lunedì 17 novembre 2025

Sefirin Kızı -Ho bisogno di te (40)


Ci sono tre personaggi bisognosi in questa fase della storia: la piccola Melek che Nare ha lasciato indietro, nonostante i suoi buoni propositi. Nare, consapevole delle sue impossibilità e della vita disgraziata che ha condotto fino a quel momento, l'ha lasciata in una famiglia amorevole, con un padre che l'adora, ma Melek è sempre una bambina che ha perso una madre, che è stata "abbandonata" e che vive l'incubo di perdere altre persone.


La presenza nella vita del padre di un'altra donna, anche se al momento è solo un'amicizia, la induce a sentirsi a disagio, ad aver perso, in qualche modo, anche lui, quell'esclusività di solo loro due, che si era creata con la partenza di Nare. Adesso Melek teme che la nuova donna, Mavi, possa portarle via il padre, ma cerca di nascondere tutte le sue angosci, il bisogno di aiuto che ha, per questo nasconde le ciocche di capelli, senza mostrarle a nessuno, e solo i suoi disegni si incupiscono sempre di più, perdendo tutti i colori.


Ad avere bisogno di aiuto è anche Sancar, che, pur avendo commesso vari errori nella sua vita, umano e quindi assolutamente imperfetto, non riesce a gestire il vuoto e il dolore che la brusca partenza di Nare ha lasciato nella sua vita. Lui sente di essere colpevole, per aver contribuito all'infelicità di Nare, ma allo stesso tempo è anche arrabbiato, per essere stato lasciato indietro. Cerca Mavi perché la sente affine nel suo dolore e quando scopre la sua storia qualcosa si apre nel suo cuore.


Mavi è un personaggio intenso e drammatico, ma senza la disperazione di Nare, che appariva come un personaggio irrisolto, che girava in cerchio sui suoi traumi, senza cercare di affrontarli. Mavi è una donna che ha perso una figlia, un dolore che si porterà nel cuore tutta la sua vita, ma è convinta che sopravviverà, come succede sempre nella vita, anche se dovendo farsi aiutare.


Il legame speciale che si è creato tra lei e Sancar è guardato con sospetto da tutti, anche se nel frattempo Mavi comincia timidamente a inserirsi nella vita della comunità. Sancar si era proposto di portarla lui sull'isola di Kosa, dove lei vuole iniziare una nuova vita, ma si scopre che i documenti presentati non sono validi e per un cavillo burocratico Mavi resta a Mugla.


Qui decide di trovare un lavoro e finisce nel ristorante di Bora, l'uomo simpatico che abbiamo incontrato quando Elvan stava cercando un locale. Qualcosa mi fa pensare che tra loro potrebbe nascere qualcosa. Bora è un ex uomo d'affari, che aveva conosciuto Mavi in un'altra vita, durante un convegno. Adesso entrambi hanno cambiato la loro esistenza e Bora si offre di aiutarla con un lavoro al bar, proprio nei pressi del futuro locale di Elvan.


Mavi è entrata anche a casa degli Efeoglu, con un invito a cena da parte di Halise, che voleva solo sottolineare come non ci sia spazio per una nuova donna nella vita di Sancar. L'impatto negativo però è stata soprattutto la presenza di Melek, insofferente a lei. In realtà Mavi ancora si sente ferita dalla presenza di una bambina della stessa età della sua e alla prima occasione fugge via, per poi ribadire a Sancar che è meglio limitare i loro incontri. Lei vuole sopravvivere, ma allo stesso tempo ha bisogno di tempo.


Eppure, quando poco tempo dopo, vede la piccola Melek, con il faccino triste, che disegna nel suo album, poi lasciato sul tavolo, non resiste alla tentazione di avvicinarsi e aprirlo. E così non solo scopre i disegni che svelano un chiaro turbamento, ma anche le ciocche di capelli che la bambina nasconde.


A questo punto, entra a gamba tesa nella vita di Sancar e Melek, portando quell'attenzione e quella cura, necessarie per sanare. Chiama Sancar e gli rivela il malessere della bambina, che deve essere aiutata ad affrontare quello che sta succedendo. Sancar, prima incredulo, si rende conto dell'enormità della cosa e il dolore di un padre è sincero e profondo.


Ma nel frattempo i cattivi continuano a tramare e Guven, l'ambasciatore, spera di usare la debolezza di Melek per realizzare i suoi scopi. Speriamo che qualcuno, prima o poi, lo freni.

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