sabato 18 marzo 2017

UNA INUTILE SCOMMESSA di Deborah Hale


Quando leggiamo un romanzo rosa, che sia storico o meno, il più delle volte (se non la totalità) il nostro eroe di turno è un aristocratico o un uomo che si è fatto da solo, conquistandosi in qualche modo una sicurezza economica ed una posizione, che sia chiacchierato o meno. La solidità finanziaria è uno dei criteri fondamentali del classico protagonista. Poche volte capita che sia lei quella ricca e lui il giovane che deve conquistarsi un patrimonio. Ci sono, ma non sono la maggioranza e UNA INUTILE SCOMMESSA di Deborah Hale alla fine si distingue dagli altri romanzi proprio per il tema centrale, ovvero se è possibile o meno offrire i mezzi a quelli meno fortunati per imparare tutto quello di cui si ha bisogno per comportarsi bene in società.


Deborah Hale è una scrittrice di cui non avevo ancora letto niente, o di cui ho facilmente rimosso il nome. Ho trovato questo libricino tra i tanti nascosti su uno scaffale impolverato della vecchia libreria, comprato e poi dimenticato. Ero stufa delle solite storie e cercato qualcosa di diverso e così l'idea di un protagonista maschile come Morse Archer, un semplice soldato che ha modi rozzi e non una grande cultura, mi ha incuriosito.


Il problema con queste storie di Pigmalioni vari e dei loro studenti è che di solito trovo piuttosto indigesti proprio gli insegnanti che, salendo in cattedra, cercano di insegnare un modo di vivere. Leonora Freemantle ha fatto una scommessa con suo zio, un ricco aristocratico che ha da poco perso il figlio nella battaglia di Bussaco, che riuscirà a trasformare un rozzo soldato in un gentiluomo, dimostrandogli che il suo sogno (ovvero quello di aprire una scuola per indigenti a cui insegnare un mestiere e l'educazione appropriata) si basa su un pensiero concreto e non su una fantasia.


Sir Hugo ha però indicato a Leonora il candidato più difficile, ovvero Morse Archer, lo stesso soldato semplice che, contravvenendo agli ordini, è riuscito a riportare a casa l'ufficiale Wesley, il figlio dell'uomo, per permettergli di congedarsi da lui e di seppellirlo nel proprio paese. 


Sir Hugo vorrebbe ricompensare Morse, ma l'uomo si rivela pieno di orgoglio, deciso a non accettare la carità di nessuno. Da qui la sfida dell'uomo, che pensa così di risolvere anche il conflitto con la nipote, ben intenzionata a non sposarsi. Se lei riuscirà, dopo tre mesi, a convertire Morse Archer in un perfetto gentiluomo e a presentarlo alla società di Bath, riunita per la stagione, allora smetterà di darle il tormento, le offrirà una rendita che le permetterà di non sposarsi mai e finanzierà la sua scuola. Nel caso contrario, invece, sarà Leonora ad accettare l'uomo che lo zio sceglierà per lei.


Morse Archer rifiuta categorico in un primo momento anche l'assurda scommessa, ma il carattere volitivo e la determinazione della giovane riusciranno a fare breccia in lui ed i due inizieranno un rapporto piuttosto turbolento e altalenante, fino a quando Leonora non capirà che per ottenere il risultato sperato dovrà scendere dalla cattedra e collaborare con il suo studente.


Storia sicuramente interessante e meno scontata del previsto, basti pensare alla figura dell'ipotetico fidanzato di Leonora, il poco problematico Algie, che fa quasi tenerezza nel voler aiutare Morse a diventare un gentiluomo e a conquistare una moglie ricca. Bello anche il ricordo di Wesley, il cugino morto in guerra, che emerge dai racconti di chi lo ha conosciuto con una forza espressiva e malinconica a volte più forte della presenza stessa degli altri.


Se Morse suscita una certa curiosità per il modo in cui affronta la società di Bath, ho trovato come al solito debole il pretesto della protagonista nel credere ai pettegolezzi di una domestica, invece di fare affidamento sul suo cuore. Sembra quasi che le eroine debbano dare credito a chiunque per creare un espediente narrativo, indebolendo in definitiva il concetto stesso di amore.


A parte questo, il romanzo è comunque carino, senza grandi pretese, ma sicuramente con qualche spunto interessante.

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