sabato 13 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Il nemico in casa (10)


 Chi è davvero Kerim? È una cosa che Fatmagul non si chiede, accecata dal dolore per quello che le è successo. Lei non vuole vedere davvero l'uomo che è stata costretta a sposare, vuole solo che lui sparisca, ma che lo faccia senza lasciare altre cicatrici, come quella di un possibile scontro con Mustafa che potrebbe rovinare la vita all'uomo che lei ha amato profondamente, nella sua vita precedente. Così, quando Kerim scompare, mandando in ansia tutta la famiglia, Meryem piange ricordando il bambino che ha cresciuto ed amato, mentre Fatmagul sente il bisogno di spiegarle che lei non vede quell'uomo, ma che per lei lui è solo uno dei suoi nemici.


Eppure c'è qualcosa dentro di lei che pian piano la induce almeno a sollevare gli occhi e guardarlo, mentre prima faceva di tutto per non metterlo a fuoco, per schivarlo. Adesso che Kerim, dopo la nottata passata fuori nel tentativo di liberarsi dai nuovi problemi che i suoi ex amici gli hanno portato, ha scoperto la verità su quella terribile notte, lui cerca di parlarle, di dirle che non è così colpevole come lei crede, convinto che questo, in qualche modo possa riscattarlo agli occhi di lei.


Fatmagul si rifiuta, scappa ogni volta che può, tira su il solito muro che deve separarla da lui, anche se, piano piano, nello loro convivenza quotidiana, qualcosa li avvicina, anche contro la sua stessa volontà, perché, rimasti soli nella grande casa che pian piano sta assumendo una dimensione più umana, con Meryem e Mukkades che sono partite per il paese, per recuperare quello che hanno lasciato, le loro giornate si stabiliscono su un rituale quasi fisso, fatto di tentativi di fuga di Fatmagul e di tentativi di avvicinamento di Kerim, che vuole solo rivelarle la sua innocenza.


Quando Rahmi si perde, quando il nipotino si ferisce, Kerim è sempre presente, come una roccia, e piano piano comincia a legare con le altre persone della casa. Il fratello gli si affeziona, tanto da cercare di convincerlo a restare, e anche il nipotino gli si lega, al punto da giocare con lui e fargli vedere le sue fotografie. Proprio tra queste, gli occhi di Kerim finiranno su quelle del fidanzamento di Fatmagul, in quella vita precedente che lui ha aiutato a strappare via.


Fatmagul si arrabbia, gliele strappa dalle mani e Kerim tace, accettando il suo disprezzo, la solitudine del capanno, le sue occhiate infuocate, fino a quando una sera, poco prima di andare a ritirare il passaporto che gli permetterà finalmente di partire e mettere distanza, esasperato dalla chiusura di lei, approfittando del fatto che si trova sulla barca a giocare con Murat, arriva tempestoso.


Ci si aspetterebbe tatto e premura, ma lui è arrivato al limite. Non vuole spaventarla, ma non può più tacere, quindi rimette Murat sulla terra ferma e costringe Fatmagul a seguirlo in mezzo al mare dove, davanti al Palazzo Dolmabahçe, questa costruzione bianca, impressionante, illuminata nel buio della notte, la costringe ad ascoltare le sue parole.


Lui ammette le sue colpe, di averle impedito di fuggire, di essere stato insieme agli altri che l'hanno aggredita, di averlo permesso, senza fare niente per salvarla, ma lui non l'ha toccata, non ha fatto niente quella terribile notte. E Fatmagul, che sempre ha taciuto, tenendo il dolore rinchiuso ferocemente dentro di lei, circondata da persone che non sapevano ascoltare, lascia uscire tutto il suo furore per la vita rovinata, per i sogni infranti, per l'oscurità in cui è sprofondata, e anche se continua a respingere Kerim, questo momento di contatto tra due mondi, due dolori, per la prima volta anche verbali avvicinano questi due personaggi come non mai. Assolutamente un momento clou da ricordare!

venerdì 12 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Un filo di speranza (9)

 


Il desiderio di fuga di Kerim è quello che ancora scandisce la storia in questo momento, lui continua a rimanere, ad aiutare la famiglia di Fatmagul a costruire la loro nuova casa, vivendo nel gelido capanno, affrontando le minacce quotidiane e continuando a proteggere degli amici che hanno rovinato la sua vita, ma nei suoi occhi c'è tutta la disperazione e il bisogno di fuggire lontano, per dimenticare l'orrore di cui si è stati capaci, per cercare di cancellare il dolore per quello che si è provocato e che la vicinanza di Fatmagul gli impedisce di fare, eppure, bastano pochi istanti, una conversazione con il candido Rahmi che il pubblico comincia a sospettare dei sentimenti di Kerim.


In un momento in cui i due sono stranamente vicini, in giardino, alle prese con la sistemazione del portico, che stanno dipingendo d'azzurro, Rahmi ricorda l'infanzia di Fatmagul, del suo bisogno di non essere lasciata sola, soprattutto dopo la morte dei loro genitori e di come lo pregasse di non andare via, di non abbandonarla e Rahmi, con tutto il suo candore, chiede a Kerim, sempre pronto a correre via, come si può abbandonare chi si vuole bene. Gli occhi del ragazzo sembrano esprimere un conflitto che già in parte svela i suoi sentimenti, ancora non razionali.


Intanto tutti lo cercano e non con buone intenzioni. Mustafa, che vaga per la città come un'anima in pena e come una mina vagante, si è procurato una pistola, si è avvicinato ad Asu, la bella ragazza che ha incontrato nel viaggio per Istanbul, ma allo stesso tempo continua a mandare messaggi minatori a Kerim che ha anche cambiato scheda pur di non sentirlo. A cercare Fatmagul e a trovare Kerim è anche Meltem, la fidanzata di Selim, che sospetta che l'articolo di giornale possa essere vero.


Kerim non conferma né racconta la verità, dice solo di essere stato costretto a sposare Fatmagul perché il suo fidanzato l'aveva abbandonata, proteggendo, ancora una volta, i suoi ex amici, anche se verrebbe la voglia di gridare la verità. È anche questo il desiderio di Vural, l'altro tormentato in modo evidente dalla terribile notte che ha sconvolto la loro esistenza. Gli altri due, superata la paura iniziale, sono alle prese con le loro vite. Il più duro sembra Erdogan, adesso interessato a manipolare lo zio Resat, dopo aver scoperto della sua relazione con la vistosa segretaria, mentre Selim è felice di aver ricostruito il rapporto con la fidanzata, pur preoccupati entrambi dalla notizia della presenza di Mustafa in città.


In realtà nessuno pensa a Fatmagul, a quello che ha subito. Erdogan cerca di minimizzare con Vural, che invece è in pieno tormento, sostenendo che non "hanno mica ucciso la ragazza, che lei adesso si è sposata" (come se questo fosse il massimo della realizzazione della vita di una persona!), senza considerare la frattura imposta, il dolore generato, e anche il sacrificio di quello che chiamavano un amico.


Vural, invece, è tormentato anche dal silenzio sul vero coinvolgimento di Kerim e una notte, dopo essere rimasto sconvolto anche dalla scoperta che la madre ha una relazione con un altro uomo, alle spalle del padre, si rifugia sulla barca di Erdogan e lascia un messaggio a Kerim, dove gli rivela che quella notte lui non ha fatto niente. È la frase chiave, quello che in qualche modo restituisce un minimo di speranza e di luce al cuore tormentato del nostro protagonista. "Bu gece hiç bir şey yapmadın" (Quella notte non hai fatto niente!).


Kerim ascolta il messaggio per caso, dopo aver rimesso la scheda nel cellulare pensando di trovare solo i messaggi di minaccia di Mustafa, ma quando sente la voce di Vural, qualcosa in lui si riaccende (E bravissimo Engin nel mostrarlo attraverso lo sguardo, l'espressione). E la chiamata successiva riaccende davvero la speranza e lo induce a correre disperato al porto, pur di parlargli di persona, anche se questo innescherà altri problemi. Ma adesso cosa cambierà nel suo rapporto con Fatmagul? Continuerà a desiderare di fuggire via, anche dopo quello che Meryem gli ha detto, nella conversazione nel capanno, quando ha cercato di convincerlo a rimanere, ad aiutare Fatmagul a sanare le sue ferite, a darle una famiglia quella che lei non ha mai avuto? Forse è ancora presto, ma bisogna vedere che cosa serba il futuro per entrambi.

giovedì 11 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Da solo (8)


Dopo la visione di questo nuovo episodio, continuo a chiedermi dove Kerim trovi la forza di resistere, di non fuggire. Forse è il forte senso del dovere nei confronti di Fatmagul, o forse un sentimento che neanche lui è riuscito bene a mettere a fuoco, ma la sensazione che mi ha trasmesso, vedendolo lottare, da solo, in una famiglia strampalata che il caso ha costruito, è che il vuoto intorno a lui cresce sempre di più.


Relegato in un capanno, dove non ci sono neanche i vetri per proteggerlo dal freddo della notte, minacciato da Mustafa che è riuscito a procurarsi il suo numero e che gli manda messaggi vocali avvelenati, promettendogli morte sicura, disprezzato da Fatmagul che in ogni occasione trova modo di manifestargli il suo odio, è anche perseguitato da Meryem che vuole fargli confessare la verità in tutti i modi.


Braccato, pressato, spiato anche dalla lussuriosa Mukkades che, di notte, cerca di vederlo mentre si fa la doccia, fantasticando su di lui, davvero ci si chiede se è un personaggio che ha una vocazione per la sofferenza e l'espiazione, eppure Kerim riesce a sorprenderci perché sembra quasi una pentola a pressione, pronta ad esplodere, come nel famoso incontro con Fatmagul nel capanno.


Quando la ragazza sente infatti nel cuore della notte il giovane parlare con Meryem e rivelarle le minacce di Mustafa, decide di vincere i suoi timori e di avvicinarlo il giorno dopo per parlargli. Il suo desiderio è che scompaia per sempre e questo lo possiamo ben capire, Fatmagul. Dopo quello che ha subito, dover vivere con lui e vederlo tutti i giorni è l'ennesima violenza che le è stata imposta, ma piano piano lo spettatore finisce per entrare in sintonia con lui, isolato, disprezzato e travolto da un rifiuto che è maggiore della colpa in questo caso, responsabile sì di non aver cercato di difenderla, ma non colpevole come lo crede Fatmagul.


E lui, che dovrebbe in qualche modo chinare il capo, stanco dell'isolamento in cui è finito, desideroso solo di fuggire lontano da tutti loro, dove poter dimenticare quello che è successo, quando Fatmagul lo avvicina nel capanno la sua reazione alla richiesta è sorprendente.


Fatmagul si è aggrappata con la disperazione assoluta al sogno passato di un amore felice, dove lei, in qualche modo, si sente colpevole per aver mentito, o assecondato le bugie, che l'hanno fatta passare per una traditrice, quasi a pensare che è più tollerabile l'idea che lei possa volutamente aver scelto un altro, che essere stata una vittima di un branco di lupi.


Lei pensa ancora a Mustafa, alla loro felicità, a quel matrimonio mancato che l'è stato strappato dal destino e quando scopre che l'uomo sta cercando Kerim, va da lui per chiedergli di andarsene. Non lo fa preoccupata per la sua incolumità, ma perché è sicura che Mustafa lo ucciderà finendo per rovinarsi la vita e lei non vuole che anche lui diventi una vittima, finisca in prigione. E Kerim reagisce esasperato da questa sua attenzione, dicendole quello che pensiamo tutti noi.


Mustafa è solo un egoista che pensa solo al suo onore macchiato, senza mai averle rivolto un sincero pensiero di preoccupazione. Ma nella reazione di Kerim, nelle parole dure che rivolge a Fatmagul, esasperato dal continuo disprezzo che lo circonda, a mio parere emerge anche un sentimento ancora occulto nel suo cuore, mischiato a una rabbia così sincera e naturale che Akyurek rende perfettamente e con potenza in questa scena cruciale. Quando lui la insegue, dopo che lei gli ha augurato di morire, con un bastone che ha afferrato, ci rendiamo conto che anche le creature più pacifiche, spinte dall'esasperazione, potrebbero commettere una follia. A placarlo arriva Rahmi, il pacifico fratello di Fatmagul, che con poche parole chiave lo riporta in sé, ma nel frattempo si vede negli occhi di Kerim tutto il desiderio di fuga e il bisogno di mettere distanza. Dove troverà la forza di restare?

mercoledì 10 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Un difficile inizio (7)


Continuando a guardare questa serie, mi viene da riflettere su come Kerim si sia fatto carico di una bella croce. Qualcuno direbbe meritata, per essere stato un ingenuo, frequentando personaggi superficiali e pericolosi come gli Yasaran, e per aver contribuito alla disgrazia di Fatmagul, ma la verità è che è l'unico, oltra alla vittima, che sta davvero cominciando a pagare. La famiglia di Fatmagul arriva in città e se per la ragazza è una boccata d'aria fresca, anche solo il pensiero di potersi rifugiare da loro, lui si è ritrovato con una cognata che è davvero un peso notevole.


Lui vorrebbe fuggire. I suoi occhi espressivi parlano più della sua bocca e tutte le volte che guarda Fatmagul il senso di colpa lo travolge e sembra pronto a spiccare il volo per cercare aria e poter respirare di nuovo. Non lo fa, anche se vorrebbe, anche se desidera dimenticare e rimanere significa ricordare ogni istante. Fatmagul non gliene lascia scappare una, rifiuta tutti i suoi gesti gentili, gli occhi di lei lanciano fiamme che potrebbero ridurre in cenere uomini più duri di Kerim.


Nel frattempo però la terribile Mukkades cerca di costringerlo a farsi carico di tutti loro. Galip, di cui ancora ignora la morte, ha fornito a Meryem un numero di un suo amico che potrebbe aiutarlo a iniziare una nuova vita in città, aiutarlo a trovare una casa, sistemarsi. Kerim vorrebbe andare da solo, ma Mukkades lo vigila a ogni passo, temendo che si volatilizzi e così tutti raggiungono il tipo che permette loro di trovare un posto dove trasferirsi.


Prima però Kerim scopre, parlando con l'amico di Galip, che l'uomo è morto e disperato chiama Meryem per sapere tutta la storia. Il suo dolore è sincero, ma vissuto in solitudine, come tutto quello che gli sta succedendo, spiato dagli occhi attendi della sua vittima, che si chiede come sia possibile che soffra anche lui.




In realtà non se la passano bene neanche gli altri, tranne forse Selim che è riuscito a convincere la fidanzata reticente della sua estraneità alla faccenda dello stupro avvenuto in paese. La notizia è stata ritirata e il potere della persuasione convince la ragazza a riconciliarsi. L'arrogante Erdogan, invece, che lavora con lo zio, Rasat, padre di Selim, è invaghito, scopriamo, della segretaria dell'uomo, una vistosa bionda che ha una relazione proprio con l'uomo.


Il ragazzo, attento, scopre il segreto dello zio e da questo non credo possa derivare nulla di buono. La moglie, invece, devastata per quello che ha commesso il figlio, cerca di combattere con la depressione, e quello che sta più male di tutti è Vural, schiacciato dal doppio senso di colpa: per quello che ha fatto a Fatmagul e per quello che fatto a Kerim.


Nessuno lo vede, però. I genitori sono troppo presi da se stessi, la madre interessata solo alla sua relazione clandestina con Munir, l'avvocato, invece che pensare alla gravità di quello che il figlio ha commesso. Così, solo, cerca di stordirsi con l'alcol, fino a svenire. Crudo, realistico, anche nella descrizione di queste famiglie benestanti, ma completamente insulse dove i figli vengono ricoperti di beni materiali, ma da nessuna considerazione.


Intanto Kerim, Fatmagul e il resto della famiglia, a cui si è aggiunta anche Meryem, che ha lasciato il paese e la vecchia vita, trovano una casa sulle sponde del mare, malandata e da ristrutturare, ma il luogo ideale che indica in qualche modo anche la loro vita devastata che ha bisogno di essere ristrutturata. Ma il pericolo grande è un altro, l'arrivo in città di Mustafa, apparentemente interessato a ricostruirsi anche lui una vita, ma in realtà con un solo obiettivo, quello di trovare Kerim e vendicarsi.

martedì 9 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Lontano dal paese (6)


Come faranno Fatmagul e Kerim a trovare un punto d'intesa? Al momento sembra davvero impossibile, prigionieri in uno spazio angusto, come la stanza dell'hotel dove si sono sistemati, nessuno dei due riesce ad avanzare, bloccati da un muro che sembra sempre più invalicabile. Kerim vorrebbe aiutare Fatmagul, ma la sua sola presenza provoca nella ragazza rifiuto e violenza. Lui si salva da una sua aggressione, ma finisce per spingerla via in malo modo e lei cade, facendosi male a una caviglia. Sembra che qualsiasi cosa lui faccia sia dannosa per lei.


Situazione difficile quella in cui si è infilato e dalla quale sembra sempre sul punto di fuggire, anche se in questo primo momento è l'unico che è rimasto ad affrontare le conseguenze della terribile notte che ha cambiato la vita di tutti.


Intanto però Galip, il suo socio e datore di lavoro, grazie ai suoi contatti ha fatto pubblicare un articolo in cui si parla dello stupro, associandolo alla famiglia Yasaran. Quando tutti credevano che con le nozze si fosse risolta ogni cosa, ecco che nuovamente la situazione si infiamma. La famiglia della fidanzata di Selim reagisce con rabbia, chiedendo spiegazioni. Ovviamente vengono rifilate le solite bugie che stanno utilizzando tutti, ma il rapporto tra Meltem e il ragazzo si incrina, anche se in lei vedo tutto il potenziale della fidanzata che vuole essere ingannata.


La vita nel paese è diventata quanto mai difficile. Da una parte abbiamo Mustafa, risentito con il mondo intero che aggredisce anche l'avvocato Munir, quando legge l'articolo, rivendicando la verità. Lui ovviamente racconta la solita versione, ma in lui si insinua il sospetto che possa esserci qualcosa di vero nell'articolo. Risentito con il mondo intero, Mustafa decide di giocare le sue carte per prendere le distanze dal paese.


Chiede a Munir di aiutarlo a trovare un posto di lavoro in città, ma il suo avvicinamento al posto dove vivono anche Fatmagul e Kerim non mi sembra per niente buono. Nel frattempo la vendetta sul povero Galip, per aver fatto pubblicare l'articolo, arriva terribile e inesorabile come una mannaia e una notte l'uomo viene travolto da una macchina, morendo tragicamente. Incidente? Omicidio? Mi resta il sospetto.


Meryem, che a sua volta sta soffrendo il boicottaggio del paese, per essere la madre del ragazzo coinvolto nella violenza a Fatmagul, perde anche il suo unico appoggio, ma quando chiama Kerim la donna non ha il coraggio di rivelargli la verità sulla morte del suo mentore.


Nel frattempo a dare un minimo di respiro alla povera Fatmagul arriva la sua famiglia, la cognata, il fratello e il nipote, che a loro volta, una notte, di nascosto al mondo intero se ne sono andati via dal paese che condanna, attacca, non dimentica, lontani da un posto che rende la vita difficile alle persone. 


Fatmagul si trasferisce subito nella loro camera, riprendendo finalmente a dormire e ad avere un minimo di spazio libero. E Kerim, che sembra sempre sul punto di fuggire via, sembra quasi credere di poter finalmente riprendere a respirare, ma la sua è solo un'illusione in quanto Mukkades subito gli ricorda che non è stato sufficiente sposare Fatmagul per pagare il suo debito. Lui deve farsi carico di lei (e di conseguenza di tutti loro), aiutandoli a inserirsi in questo mondo nuovo. Il desiderio di fuga è un sentimento che leggiamo con chiarezza nello sguardo di Kerim, anche se è un personaggio che parla poco tutto lo comunica con gli occhi e con le espressioni. Scelta di Akyurek decisamente azzeccata!

domenica 7 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - In fuga (5)


Man mano che mi inoltro sempre più in profondità nella storia di Fatmagul, mi colpisce sicuramente il personaggio di Kerim, a parte l'empatia inevitabile per la povera Fatmagul. Kerim è un malvagio, suo malgrado, uno dei "quattro nemici", come lo definisce la ragazza nei pochi momenti di interazione tra di loro, che ha accettato di sposarla e sicuramente non l'ha fatto per soldi, ma guidato da un senso di colpa che è lo stesso che gli impedisce di guardarla e di starle troppo vicino.


L'avvocato Munir, la famiglia Yasaran, gli altri tre ragazzi sono sollevati dalla notizia che Kerim non si è sottratto ed è andato fino in fondo alle nozze. In un primo momento né Fatmagul né Kerim vogliono lasciare il paese e trasferirsi a Istanbul, come ha progettato invece Munir, per sradicarli da un posto che è in fermento con la notizia. Disperderli in una città come Istanbul gli sembra il modo migliore per metterli a tacere, ma nessuno dei due sembra intenzionato ad accettare. Kerim rifiuta in un primo momento anche il denaro che l'avvocato gli ha consegnato.


Ma intanto il folle Mustafa ha scoperto che i due sono andati a sposarsi e convinto che l'abbiano ingannato è intenzionato a trovarli e a ucciderli. Quello che però fa precipitare la situazione è l'aggressione a Meryem abla, la madre/sorella di Kerim, la donna che lo ha cresciuto e che, pur condannando le sue azioni, lo ama ancora come un figlio.


La donna viene aggredita da Mustafa che cerca di scoprire dove si trovino e quando Kerim lo scopre è intenzionato a tornare per affrontarlo. Fatmagul, a questo punto, gli parla per la prima volta in modo diretto, supplicandolo di non andare e di portarla a Istanbul. Anche se negli occhi di Kerim cogliamo un filo di speranza, la verità è che Fatmagul parla soprattutto per Mustafa, il fidanzato orgoglioso che, non avendole dato neanche la possibilità di parlare, si sente in diritto di provare rabbia per qualcosa che gli è stato sottratto e Fatmagul, in qualche modo, davvero si sente in colpa nei suoi confronti.


Kerim cede, anche perché è talmente chiaro che farebbe qualunque cosa lei dovesse chiedergli che sospiriamo per lui e non prevediamo giorni facili nella sua vita. Basti pensare al volo che li porta in città, separati più che mai, anche se lui vuole aiutarla. 


Separati da Mukaddes e dal fratello di Fatmagul, Rahmi, i due si ritrovano soli per la prima volta, divisi dal rancore di Fatmagul e da un odio che Kerim sente giustificato. Il modo in cui i loro corpi si muovono nello stesso spazio, pur restando separati, gli sguardi di odio di Fatmagul e quelli di colpa di Kerim fanno emergere tutto il mondo interiore dei due protagonisti, reso benissimo da Engin Akyurek e da Beren Saat.


E il personaggio di Kerim farà esplodere tutta la sua disperazione nell'ultimo confronto con gli ex amici, che lo hanno chiamato su una delle loro barche per capire. Kerim, insofferente, angosciato e schiacciato dal senso di colpa, li respinge, dichiarando di odiare tutti loro, se stesso e la vita terribile che lo aspetta, accanto a una donna che lo guarda con odio, ricordandogli quella terribile sera in cui tutto è cambiato. Peccato che lui non sappia una cosa terribile che Vural rivelerà agli altri due, una volta che Kerim li avrà abbandonati. Lui non è colpevole, non avendo fatto nulla quella sera, se non essere stato presente ed essersi limitato a guardarla. Ovviamente tutti tacciono perché da Kerim dipende il loro futuro.






Ma intanto come farà Kerim a sopravvivere alla colpa e all'odio di Fatmagul? Difficile storia, costruita comunque con un tale ritmo che si resta presi come un pesce nella rete di un pescatore.

sabato 6 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Matrimonio riparatore (4)


Il matrimonio riparatore è qualcosa che, per noi italiani, ci riporta indietro nel tempo di cinquanta, cento anni a una società dove il valore di una donna era rappresentato solo dalla sua verginità che, se persa, indipendentemente se ceduta volontariamente o strappata, finiva per compromettere il suo valore sociale e la sua possibilità di sposarsi. In Fatmagul sembra di trovarsi davanti a quella società, dove non importa il dolore di chi sta attraversando una violenza inaudita, ma solo il fatto che sia stata con altri uomini. 


È così che si comporta Mustafa, l'insopportabile fidanzato, che reagisce con violenza, circondato dalla famiglia, dai colleghi e dagli amici che cercano di placarlo. Il suo apparente dolore non è per niente legato a Fatmagul, che non ha consolato neanche per un secondo, anche prima che la ragazza cedesse alle mille pressioni perché dichiarasse una verità diversa da quello che è successo. Lui è interessato solo all'onore perso, al fatto che la donna che lui voleva come moglie, è stata con un altro e la sua volontà poco conta.


Il mio furore per niente sottile si infiamma per lui più che per Kerim, che, non ricordando niente di quello che è successo, attraversa tutte le fasi del dolore, il senso di colpa, il disprezzo di Meryem, la donna che lo ha cresciuto, il pensiero di essere indegno anche al ricordo di una madre che, suicidatasi per un grande dolore, è stata calunniata dallo stesso paese che adesso non fa che parlare di Fatmagul.


La ragazza, dopo aver provato a togliersi la vita, salvata proprio dall'intervento di Kerim, torna a casa, ma è sottoposta ad altre mille pressioni da parte della cognata, di Munir, l'avvocato dei Yasaran, inviato con lo scopo di convincerla a sposare Kerim, come riparazione per la verginità persa e il matrimonio compromesso con Mustafa.


Kerim viene arrestato e portato dalla polizia. Il ragazzo tace, ma Fatmagul viene portata dai parenti con lo scopo di ritrattare la sua denuncia. Anche Kerim, a questo punto, davanti alla vittima, finisce per cedere e accettare di sposarla, assecondando le richieste degli Yasaran, anche se nei suoi sguardi, nelle sue espressioni quello che sembra toccarlo è soprattutto Fatmagul, ormai nel vortice di una società pronta a stritolare e a condannarla, piuttosto che concentrarsi sui carnefici.


I due partono per la città, dove devono convolare a nozze, due sposi reticenti, sperati da un muro d'odio, quello di Fatmagul per uno dei suoi aggressori e quello del senso di colpa da parte di Kerim. I due neanche si guardano, ma quelle poche volte che i loro sguardi si incrociano, tutto si accende, la tensione è palpabile e il mondo si ferma, almeno per loro. Non ho idea di che relazione potrà uscire fuori, mentre Mustafa scopre che la ragazza sposerà Kerim e, ancora una volta accecato dalla rabbia, vorrebbe raggiungerli e ucciderli, tanto che la sua stessa famiglia lo blocca.


Intanto i figli di papà, ritornati a Istanbul, cercano di riprendere la loro vita. Solo Vural chiama Kerim per ringraziarlo, suscitando solo il fastidio dell'ex amico, che in realtà si è sacrificato più per Fatmagul che per loro. Ma il modo in cui la famiglia sta gestendo tutta la situazione è di un realismo terribile e attuale, spiegandoci come possano allevare lupi, invece che esseri umani.


E Fatmagul e Kerim arrivano davanti al giudice di pace con l'aria di due condannati pronti a subire il patibolo, accentuando il divario tra il loro dolore e il giubilo del mondo intorno che non vede l'ora di chiudere la questione. Ma sarà davvero così?