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venerdì 9 maggio 2025

HERCAI - Nell'ombra (63)


Aslan, la buonanima come direbbero dalle mie parti, aveva portato con sé, quando era arrivato in città un libro che doveva in qualche modo simboleggiare il suo operato, ma che si potrebbe estendere in questa fase a quelli che vedo come i nemici principali di questo momento: "Lavorare nell'ombra", perché ognuno di loro, in qualche modo, finge una bontà che è solo una facciata e che copre le loro vere intenzioni.


 

Prendiamo l'esempio di Dilsah, che pur nella sua folle logica appare comunque comprensibile nel suo odio per Azize che ha distrutto la sua vita. Dilsah finge di essere una madre tenera e una suocera preoccupata per il benessere della propria nuora, ma alle spalle della figlia Azra e di Miran, punge continuamente Reyyan, senza considerare la sua condizione e quello che sta passando.


 

Così durante il matrimonio, ne approfitta per dirle che quando lei non ci sarà più farà in modo che Azra e Miran si sposino per il bene di Umut e poi cerca di favorire tutti i momenti in cui i due possono stare da soli, come quando li coinvolge, alle spalle di Reyyan, per l'arredamento della stanza del bambino, sottraendo alla donna la possibilità di vivere questo momento con il marito.


 

A onor del vero, Azra non sembra minimamente interessata a Miran, presa dalla sua lotta contro Fusun, la donna che ha scoperto essere sua madre, ma che sospetta possa avere una natura decisamente pericolosa. Durante poi le sue indagini sulla malattia di Reyyan, scopre da un confronto con il primario, che la donna ha subito un aborto inseguito a un avvelenamento che potrebbe essere alla base della malattia che ha compromesso la sua gravidanza.


 

Quando si confronta con Reyyan, quest'ultima, con una certa riluttanza, le conferma che aspettava due gemelli e che in seguito a un avvelenamento ne ha perso uno. Solo sotto sua insistenza, confessa che la responsabile è Fusun e che ha taciuto la verità per non alimentare la guerra. 


 

Questa notizia sconvolge Azra, che affronta Azize in strada, davanti alla Villa degli Sadoglu. La sente Zehra che scopre quindi la responsabilità della donna e la notizia si diffonde a macchia d'olio, arrivando anche a Cihan, che è furioso con Miran e Reyyan perché hanno facilitato la fuga di Gonul e di Azat.


 

Intanto opera nell'ombra sicuramente anche Fusun, che si era finta amica degli Sadoglu, ma a cui interessa soltanto la sua guerra contro Azize e il potere degli Aslanbey. La sua unica preoccupazione è che Azra possa scoprire le sue azioni e decidere di troncare con lei.


 

Nell'ombra però opera anche Firat, che ormai sappiamo non essere stato accecato dalla sete di potere, ma essere spinto da Azize come infiltrato nella grande mansione degli Aslanbey. Soffrendo per la lontananza da Miran, e per il fatto che l'uomo lo creda un traditore, cerca però di mantenersi fedele all'accordo con quella che considera sua nonna.


 

Sposa la bella Zeynep e poi si reca nella grande Mansione annunciando che il padrone è arrivato e che da questo momento vivranno insieme a tutti loro, suscitando il turbamento di Yaren, che subisce una strana attrazione nei confronti dell'uomo che un tempo ha usato e adesso rifiutato.


 

Ma quello che ci colpisce sicuramente, come al solito, è il finale in cui Reyyan ha organizzato una cena di buon compleanno per Miran, memore che gli aveva promesso che avrebbero festeggiato, per la prima volta, insieme, ma che questo avverrà tra tre mesi, quando la nascita di Umut potrebbe determinare la sua assenza.


 

Miran è felice del pensiero, ma preoccupato da questa strana malinconia di Reyyan. Cihan, che spia la coppia dalla terrazza della Mansione Sadoglu, ne approfitta per rivelare a Miran, come per caso, la colpa di Fusun nell'avvelenamento della moglie. A quel punto, accesosi come un fiammifero, Miran corre verso l'auto, deciso ad affrontare la donna e Reyyan, disperata, lo prega di non fare niente perché il loro bambino avrà bisogno di un padre, visto che non avrà una madre su sui contare, lanciando la bamba che rischia di mandare in frantumi il nostro turbato eroe!

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