Fatmagül'ün Suçu Ne? - Un mondo crudele (3)
Che mondo terribile è quello in cui vive Fatmagul? Vorrei credere che è tutto frutto di una fantasia malvagia, ma la verità è che basta fare un salto indietro nel tempo per ritrovare situazioni simili anche qui da noi. Quello che stride è che l'ambientazione è contemporanea, anche se siamo in un piccolo paese nella provincia di Smirne, eppure fa male pensare che, di fronte a una tragedia così grande come quella che è successa a una ragazza, il paese sia più interessato al morboso, al pettegolezzo grezzo che al suo dolore.
Ma come prendersela con il paese, se persino un fidanzato innamorato reagisce nel modo abominevole di Mustafa? E pensare che in tutti i momenti di orrore vissuti da Fatmagul, lei ha pensato a lui come la fonte della sua felicità, il pensiero bello a cui aggrapparsi e invece qual è la reazione del pescatore quando la incontra? Praticamente l'aggredisce rivendicando i nomi di quelli che hanno abusato di lei!
Mukaddes, la cinica cognata, è quella che insiste sul fatto che ormai la sua reputazione è rovinata e che è meglio tacere. È però anche quella che, avendo trovato l'anello di Erdogan sulla scena del crimine, si reca dalla famiglia dei ragazzi, rivendicando una compensazione per quello che è successo. I genitori prima reagiscono negando, poi, davanti alla consapevolezza che è stata coinvolta anche la polizia, si rendono conto che non possono sfuggire e che devono trovare una soluzione.
Quale può essere? I loro figli hanno il denaro, un futuro brillante davanti e se qualcuno si deve sacrificare chi può essere dei quattro? Ovviamente in questo mondo crudele a essere sacrificato per tutti loro è Kerim, figlio di nessuno, con una madre di cui già tutto il paese ha parlato, e che, nei loro progetti, dovrà prendersi la colpa di tutto e sposare la ragazza, come richiesto da Mukaddes, per "riparare" l'onda davanti alla società.
Lui nega, non capisce perché debba essere il solo a pagare, ma loro, che hanno il potere economico e sociale, gli promettono di salvarlo dal carcere, di dargli una vita serena, sicura, lontano dal paese. Kerim è schiacciato dal peso di quello che ha commesso e dalle pressioni di tutti che vogliono solo chiudere il capitolo su quella storia terribile.
E Fatmagul? Anche lei subisce pressioni da tutte le parti. La costringono a lasciare l'ospedale, dove aveva un minimo di protezione da parte delle istituzioni sanitarie, e, una volta in casa, la cognata cerca di farla cedere, di accettare la storia che la donna ha anche raccontato alla polizia. Lei e Kerim avevano una storia alle spalle di Mustafa e la sera dell'aggressione lei avrebbe progettato di fuggire con lui, ma si sarebbe pentita all'ultimo momento, scatenando la reazione di Kerim.
Fatmagul si rifiuta, combatte contro il destino mostruoso di dover sposare uno dei suoi carnefici, ma non trova aiuti da nessuna parte. Mustafa, che lei ancora ama, brucia la loro casa, convinto che lei, in qualche modo, lo abbia tradito. E lei? Ritorna sui suoi passi, pensa di farla finita, ma l'arrivo di Kerim, che vaga disperato a sua volta, la salva, anche se lei, disgustata corre via.
Cosa succederà a questo punto? Certo è una storia che si guarda con il fiato sospeso, temendo, avendo un brivido profondo perché questo mondo crudele non è così lontano da noi e da una mentalità che, fino ad alcuni decenni fa, era tipica di molti paesi anche qui.
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