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venerdì 13 giugno 2025

Adim Farah - Ogni uccello vola verso la sua specie (5)


Il rapporto tra Farah e Tahir si consolida sempre di più, contro qualsiasi aspettativa e premessa e ci viene da chiedere se la specie a cui allude il titolo non sia davvero la stessa, oltre qualsiasi logica, che accomuna una donna che ha scelto come professione quella di curare il prossimo e quella di un assassino che ha mostrato, stranamente, una certa propensione all'altro. Basti pensare al modo in cui Tahir interagisce con il piccolo Kerim, che gli si affeziona sempre di più, come dimostra l'abbraccio e il sorriso con cui accolgono il gigante vestito di nero che lo raggiunge in ospedale.


 

Davanti alla acquario, dove nuotano silenziosi tanti pesci, Kerim identifica subito Tahir con il pesce nero, più grosso degli altri, da cui tutti si tengono lontano, anche se, come sottolinea Farah, è solo un atteggiamento che serve a spaventare il prossimo come forma di difesa.


 

I dottori annunciano a Farah che hanno trovato un donatore per Kerim e la prospettiva di una cura per il ragazzino diventa sempre più concreta, legando la vita di Farah a quella di un criminale, ma la progressione con cui la donna si lascia avvolgere da questi pericolosi legami è molto credibile.

 

 

Tahir decide di portarli a casa sua, dove avrà maggiore possibilità di difenderli, ma quando si stanno recando a casa di Farah, per recuperare le sue cose, la donna viene presa da alcuni agenti dell'immigrazione, praticamente sotto il naso di Tahir e del piccolo Kerim.


 

È stato il commissario Mehmet che, deciso a costringerla a parlare e a confessare, ricorre a qualsiasi metodo di persuasione, anche quello crudele di separare una madre dal povero figlio malato. Farah, disperata, affida il bambino proprio a Tahir, mentre prega e scongiura i poliziotti di lasciarla andare.


 

Con lei, e attraverso i suoi occhi vediamo il dramma degli immigrati a cui vengono spezzate tutte le speranze, messi su di un pullman e rimandati verso il confine. Tahir chiama Bade, l'avvocatessa agguerrita della famiglia Akinci, e la donna corre da lui per aiutare Farah.


 

L'arrivo dell'uomo, che blocca il pullman, e che appare come un vero salvatore rafforza la sensazione di come ormai loro due appaiano come fatti della stessa materia, anche se ad agevolare il ritorno di Farah da suo figlio è anche Vera e Orhan, il padre del commissario, legato segretamente alla famiglia Akinci.


 

Il ritorno di Farah da suo figlio è commovente, mentre osserviamo come il laccio che la unisce a Tahir diventi sempre più stretto, anche se, una volta portata nella lussuosa e modernissima tana di quest'uomo pericoloso e solitario, che però ha fatto allestire una stanza adatta al piccolo Kerim, cominciamo a temere che qualcosa possa alternare questo equilibrio.


 

Tahir, infatti, comincia a sospettare di Farah e dei suoi legami con il commissario. Parlando con Yasemin, che ancora pende dalle sue labbra, riesce a scoprire che la donna ha confessato all'uomo di polizia che la donna della foto è Farah. A questo punto, sicuro che Farah gli stia nascondendo qualcosa, usa le telecamere che ci sono in casa per spiarla.


 

Così sorprende una conversazione telefonica tra lei e il commissario, dove appare evidente che l'uomo la stia ricattando, ma soprattutto coglie l'intenzione di Farah di confessare sull'omicidio di cui è stata testimone e sul cui silenzio Tahir si è giocato tutto il suo destino. A questo punto cosa succederà? Spero di scoprirlo presto. 


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