domenica 30 luglio 2023

SALVE JORGE - Il ritorno (133-138)


 

È passato quasi un anno dall'ultima visione di SALVE JORGE, lasciata praticamente quasi sul finale. Per varie ragioni non ho mai avuto la possibilità di riprenderla, ma mi è sempre dispiaciuto di non averla conclusa, anche perché, nonostante lungaggini tipiche del prodotto, nel complesso la trama non era male. Così, decisa, approfittando di questa domenica pomeriggio dove la televisione sembra morta, ho ripreso la visione.


 

La situazione che avevo lasciato era quella in cui Morena, che aveva partorito Jessica, era ormai sotto l'ala protettrice della Delegada Helo, che l'ha raggiunta in Turchia, dove c'era anche Teo che, per provocare Livia Marini, che reputa responsabile dell'allontanamento di Morena, l'ha sedotta scatenando in lei un'ossessione che la donna non aveva mai sperimentato prima.


 

Morena, ignara di tutto, scopre della presenza di Leo quando ormai è troppo tardi e lui è ritornato in Brasile, ma anche per la nostra intrepida eroina i tempi sono maturi per il ritorno a casa, dopo aver raccontato molto dell'organizzazione e aver indirizzato la polizia verso Rosangela, pronta a collaborare da dentro per farli arrestare tutti.


 

Anche se la banda scopre che Morena non è morta nel famoso attentato a Istanbul, la ragazza torna finalmente nel suo paese grazie a Dona Helo, che la nasconde ancora in incognito per proteggerla. Mentre Morena scalpita per rivedere Leo e presentargli la figlia che ha avuto da lui, la donna, che sa del suo matrimonio con Erica, la svia verso un altro importante e commovente incontro, quello che sua madre Lucimar, che non si è mai rassegnata alla morte della figlia.


 

Così assistiamo al toccante incontro tra le due, dopo tutto il tempo del loro distacco e le due attrici rendono al meglio questo passaggio, sotto l'occhio benevolo del loro angelo custode. Ma se l'incontro tra le due è dolce, amara è la scoperta di Morena che il suo Teo è tornato tra le braccia di Erica.


 

Intanto Zyah continua la sua vita anche se Bianca cerca in tutti i modi di farlo cadere nella sua rete, decisa a continuare a lavorare come ballerina nel locale in Cappadocia dove vive l'uomo con la moglie e la sua famiglia. Riuscirà Ayla a mantenere al suo fianco l'uomo o il fascino della donna occidentale strapperà l'amato Zyah dal suo fianco? Ancora non ci è dato di sapere.


 

Spero di riuscire a proseguire la visione e finalmente di riuscire ad avere una visione completa di questa storia. Siamo comunque nella parte finale dove tutti i segreti dovrebbero essere svelati.

sabato 22 luglio 2023

INES DELL'ANIMA MIA di Isabel Allende


 Ho un debole per questa scrittrice, non posso negarlo. Anche se ho perso un po' di vista la sua penna negli ultimi tempi, se mi capita un suo romanzo tra le mani, finiscono sempre per comprarlo. Qualunque storia tratti, riesce sempre ad avvolgerla di un manto particolare, a darle lustro. Mi piace il suo tono che racconta storie, il suo gioco con la memoria, il modo in cui anticipa a tratti degli elementi, persa nel suo andare e vieni. A volte ci sono racconti che ti prendono di più, a volte di meno, ma è solo questione di gusto.


 

INES DELL'ANIMA MIA è una storia appassionante, basata su un personaggio storico esistito davvero e fondamentale per la formazione del Cile. Intorno a lei ruotarono figure maschili che in qualche modo presero molti meriti. A Isabel Allende il compito di dare fama a questa giovane donna spagnola che, lasciando l'Estremadura per seguire il marito Juan de Malaga, partito per la conquista del famoso Eldorado, si era perso nel Nuovo Mondo.


 

Una volta giunta lì, dopo varie peripezie, la sua strada si incrocerà con Pedro de Valdivia, eroe della conquista spagnola del Cile, sua anima affine, che la porterà con sé nella lunga conquista, fino alla fondazione della città di Santiago, con un piccolo manipolo di soldati e di uomini, tra cui spicca per rettitudine e onore Rodrigo de Quiroga.


 

Inés rievoca alla figlia di Rodrigo, Isabel, quegli anni turbolenti, visti con la consapevolezza dell'età matura raggiunta, descrivendo la parabola di un uomo retto, poi accecato dal potere e quindi perso, mentre emergono dalla scrittura vari personaggi che si incidono nella nostra memoria: la principessa inca Cecilia, che lascia il suo mondo dorato per amore, Juan, l'uomo per il quale lei si perde, Francisco de Aguirre, il compagno di tante battaglie di Pedro, l'india Catalina e il terribile piccolo Felipe.


 

Il suo tocco magico emerge anche in questo racconto. Non sono una grande amante delle storie basate sulla realtà, ma Isabel Allende riesce nel compito di saper raccontare qualsiasi cosa, rendendola fascinosa, drammatica, commovente.


 

Certo rispetto ad altre storie, questa mi ha toccato di meno, per la crudeltà della Conquista, per la drammaticità di alcune scelte e per un cinismo tipico di quegli uomini del tempo che credevano davvero di poter sradicare un mondo e una cultura, in nome di un Dio unico e solo.


 

Per il resto un romanzo della Allende merita sempre di essere letto e neanche questo sfugge a questa regola. Piccola curiosità! È stata tratta dal romanzo una serie televisiva spagnola che spero di recuperare quanto prima!

giovedì 20 luglio 2023

LA USURPADORA - Il Musical (2023)


Tra le prime telenovelas che ho visto in lingua originale, nei primissimi anni di università, c'era una storia messicana che riscosse grande successo in ogni angolo i mondo deve fu trasmessa con un'attrice, poi divenuta iconica, Gabriela Spanic a interpretare il doppio ruolo della buona e della cattiva. 

 


Quando ho scoperto che avevano fatto un musical con una nuova ambientazioni, mi sono ripromessa di recuperarlo e devo dire, dopo averlo visto, che è stata una piacevole riscoperta. 


 

La trama è più o meno quella della telenovela di Televisa del 1998, con piccole variazioni. Victoria è una donna ricca e cinica che, con la scusa di essere in riabilitazione in una clinica americana, se la sta spassando a Los Angeles con uno dei suoi innumerevoli amanti.


 

Di fronte all'ipotesi di dover tornare a casa, nel povero "pueblo mexicano" di San Mateo, dove la famiglia del marito ha una fabbrica di Tequila, coglie al balzo l'opportunità quando conosce Valeria, una giovane cameriera che le somiglia come una goccia d'acqua.


 

Ricorrendo al ricatto, costringe Valeria a partire per il Messico per farsi passare con lei con la famiglia: il marito, Carlos Daniel, i figli di lui avuti da un precedente matrimonio, e la severa e cinica madre di lui.


 

 

Quando la donna arriva, tutti sono colpiti dal cambiamento che la riabilitazione ha avuto su di lei, perché Valeria è l'opposto di Victoria: buona, piena di sentimenti positivi, alla mano e nel giro di poco conquisterà tutta la famiglia. Nel frattempo la relazione di Victoria con l'amante naufraga e lei decide di ritornare a casa scatenando un vero pandemonio.


 

La storia, a grosse linee, rispetta la trama della famosa telenovela, anche se tutto ha un pizzico di divertimento in più, creando situazioni allegre, colorate, utilizzando musica nota e voci di tutto rispetto. L'alternanza della parte recitata a quella cantata è ben calibrata. Non sono una grande amante di musical, ma qui è piacevole, perché la scelta di farli cantare su testi noti rende tutto più scorrevole.


 

Carino anche il cammeo di Gabriela Spanic, la vera Usurpadora, che arriva in un piccolo ruolo, giusto come omaggio, ma carini sono anche i riferimenti alle telenovelas di cui è disseminato il film.

 


Spesso ho visto pellicole tratte da romance che avevano un ché di ridicolo, quasi uno spirito critico nei confronti del prodotto che avevano utilizzato. Qui invece c'è decisamente un rispetto maggiore che rende piacevole la fruizione. Lo consiglio vivamente. Inoltre le voci di Isabella Castillo e di Alan Estrada davvero meritano.

UNA SIRENA A PARIGI di Mathias Malzieu


Non conoscevo questo autore francese, né i suoi romanzi né la sua musica. Ad attirarmi è stata la copertina e la trama piuttosto insolita. Amo il fantasy e quel tocco di immaginazione che, se ben gestita, aggiunge qualcosa a una trama. Mi divertiva l'idea della sirena che arriva a Parigi durante la piena della Senna e l'ho comprato mossa da un impulso, circa un anno fa, lasciandolo poi su uno scaffale in attesa che, prima o poi, mi tentasse.


 

In questa torrida estate, sarà stata l'idea della pioggia a Parigi, mi sono decisa a recuperarlo e ho scoperto un autore delicato, pieno di fantasia che, usando un cliché del ritrovamento da parte di un uomo di questa creatura mitologica, costruisce un racconto intenso, anche se breve, delicato e significativo allo stesso tempo.


 

La storia è quella di Gustav Snow, un giovane che, diversamente da molti della sua generazione, coltiva il passato quasi con reverenza, in modo particolare tutti i ricordi di sua nonna Sylvia, e la chiatta che ha lasciato in eredità a lui e suo padre, dove si coltiva in parte un passato sempre più lontano. Gustav è un sognatore e un romantico mancato, abbandonato dalla donna che amava, è convinto di essersi immune all'amore, ma una notte imprevedibile, il ritrovamento di una vera e propria sirena, sconvolge la sua vita per sempre.


 

Lula è una creatura mitologica, che ha migliaia di anni, e che, avendo avuto contatto con l'essere umano e avendo provato la sua crudeltà, ha affinato le sue armi per uccidere, con il suo canto, tutti gli uomini che si avvicinano. Prima di Gustav non immaginava neanche che fosse possibile trovare una creatura che, invece di provare a mangiarla, si prendesse cura di lei, ma soprattutto contro il quale il suo canto sembra davvero non sortire nessun effetto.


 

Mentre i due interagiscono tra di loro, e Lula riesce a seminare panico e distruzione in città, si dipana questa storia delicata sulla conoscenza di se stesso e degli altri, sull'importanza dell'immaginazione e dei sentimenti e sul potere di lasciarsi sempre sorprendere dalla vita.


 

Leggendo questo testo, tutto d'un fiato, una scrittura spezzettata, rapida, quasi come se fossero battute di una canzone, ho colto tutto il potenziale visivo di questa storia e non mi sono sorpresa quando ho scoperto che ne era stato tratto un film, che conto davvero di recuperare.


 

Romanzo adatto agli spiriti sensibili e quelli che non temono la dolcezza.

mercoledì 19 luglio 2023

IL PROFUMO SEGRETO DEL MARE di Fiona Valpy

 


Ho visto romanzi di Fiona Valpy in diverse occasioni, in vari gruppi che parlavano di quelli che io definisco "romanzi sentimentali", il più delle volte incentrati su figure femminili, sul loro percorso di vita e spesso con la nascita e il trionfo di un amore, percorso ben diverso rispetto al "romance" in senso stretto.


 

 Quello che mi colpiva notevolmente era soprattutto la copertina, con queste figure di donne, spesso di schiena, sullo sfondo un paesaggio poetico ed evocativo. Credo che sia questa la ragione per cui ho ceduto a questo romanzo che ho letto tutto d'un fiato in questi giorni di afa e riposo.


 

La storia segue due filoni: il punto di vista di Lexie Gordon, cantante di musical che, per eventi vari, è costretta a lasciare la sua vita londinese per tornare nel piccolo paese scozzese da dove è partita, e quello di Fiona, sua madre, nei turbolenti anni quaranta, nel pieno della guerra.

 


Con alternanza di tempi, di punti di vista (a Lexie viene concessa la prima persona, mentre a Fiona i tempi e i modi del racconto storico), si racconto l'amore e la guerra, la conquista e la perdita, mentre una generazione di giovani coraggiosi e determinati combatte per la libertà, segnando un'epoca.


 

La ricerca di Lexie sulle sue origini e sulla storia d'amore di sua madre Fiona per Alec, il figlio del Laird, contrastata dal padre di lui, riflette differenze di classe, conflitti, ma anche umane passioni, ben descritte, mentre ci viene offerta la prospettiva di un gruppo di ragazze (Fiona, Bridie e Mairi), che vivono quei tempi bellicosi cercando di rubare la felicità nei pochi momenti concessi.


 

Emozionante è anche il legame che Lexie crea con Davy, che prima conosciamo nella storia di Fiona, ancora bambino smarrito e sfollato dalla guerra, per poi apprezzare l'uomo che è diventato e che in qualche modo rappresenta quello che Lexie scoprirà di meritare.


 

Romanzo scritto in maniera semplice, ma ben sviluppato, che permette di respirare l'atmosfera di una comunità, come quella di un piccolo paese che si rivela il collante per rimettere insieme i pezzi della vita che Lexie aveva frantumato. Troverà, grazie alla scoperta delle sue origini, un nuovo modo per essere felice e per andare avanti, dando onore alla memoria e al passato.



Storia piacevole e romanzo che si legge facilmente e che consiglio a tutte quelle che amano i racconti di scoperta, di amore e di atmosfere.

lunedì 17 luglio 2023

LA SPIAGGIA SEGRETA di Karen Swan


 Dopo il corposo romanzo di WILBUR SMITH, I FUOCHI DELL'IRA, mi sono dedicata a qualcosa di più leggero, che avevo comprato diverso tempo fa, ma che, per una cosa o un'altra non ero riuscita a continuare. In quest'estate dedicata alla lettura, sono riuscita a riprenderlo e a finirlo. 


 

La trama mi aveva attirato da una bancarella dove c'era un'offerta interessante di due libri a € 9,90 e quindi mi sono lasciata tentare, anche se poi la parte iniziale, piuttosto lenta, in qualche modo mi aveva dissuaso a continuare. Sono contenta di aver ripreso il romanzo, anche se mi sono rimasti molti punti interrogativi.


 

Siamo in Svezia e Bell è una giovane donna inglese che lavora come babysitter di una famiglia locale, i Morget, che hanno tre figli: Linus, di dieci anni, e due gemelline di 3. Sembrano una coppia affiatata e Bell, che si nasconde da un dolore che ha stravolto la sua vita, sembra aver trovato un certo equilibrio fino al giorno in cui il telefono di casa squilla, cercando Hanna, la sua datrice di lavoro, con la sconcertante notizia che suo marito, che non è Max, l'uomo che vive al suo fianco, si è risvegliato dal coma.


 

La notizia arriva come una bomba a stravolgere tutti gli equilibri, perché Emil, il padre di Linus, è un uomo fascinoso e potente, che ha amato Hanna follemente, la cui vita è stata sospesa per ben sette anni e che adesso vuole riprendersi tutto quello che gli è stato tolto.


 

Bell si lascia coinvolgere dalle loro vicende, soprattutto quando, senza saperlo, la sera di Midsommar cede al fascino di uno sconosciuto, senza sapere che si tratta proprio di Emil, finendo per essere trascinata in una girandola di emozioni e di sentimenti.


 

La storia c'è, la penna della Swan ci offre anche delle ambientazioni interessanti, ma c'è qualcosa di innegabilmente lento nel ritmo e di fastidioso nei personaggi, tutti presi da un accecante egoismo che alla fine fine anche premiato. 


 

Hanna si comporta come una bimba immatura, pur essendo una psicologa di fama. Costringe il figlio Linus a vedere un padre che non conosce, steso su di un letto d'ospedale, quando lui ancora non ha consapevolezza neanche del tempo reale passato, cosa che non succederebbe in nessun paese civilizzato, figuriamoci in Svezia. Come minimo ci sarebbe un team di psicologi al suo fianco per permettergli di digerire un salto temporale così grande, invece qui viene risolto in maniera piuttosto semplicistica. Il modo in cui poi la donna gestisce tutto sembra farla delineare come la vera cattiva della storia, ma alla fine, con un colpo di coda o una reticenza dell'autrice, è assolta felicemente per regalare anche a lei il lieto fine.


 

Anche Emil che dovrebbe essere il fascinoso eroe della storia, appare solo un egoista interessato a recuperare un mondo passato, senza che si capisca chiaramente i suoi sentimenti nei confronti di Bell, testimone silenziosa di tutti i loro eccessi e quando perdiamo anche Max, scoprendo il suo ruolo nel passato, restiamo con la sensazione che qualcosa non funzioni nella trama, conclusasi con un lieto fine forzato. Non fraintendetemi! Amo i lieto fine, che spesso nella vita non si possono ottenere, ma deve essere conquistato sempre con un certa coerenza e qui si ha la sensazione di una certa fretta.

 


Nell'insieme la storia è carina, ma ho letto sicuramente di meglio. Consigliato a metà.

sabato 15 luglio 2023

I FUOCHI DELL'IRA di Wilbur Smith

 


Questa è una calda estate all'insegna del maestro dell'avventura, Wilbur Smith. Ho comprato diversi romanzi e ho avuto la possibilità di leggerne qualcuno. Ricordo di aver comprato  questo, I FUOCHI DELL'IRA, mossa soprattutto dal desiderio di capire come il rapporto tra Mandred e Shasa, due personaggi che avevo amato in LA SPIAGGIA INFUOCATA E LA SPADA DEL POTERE, sarebbe evoluto in questo nuovo capitolo, ma la mia natura romantica si è scontrata con un libro possente e cinico, drammaticamente realistico, lontano dai miei sentimenti infatuati.


 

Il tempo è passato per tutti e Shasa è un affermato politico con una bella moglie, Tara, e quattro figli piccoli: Sean, Michael, Garrick e Isabella. Manfred, che siede sullo scranno opposto nel parlamento, finalmente al potere come Ministro della Polizia, si è sistemato con la bella Heidi e ha tre figli: due femmine ( a cui non viene data dignità narrativa in quanto sono solo cornice) e Lothar, l'orgoglio del padre, e per me una debolezza solo in ricordo del fascinoso nonno.


 

La situazione politica del Sud Africa è drammaticamente turbolenta. La lotta tra bianchi e neri è sempre più accesa. Le ingiustizie crescono (siamo in pieno regime del Partito Nazionalista con l'imposizione dell'appartheid), nuove figure si affacciano (tra cui anche Mandela) e gli schieramenti si inaspriscono in alcuni casi, mentre in alti si affievoliscono i confini. Così Shasa e Manfred, da sempre contrapposti, senza sapere la verità (almeno da parte di Shasa) finiscono per allearsi e ritrovarsi a combattere per non perdere i loro privilegi.


 

Contrapposta a Shasa c'è la moglie Tara, figlia di Blaine, il colonnello che aveva sposato Centaine nei romanzi precedenti. La donna, con idee politi opposte al marito, si lascerà conquistare dal fascinoso e spietato Moses Gama, leader indiscusso dell'ala più estremista del movimento per la liberazione dei neri. Creatura sensuale e spietata allo stesso tempo, userà tutto il suo fascino per contrapporre Tara alla sua stessa famiglia e per utilizzarla per i suoi scopi, in una lotta di potere dove la fantasia si intreccia con eventi storici che ben conosciamo, dando vita a un racconto potente e centrato.


 

Innegabilmente è una storia che, nonostante la sua lunghezza, finisce per travolgere il lettore guidandolo fino all'ultima pagina ma allo stesso tempo il cinismo e la spietatezza degli anni raccontati e dei personaggi che si affacciano spiazza il lettore che non riesce a provare simpatia per i personaggi descritti. Gli uomini sembrano guidati dalla brama del potere, del successo, del denaro, pronti a tutto pur di affermare se stessi.


 

Moses è guidato più dal desiderio di affermare il proprio io che da quello tanto osannato di liberare il suo popolo. Se fosse interessato a questo, non si preoccuperebbe di essere stato sorpassato da Mandela, ma penserebbe allo scopo non al ruolo che lui deve avere nella rivoluzione. Manfred muove tutti i tasselli, appoggiando e affondando tutti quelli che ostacolano il conseguimento del suo sogno, ovvero l'ascesa alla massima carica del paese, e Shasa non è la bianca colomba che dovrebbe portare l'onore o il rispetto. Anche lui è pronto a tacere, mentire pur di ottenere i suoi scopi.


 

Se gli uomini sono consumati dalla brama di potere, le donne descritte da Smith in questo romanzo si dividono in due categorie: quelle "rincoglionite" dalla lussuria/amore e quelle ciniche e interessate solo ai loro bisogni. Poche si salvano da questo schema. Tara non si rende neanche conto del disprezzo del proprio amante, che la usa vergognosamente contrapponendola alla sua famiglia e lei rinuncia a qualsiasi dignità per appagare le sue fantasie. Victoria, la moglie di Moses, sembra avere maggiore sostanza di Tara, ma alla fine è un'altra vittima del fascinoso leader. Kitty, l'insegnante di Sean, la viziata Isabella non conquistano certamente per integrità, principi o sostanza.


 

In questo mondo sconvolto, dove divampano fuochi tempestosi, diventa complicato simpatizzare, ma l'abilità narrativa dello scrittore ti porta comunque avanti, guidati dal desiderio di scoprire il destino di ciascuno di loro. Qualcuno sarà punito, più o meno duramente, altri saranno in parte assolti, ma un innegabile velo di tristezza si stende su tutti loro, in un'epoca che ancora gronda sangue. Interessante e da leggere se si è letta tutta la saga dei Courteney.