mercoledì 14 maggio 2025

HERCAI - La fine della guerra (67)


 Sembra quasi di essere arrivati alla fine con questo episodio, anche se ne mancano ancora due e tremo al solo pensiero di tutto quello che potrebbe ancora succedere. Reyyan, dopo mille traversia, compreso il rapimento del suo bambino, con conseguente furia nei confronti di un marito che sì la ama, ma non riesce proprio a smettere di essere precipitoso e a infiammarsi come un fiammifero, sembra aver ritrovato un equilibrio e soprattutto si è resa conto ancora una volta di amare il suo Miran più di tutto e di non riuscire a fare a meno di perdonare le sue mancanze. E di cose, anche in questo episodio, ne sono decisamente successe.


 

La guerra tra gli Aslanbey e gli Sadoglu si è nuovamente infiammata, con le due grandi nonne che si confrontano con astio. Azize, che il dolore per la perdita di Hazar ha risvegliato, vuole vendicarsi di Fusun, che non ha smesso di colpire gli Sadoglu, legati a lei da vincoli di sangue. Così, mentre Miran cerca di scoprire l'assassino di Hazar, Fusun ordina il rapimento del piccolo Umut, strappandolo letteralmente dalle braccia di Reyyan che, ritrovandosi sola per la centesima volta nella sua vita, reagisce con furia, scagliandosi contro Miran, sempre a caccia di vendetta, invece che intento a costruire la pace.


 

Gli ordina di ritrovare il suo bambino o di non tornare mai più da lei. Il nostro eroe, diviso tra la preoccupazione per Umut e la mortificazione nei confronti della moglie, decide di smuovere mari e monti pur di ritrovarlo, aiutato da Mahfuz che, ormai, rimasto come unico padre di questo nucleo familiare, è sempre con lui, a mediare, a intervenire. Completamente insensata l'assenza di Zehra, personaggio chiave nella storia, ma che manca per lunghi periodi e che qui scompare senza una logica, tranne la scusa fatta pronunciare da Handan, della morte della madre che l'ha portata via da Midyat. Il che potrebbe avere anche senso, ma ci chiediamo come sia possibile che non corra al lato della figlia che sta vivendo l'inferno.


 

Zehra è sparita, ad aumentare il senso di solitudine di Reyyan, che si ritrova accanto, in questi momenti drammatici, la zia Handan e Cihan che, scagionato dall'accusa infamante dell'omicidio del fratello, ma sentendosi in colpa per la distanza creata, decide di dedicare il resto della sua vita ai nipoti che Hazar gli ha lasciato e quindi a Reyyan e a Miran.


 

Quest'ultimo, ricattato da Fusun che ha portato via il piccolo Umut, viene sottoposto a una prova difficile, quella di commettere un'ingiustizia per ottenere la libertà del bambino. Il ricorso dalla giustizia, a cui fa riferimento la nostra eroina, sembra quanto mai improbabile in questo angolo di mondo che ricorda tanto il Far West, (in questo caso il Far East !!) dove tutti si fanno giustizia da soli.


 

Reyyan è furiosa, ma la verità è che Miran non è lontano dal vero quando dice che la guerra infuria intorno a lui e non può far finta che non esiste. Infatti lo scopo di Fusun è quello di far finire in prigione Cihan e di rapire Azra, che nel frattempo è stata portata via da Azize, decisa a utilizzare la sua unica arma per essere sicura che Fusun restituisca il bambino.


 

Anche Reyyan cerca di muoversi autonomamente per ritrovare Umut, affiancata di Firat e Zeynep, ma i suoi tentativi risultano vani e sarà solo Miran che, in parte cedendo, in parte aiutato da Cihan, riuscirà a ritrovare il bambino e a riconsegnarlo alle braccia di sua madre.


 

Reyyan però è risentita con lui e non lo perdona subito, troppo spaventata da quello che è successo. Inoltre Miran non si è sottratto al tentativo di Azize di far cadere Fusun nella sua trappola e affrontando la donna nuovamente riuscirà a liberare Azra.


 

Quando Reyyan è sul punto di darlo ormai per perso, nel senso di Miran sembra essere nuovamente coinvolto dalle vicende della vendetta, scoprirà invece che Miran si è alleato con Cihan e ha chiesto l'intervento della polizia che, finalmente, cadrà su Fusun con tutto il suo potere, arrestandola mentre sta cercando di uccidere Azize e Cihan.


 

La donna viene arrestata, Azra liberata e Miran riaccoglie tra le braccia sua moglie e suo figlio, a cui promette di non mettere più a rischio la loro sicurezza e che si impegnerà per offrire loro un futuro di pace. Ci vorremmo credere tutti, ma mancano ancora due episodi, di quelli turchi, lunghi più di due ore ciascuno, e quindi Miran, non è che non crediamo in te, ma sembra che il destino, o la penna degli autori, non abbia ancora finito di raccontarci questa storia affascinante ed intricata. Anche se manca poco e speriamo fortemente nella vostra felicità!

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