Quando si inizia una nuova serie, si impiega qualche episodio per scivolare in quel mondo, per conoscere i suoi abitanti e per simpatizzare con qualcuno. Anche se il ricordo di KARA PARA ASK è abbastanza fresco nella mia mente e nel mio cuore, devo dire che SEFERIN KIZI sta piano piano cominciando a farsi sentire, soprattutto i due personaggi centrali: Sancar e Nare, come anche la piccola Melek che occupa un posto centrale nella storia.
Sancar è un personaggio complicato, lontano dal protagonista eroe che subito si ama, o quello negativo che si odia ma si spera si redima. Certo c'è anche questa componente, ma quello che colpisce è il doppio registro che lo caratterizza, perché fondamentalmente lui non è stato capace di credere nella donna amata, al di là delle parole professate.
Nei suoi ricordi Sancar rammenta una storia d'amore assoluta e limpida, dove lui è stato tradito con la scoperta la notte delle nozze. Questo lo ha riempito di risentimento, rabbia che, anche a distanza di quasi nove anni, non è riuscito a superare e quando rivede Nare, tutto questo dolore esplode con la violenza di un vulcano in eruzione. Tutte le scene in cui i due interagiscono infatti, sono un esplosione di dolore assoluto.
Il registro cambia quando si ritrova solo con la piccola Melek. L'arrivo di sua figlia nella sua vita lo apre a un sentimento nuovo, a una dolcezza che non sembra appartenere a questo Sancar, ma forse al giovane pescatore di cui era innamorata Nare. Melek, infatti, pur partendo con l'idea di voler odiare questo padre che dovrebbe accoglierla nella sua vita, dopo anni di abbandono, piano piano lo comincia a guardare con una certa curiosità.
Notiamo come tenga la sua mano durante la festa organizzata alla villa e di come sia l'unico, a parte la zia Zehra, con cui interagisce veramente. Sancar, che non sembra per niente interessato alla giovane moglie con cui si è appena sposato, preferisce dormire appoggiato alla porta della camera di sua figlia, piuttosto che nel talamo nuziale e il legame che piano piano si sta costruendo con la piccola Melek è intenso e bello da vedere.
Dall'altro lato però c'è Nare, donna disperata, che viene da una vita di soprusi e prevaricazioni, con suo padre e il fratellastro Akin che l'hanno torturata per anni e che si è aggrappata a Melek come sua unica fonte di gioia. Si capisce il suo risentimento per Sancar, che non l'ha amata abbastanza da credere alla sua parola, ma la sua decisione di riprendersi Melek, quando scopre che Akin non è morto e quindi è sicura che la polizia non la stia cercando, apre ancora di più il baratro che la divide da Sancar.
L'uomo, dopo essere corso da lei, terrorizzato dal pensiero che possa davvero farsi del male, adesso rifiuta categorico l'idea di dovergli restituire Melek. Adesso che sa della sua esistenza, non può accettare di restituirla e a questo punto, Nare, decisa a riprendere la sua unica fonte di gioia, decide di organizzare un piano per fuggire da Bodrum e dalla Turchia per nascondersi in America.
A scoprire il suo piano è Gediz, amico di Sancar, ma sempre più vittima del fascino della bellissima figlia dell'ambasciatore. Pur non confessando nulla all'amico, cerca di persuadere Nare a non farlo e si nega ad aiutarla, ma una notte, Nare lascia la casa di Gediz per andare davanti alla villa di Sancar, dopo aver comunicato alla bambina la sua intenzione di farla fuggire.
Melek riesce a lasciare la casa grazie a Menekşe, la giovane moglie di Sancar, che odia lei e sua madre e vuole facilitare la loro fuga. A bloccarle però è il cavallo Gece, quello di Nare, che Sancar ha comprato e tenuto per sé. Nare lo riconosce e rallenta la sua fuga e questo permette a Sancar di ritrovarle. Ma mentre i due litigano davanti alla casa per la bambina contesa, arrivano le auto della polizia con a bordo l'ambasciatore, ovvero il padre di Nare, venuto a sottrarre Melek a entrambi, intenzionato a portarla via con sé. Come si suol dire, tra i due litiganti il terzo gode!
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