fortemente, anche se le personalità di House e di Shaun Murphy lì finiscono.


La storia infatti racconta le vicende di un giovane laureato in medicina molto particolare. Shaun, infatti, soffre di disturbi combinati. Non è solo lievemente autistico, ma ha anche una sindrome, la Sindrome del Savant, che permette ad un soggetto, affetto da una serie di ritardi cognitivi, di sviluppare un particolare talento in un ambito specifico, che qui si rivela la medicina.



Shaun, che viene da Wyoming dove ha vissuto un’infanzia travagliata, di cui scopriamo pian piano, attraverso vari flashback momenti toccanti (in modo particolare quelli con il fratello più piccolo che si prendeva cura di lui), viene proposto come tirocinante al San Jose St. Bonaventure Hospital, ma prima di poter essere accettato, dovrà superare la diffidenza ed i pregiudizi di molti suoi colleghi.



La storia, raccontata con dinamismo, e ben interpretata dal giovane Freddie Highmore, già noto al grande pubblico con titoli come Neverland - Un sogno per la vita e La fabbrica del cioccolato, ha la capacità di prendere l'attenzione del pubblico, che entra in empatia con il protagonista, lasciandosi trascinare attraverso i dubbi e lo scetticismo che lo circonda, spingendoti fino al finale che permetterà la risoluzione del caso e l'inevitabile trionfo delle sue capacità sui soliti pregiudizi che ne fanno un emarginato.


La scelta della RAI è risultata vincente, con notevoli ascolti da parte del pubblico e la possibilità di di vivere un'estate con qualcosa di diverso, dal punto di vista televisivo. Una boccata d'ossigeno nella moria generale.


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