lunedì 19 maggio 2025

HERCAI - Viola del Pensiero (Finale 69)

 


Ed eccomi qui a commentare l'ultimo episodio di questa serie di cui tutti parlano e che indubbiamente ha catturato il mio interesse in questi mesi che l'ho seguita. L'ultimo episodio, dopo tanti affanni, finalmente concede all'amore e alla speranza tutto il tempo necessario per darci una visione non solo del presente dei nostri eroi, ma anche un futuro non incerto, ma dalle luci chiare e di questo, dopo tanto penare e varie esperienze di finali di serie turche, non dobbiamo che ringraziare.


 

L'ultima cattiva (o pazza, che dir si voglia) cede anche lei al potere della felicità dei nostri eroi. In realtà è stata Handan ad aver denunciato la figlia alla polizia, dopo essersi resa conto che sarebbe stata sempre un pericolo per tutti loro e quindi, davanti agli occhi di tutti, si score che è lei l'assassina del povero Harun, personaggio che avrebbe meritato un destino diverso.


 

Se Yaren viene portata in prigione, Azize è sparita nel nulla dopo una lettera di addio, dove si è autoesiliata lontano da tutti, ritenendo di non meritare nessuna felicità. Reyyan cerca di convincere Miran a ritrovarla e l'uomo, ormai sulla strada della felicità e lontano dal ragazzo arrabbiato e pieno d'odio che avevamo conosciuto al principio, accetta di buon grado, anche se quello che la ritroverà è invece Cihan, ormai deciso sulla sua strada di redenzione. L'uomo infatti, parando con Esma, ha scoperto dove vive la donna e va a parlare con lei per convincerla che il suo compito è quello di esserci per i suoi nipoti, per suo padre, scontando con l'impegno e la costanza tutto il male fatto.


 

Le sue parole colpiscono il segno, soprattutto perché arrivano da un ex nemico, e Ayze/Azize torna nella vita del povero Nasuh che aspettava solo lei. Mentre loro si ritrovano e decidono di sposarsi, con il divertimento di tutti i membri della famiglia, Reyyan e Miran riaprono la fondazione, grazie soprattutto al contributo di Mahfuz, il padre pentito, che dal momento in cui ha ritrovato la figlia non ha smesso di esserle accanto.


 

Durante un incontro con alcuni bambini di una casa famiglia, Miran e Reyyan incontrano Melek, una bambina che ha perso la madre e il cui padre è finito in prigione per le violenze inflitte alla donna. Restituita da varie famiglie affidataria, Melek è considerata un caso difficile, ma si ferma nel cuore dei due anche per i grandi occhioni azzurri che ad entrambi ricordano quelli di Hazar. A questo punto, dopo una breve esitazione, i due si confrontano e decidono di adottarla, soprattutto perché Miran aveva espresso il desiderio, al momento impossibile, di avere una figlia.


 

L'affidamento e poi l'adozione arrivano e per la nostra coppia si apre un cammino di felicità che ci porta proiettati avanti di cinque anni, quando ormai abbiamo coppie realizzate con figlie (come Firat e Zeynep) e sappiamo anche di Azat e Gonul, che vivono a Istanbul, e che sono da poco diventati genitori.


 

Reyyan è al suo primo giorno di scuola e sembra quasi che debba iniziare a studiare, invece scopriamo che è diventata una maestra e che insegnerà ai bambini delle scuole elementari non soltanto le materie fondamentali, ma soprattutto a credere nella potenza dell'amore e dei miracoli, che hanno reso la sua vita felice, quando nessuno se lo aspettava.


 

Sul finale ci viene spiegato il titolo HERCAI con i due protagonisti che, dopo aver dato l'annuncio a tutta la famiglia e gli amici riuniti che presto saranno nuovamente genitori di due gemelli (ci auguriamo che Reyyan abbia fatto una cura e non si affidi nuovamente al miracolo!), guardano quello che hanno costruito e spiegano la favola della viola del pensiero e del bucaneve. In pratica due viole del pensiero si erano innamorate e per vivere il loro amore in solitudine decisero di sbocciare in inverno. Una si svegliò e nonostante la neve aspettò il ritorno dell'amato, ma l'altra viola non sbocciò e l'altro fiore, sotto i fiocchi di neve, si piegò diventando un bucaneve. Da allora l'altra viola del pensiero, chiamata appunto Hercai, divenne il simbolo dell'abbandono dell'amante. Hercai in turco significa anche incostante e allude alla parte iniziale della storia. Reyyan ha voluto dare una seconda possibilità a questo amore, trasformandolo in legenda. E in questa visione romantica, si conclude HERCAI una serie sicuramente interessante, con alti e bassi. Di seguito le mie conclusioni.


 

PUNTI DI FORZA: Sicuramente il plot iniziale, la trama della terribile vendetta, dove l'amore, come elemento potente e imprevisto, arriva a scompaginare le carte. La prima stagione è di gran lunga la migliore delle tre, anche se ho apprezzato il tempo che ci hanno dato per ammirare l'amore come sia diventato poi solido nel tempo, ma l'anima originale è quella iniziale e decisamente la parte migliore. Miran è sicuramente un altro punto di forza, un eroe anti eroe, un personaggio fragile, pieno di sfumature, impulsivo, tormentato, nervoso, reso eccellente e indimenticabile da una recitazione, quella di Akin Akinozu eccellente, tanto che si fa difficoltà a togliere la pelle di Miran da quest'attore pregevole ed espressivo. Senza di lui, si ha difficoltà ad immaginare la storia.


 

Altri punti innegabili di forza sono le ambientazioni, location piene di fascino, esotiche, lontane, che avvolgono lo spettatore trascinandolo in un mondo altro, dove siamo disposti a credere a qualsiasi cosa e che rendono la storia qualcosa allo stesso tempo di antico e moderno. La fotografia, inoltre, è assolutamente da premiare, come le luci, le musiche da film, dove non c'è nulla da invidiare alle grandi produzioni americane. La qualità qui è innegabile.


 

PUNTI DEBOLI: L'eccessiva lunghezza, per cui a tratti si ha l'impressione di essere calati in una storia diversa. La scomparsi ingiustificata di alcuni personaggi, che danno l'impressione allo spettatore di trascuratezza, come l'amico di Azat della seconda stagione, il soldato che lo affianca per un breve periodo, poi scomparso dalla scena, Gul, che non compare mai nell'ultima parte della storia, Zehra che scompare anche negli ultimi episodi, quando alla figlia succede di tutto, o Melike, amica di una vita che non solo non c'è durante l'ultimo matrimonio di Miran e Reyyan, ma non viene fatta vedere neanche nella parte finale. Qualunque cosa sia successa (e qualcosa deve essere successo di sicuro!) durante le riprese, purtroppo pesa sulla realizzazione finale. 

 


Punto debole è anche l'utilizzo delle foto di Aslan per arredare la casa di Miran e Reyyan. Mi dispiace ma proprio non dimentico. Mi sembra un particolare decisamente segno di trascuratezza. Potevano utilizzare altre foto, ma quelle decisamente no. L'immortalità di Miran, o il modo in cui si rialza dopo che lo hanno sparato, buttato giù da un burrone, lo hanno investito con un tir, ma lui dopo poche ore si alza in piedi come nulla fosse, o quando Reyyan si risveglia dal coma e tranquillamente sulle sue gambe va a vedere il figlio. Capisco che i tempi morti non piacciano ai produttori delle serie turche, ma bastava una scritta semplice... Qualche giorno dopo... e tutto sarebbe stato più credibile! L'uscita di scena di Elif, altro elemento piuttosto stridente, forzato dalle circostanze. Avrebbero dovuto trovare una soluzione migliore.


 

Nel complesso però, decisamente è una storia che si ricorda con piacere dove i punti di forza offuscano le incertezze. La trascuratezza non mi piace, ma Miran Aslanbey, poi Sadoglu vince su tutti e innegabilmente è una storia con un suo fascino che merita un 8, inficiato da quei punti deboli che, senza, avrebbero potuto portarla più in alto.

Nessun commento:

Posta un commento