domenica 28 giugno 2015

POLDARK - PUNTATA 8



E alla fine sono arrivata anche alla visione dell'ultima puntata di questa nuovissima serie britannica, che tanti consensi ha suscitato. Ross e Demelza devono affrontare la crisi economica che il tradimento di Francis ha provocato, ma onestamente non sono riuscita a seguire pienamente e con chiarezza tutta questa parte.



Un'epidemia, nel frattempo, ha colpito la piccola località e tra morti di fame e di malattia sembra quasi di essere precipitati in un buco senza speranza che davvero si ha difficoltà a superare. Tutta la famiglia di Francis ne è colpita, compresa Elizabeth ed il loro bambino. Demelza, che si sente colpevole per la fuga di Verity, decide di andare a dare una mano e grazie al suo intervento provvidenziale tutti si salveranno.


Peccato che nel frattempo però la donna si ammali e porti il male anche nella sua stessa casa. Il momento della malattia è sicuramente quello più emozionante, dove Ross, che era sempre stato piuttosto ambiguo sui suoi chiari sentimenti, finisce per dichiarare apertamente il suo amore unico ed assoluto per la giovane, che è tra i personaggi più positivi della serie.


La piccola Julia, pur se assistita da Dwight non riesce a superare la morte ed il suo funerale è sicuramente il momento più commovente di tutta la stagione, con la piccola bara portata in spalle dal padre, affiancato solo dal medico, nella loro passeggiata solitaria sulla scogliera, fino all'arrivo in chiesa, dove praticamente ci sono tutti ad attenderlo, ricchi, poveri, operai e ex soci, con quella mano gentile che gli si appoggia sulla spalla e che appartiene a Francis, riconciliatosi con il mondo.


La piccola Julia muore ed Elizabeth corre al capezzale di Demelza, nella speranza di poterla aiutare, come lei ha fatto con la sua famiglia. Intanto una nave dei Warlaggen naufraga sulle sponde della proprietà di Ross, con tutto il suo carico che sfamerà gli abitanti della zona per tutto l'inverno. Ross da ordine di reperire tutto quello che possono, mentre il padre di George decide di intervenire ordinando l'arresto del giovane Poldark.


Il mio giudizio su George è ambiguo, perché non si capisce se provi per Ross ammirazione o fastidio, comunque alla fine finirà come al solito per piegarsi alla volontà del padre. Intanto Ross trova Elizabeth al capezzale di Demelza, che nel delirio teme che la donna sia venuta per portarglielo via. Qui lui le dichiara il suo amore esclusivo ed assoluto.


La giovane si riprende, ma al suo risveglio scoprirà che la piccola Julia li ha lasciati e mentre George si reca dai Poldark per dichiarare il suo amore ad Elizabeth, i soldato arrestano Ross che ha portato la moglie sulla scogliera perché lei possa dare l'ultimo saluto alla loro bambina.


La prima serie si chiude lasciando tutti i fili ancora annodati, quesiti irrisolti ed una storia quanto mai aperta. Nel complesso la storia l'ho trovato molto carina, con dialoghi interessanti, una scenografia imponente e presente quasi come un personaggio, bellissime musiche e bravi attori. Non nego che l'amore assoluto che è nato per una coppia come quella di Jamie e Claire di OUTLANDER non si è ripetuto, ma si tratta di incontri quanto mai rari. Nel complesso la storia di POLDARK  è decisamente interessante e varrebbe la pena vederla anche in Italia.

VOTO: 8




sabato 27 giugno 2015

CITAZIONI DA "IL PREZZO DELLA VITTORIA" (VOLUME XIII)

AN ECHO IN THE BONE


VOLUME XIII


«Quando la luce sbiadisce, arriva la notte... e, quando torna di nuovo, è la notte che sbiadisce, aye?

(JAMIE A CLAIRE)

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«Credi che io non abbia paura?» mi domandò sommessamente. «Quando faccio il mio lavoro?» «Oh, certo che ne hai. Ma lo fai comunque. Sei un fottuto giocatore d’azzardo... e la scommessa più grande di tutti è la vita, no? La tua... o quella di qualcun altro.»

(CLAIRE A JAMIE)

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na vita in cambio di una vita, Mr. Murray», disse sottovoce. «Adesso siamo pari. Fa’ in modo che non ti veda, la prossima volta. Potrei non avere scelta.

(WILLIAM A IAN)

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«Non sapevo se ridere o piangere, Sassenach», disse. Si tolse la mano dalla faccia e, in effetti, ebbi l’impressione che stesse facendo entrambe le cose. Le ciglia erano bagnate, ma notai una contrazione agli angoli della bocca. «Ho perso un famigliare e ne ho trovato un altro, tutto nello stesso momento... e, un istante più tardi, mi sono reso conto che, per la seconda volta nella mia vita, ho rischiato di sparare a mio figlio. » Mi guardò e scosse la testa, non sapendo se abbandonarsi a una risata o cedere allo sgomento.
Non avrei dovuto farlo, me ne rendo conto. È solo che... d’un tratto ho pensato, E se la terza volta non sbagliassi? Così ho ritenuto di... di dovergli parlare. Come uomo. Nel caso non avessi un’altra possibilità, aye?

(JAMIE A CLAIRE)

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«Non sono preoccupato di scoprire che mi ami», le disse lui, passando a un tono confidenziale, e mentre pronunciava quelle parole sentì che corrispondevano al vero. «Non adesso. Piuttosto, temo che tu possa morire, per questo.»

(IAN A RACHEL)



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«Credo di essermi sentito come te», le sussurrò, troppo piano perché lei potesse svegliarsi. «Quando hai attraversato le pietre. Era come se il mondo fosse ancora lì... ma non era lo stesso di prima

(JAMIE PARLANDO A CLAIRE DOPO IL RITORNO A LALLYBROCH)

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 «Attraverserai il purgatorio come una nuvola che si leva in cielo, dal momento che non ricordo che tu mi abbia mai raccontato una bugia.» 
Ian sorrise con immenso affetto. 
«Aye, ne ho dette, di tanto in tanto. Ma no, non a te

(JAMIE ED IAN)



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Non puoi partire», sussurrai, urgente. «Lo so, Jamie.» Allora aprì gli occhi e mi guardò, lo sguardo cupo per l’angoscia. «Non posso lasciarti andare. Non senza di me.

(JAMIE E CLAIRE)

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«Credi che ci sia la minima possibilità di arrivare entro dieci miglia da Lallybroch senza che lo sappiano già tutti? Non temere, Sassenach», mi aveva rassicurata. «Nell’istante stesso in cui siamo entrati nelle Highlands, da Loch Lomond a Inverness si è sparsa la voce che Jamie Fraser sta tornando a casa con la sua strega inglese, e per di più con un pellerossa.

(JAMIE A CLAIRE)



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Con mio grande stupore, scoprii che Ned Gowan era ancora vivo. Quanti anni poteva avere? Mi domandai, osservandolo. Ottantacinque? Novanta? Era sdentato e raggrinzito come un sacchetto di carta stropicciato, ma ancora vivace come un grillo. E, in qualità di legale, la sua sete di sangue era rimasta quasi intatta

(CLAIRE)

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 «Non ho altra fede all’infuori della legge, ma’am», disse. «L’osservanza di un rituale piuttosto che di un altro è del tutto irrilevante. Per me, Dio è la personificazione della Giustizia, e Lo venero come legale.

(NED GOWEN)



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Post scriptum 3: Bramo dalla voglia di distendermi di nuovo accanto a te, e so che in questo i nostri corpi sono complici

(JAMIE SCRIVENDO A CLAIRE)

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Quella notte, distesa in mezzo al groviglio infernale di coperte che era il mio letto, cercai un modo per morire. Ogni fibra del mio essere voleva lasciare quell’esistenza. Non potevo sapere se, nell’aldilà, mi attendessero una gloria impensata o un compassionevole oblio, ma il mistero era infinitamente preferibile all’inevitabile tormento di quella vita

(CLAIRE)

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Per Claire, rifletté, la morte sarà sempre il Nemico. Una realtà da combattere, a cui non cedere mai. Lui la conosceva altrettanto bene, ma era stato costretto ad accettarla di buon grado. O, almeno, così credeva. Come il perdono, non era una cosa che potevi mettere comodamente da parte, quando l’avevi conosciuta; occorreva un esercizio costante per accettare la propria mortalità e vivere la vita appieno.

(JAMIE)



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«Il mondo si è capovolto», sbottò. «E tu sei l’unica costante. L’unica cosa che... che mi leghi a questa terra.»

(IAN A RACHEL)

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Non riuscivo a credere che fosse morto. Non potevo. La notte, chiudevo gli occhi e udivo il suo respiro lento e sommesso accanto a me. Sentivo i suoi occhi che mi guardavano: spiritosi, pieni di desiderio, annoiati, accesi d’amore. Di giorno, mi giravo almeno mezza dozzina di volte, immaginando di sentire i suoi passi alle mie spalle. Aprivo la bocca per dirgli qualcosa... e, in più di un’occasione, gli avevo parlato davvero. Solo quando sentivo le mie parole affievolirsi nell’aria vuota mi rendevo conto che non era lì.

(CLAIRE)







IL PREZZO DELLA VITTORIA di Diana Gabaldon (La Saga di Jamie e Claire - Vol XIII)



La lettura dell'ultima parte di AN ECHO IN THE BONE mi ha lasciato con un senso di frustrazione ed irritazione che poche storie hanno suscitato in me e tutto dipende dal fatto che ho adorato questo secondo volume, dove sembra che la Gabaldon abbia concentrato tutti gli eventi, appena abbozzati nel pur buono DESTINI INCROCIATI e mi abbia lasciato sul più bello e questo lo posso perdonare solo perché avevo sul comodino già il seguito LEGAMI DI SANGUE. Non so come le fans abbiano potuto aspettare tanto tempo per sapere come la storia sarebbe andata avanti.


Mi chiedo fino a quando le intrepide avventure di Jamie e Claire riusciranno a conquistarmi in questo modo così avvincente e totale. Dopo la drammatica rivolta giacobita, non credevo che il nostro eroe potesse lasciarsi coinvolgere a pieno regime in una guerra come la rivoluzione americana, eppure eccoci con lui, imprigionati nel forte di Ticonderoga, insieme agli altri ribelli, mentre le truppe inglesi cercano di conquistarlo.


Claire, Jamie ed Ian riescono a fuggire insieme ad altri ribelli, mentre il Generale Simon Fraser, parente di Jamie, entra trionfante. L'eroismo, la tragicità della guerra e la precarietà della vita continuano anche con la terribile battaglia di Saratoga, dove Jamie finisce per emergere come al solito, regalandoci emozioni palpabili. Il suo inseguirsi e scontrarsi continuamente con William, il figlio amato e a cui ha dovuto rinunciare, costruiscono un ritmo avvincente che esplode nella mitica scena del cappello, dove il mio cuore si è stretto con quello dei nostri eroi, davanti alla rivelazione improvvisa di essere stato ad un soffio dall'uccidere il ragazzo.


Il ritorno in patria, dopo la sconfitta degli inglesi, non è meno emozionante. Ad Edimburgo Claire si imbatte in Percy Beauchamp, ex amante di Lord John, che le racconta una storia incredibile ed avvincente in cui starebbe cercando Claudel Rakoczy, ovvero il nostro Fergus, che altri non sarebbe che il nipote legittimo del Conte di Saint Germain, ed in quanto tale gli spetterebbero grandi possedimenti in America, utili alla causa della rivoluzione, sostenuta dalla Francia. La storia, sebbene alquanto affascinante, non convince Claire, e allo stesso tempo non trova appigli o soluzioni, diversamente da come è capitato con gli altri romanzi. Si tratta di uno di quei famosi fili lasciati in sospeso, che hanno accresciuto la mia frustrazione.


Intanto Jamie recupera il suo amato torchio tipografico ed i tre partono alla volta di Lallybroch, dove troviamo una situazione che non ci saremmo mai aspettati né augurati. Ian, il marito di Jenny e compagno d'armi di Jamie, sta morendo. A poco servono le conoscenze mediche di Claire e malgrado la rabbia di Jenny, la nostra eroina non riuscirà a salvarlo.


Il congedo di Ian da questo mondo è estremamente commovente, come il discorso di Jenny e Jamie dopo la sua scomparsa che si chiedono dove ora lui possa essere. Ho amato molto anche il momento in cui Claire, radunata tutta la famiglia, racconta la verità sulla sua natura e soprattutto avvisa Michael, il secondogenito di Jenny ed Ian, mercante destinato a prendere il posto di Jared nel suo commercio a Parigi, del destino di una nazione e di un paese nel giro di un decennio. Nella veste di Cassandra, Claire finisce per attirare un fascino ancora magico su di lei, che la rende estremamente speciale.


E se in questa parte ci congediamo commossi da un personaggio mite e solido come Ian, che abbiamo amato fin dalla sua prima comparsa in scena, ritroviamo anche l'odiata Loaghaire, di cui si scopre l'amante, risolvendo una situazione che aveva tenuto Jamie sotto ricatto per più di un decennio. Ma ahimé arriviamo ad un momento che non credevo ormai possibile, ovvero alla separazione della mitica coppia. E ovviamente non poteva che essere lei a dare l'imput al tutto.


Marsali ha scritto alla madre invocandola di chiedere a Claire un ritorno precipitoso a Philadelphia, dove la coppia si è trasferita, in quanto Henri-Christian è molto malato. Il bimbo soffre di apnea notturna, a causa delle tonsille ingrossate e solo lei potrebbe operarlo. Claire è decisa ad andare, anche se Ian sta morendo e sa che Jamie non potrebbe mai separarsi dalla sorella in un momento simile. I due si congedano e, malgrado non siano più dei ragazzini, ho provato lo stesso brivido che si prova alla separazione di Romeo e Giulietta il mattino dopo la loro notte di nozze.


L'impressione che un destino avverso gravi su di loro è accentuata dalla dimensione epica della guerra. Claire parte con Ian, desideroso di rivedere Rachel, la donna che ama e a cui ha affidato il mitico Rollo, ferito. I due si stabiliscono a Philadelphia, dove Claire viene accolta da Fergus e Marsali. Nella città, occupata dall'esercito inglese e dai lealisti, si respira un clima che mi ha ricordato l'indimenticabile VIA COL VENTO, con il ballo organizzato dai lealisti, con le truppe presenti in città, il fronte lontano, ma minaccioso.


Claire si muove in questo contesto facendo da spia per i ribelli, ma salvando anche la vita di Harry Grey, il nipote di Lord John, che vive in città in compagnia di William e di sua nipote Dottie. E' in questo contesto che giunge la terrificante notizia: l'Euterpe, la nave su cui Jamie si è imbarcato con Jenny, dopo la morte di Ian, è affondata durante una tempesta nell'oceano e nessuno si è salvato.


Come si fa a sopravvivere ad una notizia del genere? Claire ne è annientata e con lei anche John, che ha sempre amato Jamie, pur senza speranza, e proprio quando tutto sembra precipitare, l'uomo scopre delle attività sovversive di Claire e della minaccia rappresentata dal Capitano Richardson che ha intenzione di arrestarla. Propone quindi un matrimonio che dovrebbe darle protezione e sicurezza, ma a mio parere lo lega anche ad una donna che lo affascina, sia per il suo legame con la persona più importante della sua vita, che per la sua singolarità.


I due vivono alcuni mesi come coppia in questa Philadelphia tormentata e turbolenta, fino a quando l'arrivo, davvero improvviso ed inaspettato di Jamie, fa esplodere la situazione. L'uomo infatti non è morto, avendo perso la nave ed essendo stato costretto ad imbarcarsi su un altra, ma l'esercito britannico è in ritirata quando Jamie fa irruzione a casa di Lord John e qui William si ritrova faccia a faccia con chi è innegabilmente il suo padre biologico.


Intanto Arch Bug, che ha seguito come una spia per tutto il romanzo, i movimenti di Ian, capisce che il ragazzo ama Rachel e cerca di ucciderla per vendicarsi del torto subito. Il nipote di Jamie riuscirà a salvarla e a coronare il suo amore, ma tutti noi veniamo abbandonati in questa situazione trepidante, con William sconvolto e furioso per le bugie raccontategli dal padre, Claire speranzosa e meravigliata per la resurrezione di Jamie, questi turbato dalla rivelazione di John e io, povera lettrice, turbata ed infelice  più di tutti per non aver dato risposa ai miei quesiti.


Nel complesso la storia è stata davvero emozionante, anche se accellerata in alcuni punti. Mi sono completamente dimenticata di Roger e Brianna, che non ho trovato per niente interessanti, ma il fatto che qui la loro presenza fosse limitata, ha dato solo un tocco in più. Epico, emozionante e sempre coraggioso nelle sue scelte. Peccato per questo finale che davvero non posso premiare, perché troppo frettoloso ed aperto. Non so se la Gabaldon l'abbia fatto di proposito o doveva per forza consegnare all'editore, ma l'idea che il pubblico di lettrici abbia dovuto aspettare anni prima di leggere il continuo delle vicende mi costringe a non dargli il massimo dei voti. Per fortuna avevo sul mio comodino il continuo e non ho esitato a tuffarmi nelle vicende per capire come si andasse avanti.

VOTO: 9




domenica 21 giugno 2015

POLDARK - PUNTATA 7



Tutti i nodi vengono al pettine in questo emozionante penultimo episodio. La fragile fiducia che si era creata tra Ross e Francis si sgretola con la fuga di Verity. La ragazza, innamorata del Capitano Blamey, stanca di dover sempre mettersi da parte, e grazie anche alla complicità di Demelza, finisce per abbandonare la casa paterna, lasciando solo un messaggio che spiega la sua fuga. Lo scandalo scoppia e Francis non dubita che il responsabile sia il cugino rivale di sempre. A spingerlo verso quest'idea è anche George che, venuto a restituirgli parte dei soldi persi al gioco, approfitta per aumentare il suo veleno.


Mentre Verity finalmente corona il suo sogno d'amore, intanto altri eventi compromettono la situazione e la tranquillità della vita degli abitanti di quest'angolo d'Inghilterra. Mark, che si era sposato con la frivola Karen, si convince, e non a torto, che la donna lo abbia tradito con Dwight, il medico amico di Ross. Aspetta la donna fino a tarda sera e quando l'affronta, in un impeto di rabbia, finisce per spezzarle il collo.



Disperato vorrebbe consegnarsi alla giustizia, ma Ross ed i suoi amici riescono a convincerlo a non farlo. La barca di Ross gli fornirà il mezzo per fuggire lontano. Intanto Dwight, sentendosi responsabile, pensa di dedicare la sua vita agli altri per fare ammenda.


I soldati per poco non sorprendono Ross sulla spiaggia mentre sta cercando di far fuggire Mark ed il nostro eroe riesce a mettere tutto a tacere solo per un soffio. Il vero problema però è un altro, ovvero il debole Francis, che, preso da un moto di gelosia, finisce per raccontare a George dell'accordo fatto da Ross con gli altri investitori per creare la Compagnia del Rame. Tutti gli azionisti sono infatti clienti della banca di George, che si vendica negando il prestito a tutti loro.



Demelza, resasi conto dell'enormità della strappo creato tra il marito ed il cugino, decide di confessare il ruolo da lei giocato nella storia, sorpresa che il suo gesto possa aver creato una simile frattura, ma Ross, deluso e atterrito, le confessa che i danni provocati dal suo comportamento sono molto peggiori di quanto immaginato.



L'episodio si conclude con la consapevolezza di Demelza ed una frattura tra i due che non si sa se il tempo riuscirà a curare.

VOTO: 8


POLDARK - PUNTATA 6



Il sesto episodio della serie è incentrato sul disprezzo sempre maggiore di Poldark nei confronti della sua stessa classe sociale. Infatti il povero Jimmy, che era finito in prigione per caccia di frodo, si ammala di tifo e Ross, disperato per la sua salute, corre a soccorrerlo insieme al medico, violando tutte le leggi ed i divieti perché l'amico possa visitarlo e magari salvarlo. Purtroppo le cose non vanno come sperato e Jim muore lasciando sola una moglie ed un bambino mai conosciuto.



Nel frattempo Demelza, all'oscuro di Ross, cerca di facilitare la relazione tra Verity ed il Capitano. I due continuano a vedersi, anche se lui vorrebbe che la donna parlasse chiaramente con il fratello del loro amore. Francis, invece, è un caso perso: il classico uomo debole schiacciato dalla vita e dal ruolo che occupa. Invece di rimboccarsi le mani e darsi da fare per riconquistare quello che ha perso, rende impossibile la vita della moglie e della sorella.



Ross, malgrado i successi economici, è precipitato in un baratro dal quale non riesce ad emergere, incolpando tutti suoi simili per la fine di Jim. Invitati ad un ballo a casa dei  Warleggan, Ross vorrebbe non andare, malgrado le aspettative ed i sogni di Demelza per questo suo primo evento mondano. Alla fine sarà Verity, preoccupata dalle conseguenze del suo folle gesto, a spingerlo a prendervi parte.


Durante il ballo, se da un lato Verity ed il Capitano si ritrovano e vengono sorpresi da un furioso Francis, che vieta alla sorella di rivederlo, Elizabeth e Demelza brillano malgrado l'assenza dei loro rispettivi mariti. Mentre infatti Ross, ubriaco e addolorato, siede al tavolo da gioco, il cugino è al suo fianco, amareggiato dalla vita.


Demelza è un personaggio di carattere, estremamente positivo. Pur venendo da un ambiente povero, è riuscita a spiccare e ad imparare rapidamente, tanto da conquistare tutti i presenti. Elizabeth, anche se legata ad un uomo in rovina, conquista le attenzioni di George Warleggan, che in realtà l'ha sempre ammirata, e mentre il marito getta al vento tutto quello che ha, c'è chi coltiva il proprio futuro con astuzia.


Molto bella anche la discussione di Poldak e di Demelza sulla pista da ballo, dove lei lo rimprovera di prendersela con tutti quelli del suo ambiente, quando la realtà è che gli insensibili e gli stupidi ci sono da tutte le parti. A volte dubito dell'amore di Ross. Non capisco se l'abbia sposata per scandalizzare i suoi simili o davvero per curare una ferita, come aveva confessato.


Intanto tutto sembra ingarbugliarsi sempre di più, anche se mancano solo due episodi alla fine di questa prima interessante stagione.

VOTO: 7


CITAZIONI DA "DESTINI INCROCIATI"

AN ECHO IN THE BONE


VOLUME XII



«Vorrei saperti sempre alle mie spalle, Sassenach», mi assicurò con voce solenne. «Sai già che cosa intendo fare, vero?» «Sì», risposi con un sospiro. «Di tanto in tanto ho la vaga speranza di sbagliarmi su di te... ma non è mai così.» A quelle parole si lasciò andare a un’aperta risata. «No, non sbagli mai», disse, d’accordo con me. «Ma sei ancora qui, aye?» Sollevò la fiaschetta per brindare a me, e prese un sorso di whisky. «È bello sapere che qualcuno sentirà la mia mancanza, quando me ne andrò.»


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Anni passati a nascondersi, a subire violenze, in prigione... Jamie Fraser non era una creatura politica, e conosceva meglio di tanti altri il costo reale della guerra, quale che fosse il suo scopo presunto. Ma, di tanto in tanto, Roger l’aveva visto massaggiarsi distrattamente i polsi, dove i segni delle catene erano sbiaditi da anni... Il ricordo, però, non se n’era andato. Vivi libero, o muori: era questo il motto di Jamie Fraser. E, per un istante, provò un desiderio che gli rose le ossa: il desiderio di essere là a combattere, al suo fianco.

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. «Una volta mi ha detto di essere un sanguinario. Che raramente aveva scelto di combattere, ma sapeva di essere nato per questo.»

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«‘Nessun uomo è un’isola che in se stessa si completa’», disse sommessamente Jamie, cogliendo quel pensiero che non avevo espressoli

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Fraser mi è stato descritto come un mercante di vini, un giacobita, un lealista, un traditore, una spia, un aristocratico, un agricoltore, un importatore... o un contrabbandiere, che dir si voglia. I termini sono intercambiabili tra loro. E sembra avere rapporti con una gran varietà di istituzioni, da un convento alla corte reale.

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«I cattolici non ammettono il divorzio», gli aveva detto una volta Bree. «Però crediamo nell’omicidio. Dopo, ci si può sempre confessare

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Provai una strana sensazione, quasi fossi uscita dal mio corpo, intrappolata tra passato e futuro: non riuscivo a vedere nulla, all’infuori del silenzio bianco e turbinante che mi circondava. Pure, ero più calma di quanto non mi succedesse da molti giorni, ormai. Avvertii il peso della mano di Jamie sulla mia testa, e quella preghiera sussurrata: Oh benedetto Michele del Dominio Rosso... Era la benedizione per i guerrieri che andavano in battaglia.

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Impossibile passare sopra all’ironia di un uomo che odiava il mare e le navi, e d’un tratto diventava il Capitano de facto di una lancia della marina. Del resto, per quanto detestasse le imbarcazioni, sapeva come portarle, più o meno, e aveva la capacità di mantenere la calma anche nel pieno del caos, oltre a possedere una naturale attitudine al comando.

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«Siete un disertore della marina inglese?» chiese la medesima voce dalla corvetta, apparentemente interessata. Jamie si voltò, lo sguardo sempre torvo. «No», rispose, secco. «Sono, e sono sempre stato, un uomo libero. »

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«Di’ a Jamie», continuavo a ripetere a Ian, avvolto dalla foschia. «Di’ a Jamie che l’amo.» «Apri gli occhi e dimmelo tu, Sassenach», disse una voce urgente e profonda, da un punto vicino a me


DESTINI INCROCIATI di Diana Gabaldon (LA SAGA DI JAMIE E CLAIRE - VOL XII)



Mi trovo sempre in imbarazzo quando devo commentare un primo volume di quello che come al solito è stato concepito come un unico romanzo, ovvero AN ECHO IN THE BONE, soprattutto perché la struttura narrativa elaborata da questa scrittrice segue un item molto preciso: mille indizi ed elementi che apparentemente sembrano scissi tra loro e che poi confluiscono nella parte finale come tasselli di un puzzle che ci offrono un quadro chiaro e ben definito. L'innegabile corposità dei romanzi ha indotto l'editoria italiana a scinderli in due e questo come conseguenza ha quel senso di frustrazione tipico di tutte le prime parti.


DESTINI INCROCIATI ci riporta alle vicende così come le avevamo lasciate alla fine di CANNONI PER LA LIBERTA'.  Il terribile momento immortalato su una pagina di giornale (il famoso incendio in cui Jamie e Claire sarebbero morti) e che tanti eventi ha scatenato, primo fra tutti l'arrivo di Roger e Brianna, alla fine si è rivelato un falso ed ecco i nostri eroi ancora in piedi, sempre pronti a sconvolgere la loro esistenza seguendo quella filosofia di vita, ovvero la lotta per la sopravvivenza, che mai li ha abbandonati da quando li abbiamo conosciuti.


La caratteristica di questo volume, rispetto ad altri, è l'ampio spazio dato alla coralità con tante vicende e storie apparentemente slegate tra loro. Conosciamo più approfonditamente William Ransom, il figlio illegittimo di Jamie. Lo avevamo incrociato più volte fin ad ora, ma non eravamo ancora entrati nella sua vita e nella sua testa. Adesso la Gabaldon gli dona uno spazio letterario tutto suo, adesso che ha diciannove anni ed è parte dell'esercito inglese inviato nelle Colonie per combattere i ribelli.


William è onestamente un pallido riflesso del suo più celebre padre. Sebbene in lui mi sia divertita a cogliere alcune vaghe somiglianze (un'avversione per il mare ben nota a tutti noi lettori, una certa spiccata propensione per le lingue), ho trovato tutta la parte che lo riguarda davvero noiosa. Il suo vagare incerto per i boschi, il suo muoversi tra i soldati inglesi, tra figure politiche e non , mi ha lasciato alquanto fredda ed il mio interesse è sbocciato in questa parte, solo quando il suo destino lo ha portato ad incrociarsi con quello che a mio parere è il vero figlio letterario di Jamie, ovvero Ian Murray.


Malgrado la mancanza dell'avvenenza degli altri due, Ian è decisamente "il figlio del cuore" di Jamie. Lo ha sempre venerato come un eroe, quando era un ragazzino, si è lasciato coinvolgere dalle vicende dello zio leggendario e ha finito per essere risucchiato dalla sua vita d'avventura. Quando Jamie ha dovuto rinunciare a lui a favore di Roger, la sua assenza al suo fianco era un vuoto pesante e difficile da colmare. Ritornato nel mondo civile, Ian è, come Jamie, riconoscibilissimo in mezzo al mucchio. Malinconico, a tratti tenero, divertente e allo stesso tempo pericoloso, Ian è sempre in bilico tra due mondi, parte della famiglia di Jamie e allo stesso tempo solo. La sua comparsa in scena ha avvolto anche William di una luce di interesse. Peccato che la loro interazione è stata breve.


Avendo capito che si tratta di suo cugino, gli ha lasciato del denaro e lo ha affidato nelle mani dei due fratelli Hunter, una coppia di quaccheri (Denzell e Rachel), che stranamente hanno dato vigore al percorso in solitario di William, alquanto noioso. L'episodio dei contadini ha aggiunto una nota nera inquietante e drammatica, ma ha riscattato una parte che confesso non mi ha appassionato.


Altro destino che seguiamo, oltre a quello di William e di Ian, è quello di Lord John, alle prese con le vicende politiche ed una spia del passato, un certo Percy che non ha ben messo a fuoco. Se da un lato John ha suscitato il mio interessa per la storia di Dottie, la cugina che William apparentemente vuole sposare (ma sembra che le cose siano meno chiare di quello che sembrano), per il resto la parte di Lord John mi è apparsa  debole. Al momento il suo destino non si è incrociato con nessuno, anche se è partito alla volta delle Americhe per poter ritrovare il nipote catturato e portare Dottie da lui.


Altra parte alquanto debole, a mio modesto parere, è quella di Roger e Brianna. Ammetto candidamente di non aver mai amato questa coppia e continuo a non esserne particolarmente coinvolta emotivamente. Presi singolarmente hanno anche dei momenti positivi, ma mi lasciano piuttosto freddina. Unici momenti che mi prendono sono quelli in cui ricordano il passato, come quando Jemmy conduce Roger sulla Grotta del Berretto Bigio e lui pensa al suocero e ha quello che ha vissuto, o al racconto popolare del piccolo servo a cui gli inglesi tagliano una mano ed emozionato si rende conto che quel nome letto su di un libro ha il volto e la carne del ben noto Fergus. Quando la storia diventa carne e sangue mi sento sempre toccata.


Brianna invece è alle prese con il nuovo lavoro e scopre che esistono ancora campi magnetici e porte misteriose. Ma onestamente poco mi interessano le loro scoperte. Mi piace più il contesto in cui vivono, una Lallybroch recuperata e donata all'eredità di Jamie, e quelle lettere affiorate dal passato attraverso le quali continuano a sapere delle vicende di Claire e di Jamie.


La parte più bella, ovviamente e quasi mi imbarazza doverlo ripetere, è quella dei nostri protagonisti, anche se affogati e ridotti per via di personaggi vari che gli ruotano intorno. Jamie ha deciso di partire per la Scozia per recuperare il torchio tipografico, abbandonato quasi dieci anni prima per partire a liberare Ian. Vuole tornare a lavorare come tipografo e dare il suo contributo alla guerra solo attraverso la parola, dato che i campi di battaglia sanguinano ed i ricordi di guerre già combattute fanno troppo male. A questo si aggiunge la sua paura di doversi trovare dall'altro lato dei cannoni con suo figlio William come nemico.


Il viaggio per mare però come al solito porta le sue diecimila disavventure, con blocchi da forzare, pirati da evitare, la marina militare inglese da contrastare. Alla fine della fiera, non riescono neanche a prendere il largo e restano imprigionati al Forte di Ticonderoga, dove Brianna e Roger sanno che arriveranno prima o poi gli inglesi. Jamie, ex Colonnello della Milizia, viene arruolato forzatamente per un periodo di tempo e la coppia cerca di sopravvivere nel caos che avanza. In questo contesto ci regalano comunque molte emozioni, come durante l'assalto delle navi, con una Claire che credendosi sul punto di morire continua a ripetere incessantemente ad Ian: "Di a tuo zio che lo amo!", suscitando un certo imbarazzo in tutti. O l'incontro ancora appassionato nel giardino del comandante, nel forte, prima dello scontro.



Restano sospesi molti quesiti e nodi da scogliere: chi erano gli uomini che cercavano Claudel Fraser, ovvero Fergus? Che cosa centra Dennys Randall-Isaacs, il figlio di Alexander Randall e di Mary Hawkins, comparso all'improvviso accanto a William? E Dottie? Arch riuscirà a vendicare Murdina ed Ian si innamorerà nuovamente? Claire e Jamie raggiungeranno la Scozia? Mille quesiti e mi chiedo se sia giusto lasciarmi così in sospeso a dare un voto su qualcosa di incompiuto. Dovendo valutare comunque parzialmente questa prima parte, siamo sulla sufficienza piena.

VOTO:  6 1/2