Questa è una calda estate all'insegna del maestro dell'avventura, Wilbur Smith. Ho comprato diversi romanzi e ho avuto la possibilità di leggerne qualcuno. Ricordo di aver comprato questo, I FUOCHI DELL'IRA, mossa soprattutto dal desiderio di capire come il rapporto tra Mandred e Shasa, due personaggi che avevo amato in LA SPIAGGIA INFUOCATA E LA SPADA DEL POTERE, sarebbe evoluto in questo nuovo capitolo, ma la mia natura romantica si è scontrata con un libro possente e cinico, drammaticamente realistico, lontano dai miei sentimenti infatuati.
Il tempo è passato per tutti e Shasa è un affermato politico con una bella moglie, Tara, e quattro figli piccoli: Sean, Michael, Garrick e Isabella. Manfred, che siede sullo scranno opposto nel parlamento, finalmente al potere come Ministro della Polizia, si è sistemato con la bella Heidi e ha tre figli: due femmine ( a cui non viene data dignità narrativa in quanto sono solo cornice) e Lothar, l'orgoglio del padre, e per me una debolezza solo in ricordo del fascinoso nonno.
La situazione politica del Sud Africa è drammaticamente turbolenta. La lotta tra bianchi e neri è sempre più accesa. Le ingiustizie crescono (siamo in pieno regime del Partito Nazionalista con l'imposizione dell'appartheid), nuove figure si affacciano (tra cui anche Mandela) e gli schieramenti si inaspriscono in alcuni casi, mentre in alti si affievoliscono i confini. Così Shasa e Manfred, da sempre contrapposti, senza sapere la verità (almeno da parte di Shasa) finiscono per allearsi e ritrovarsi a combattere per non perdere i loro privilegi.
Contrapposta a Shasa c'è la moglie Tara, figlia di Blaine, il colonnello che aveva sposato Centaine nei romanzi precedenti. La donna, con idee politi opposte al marito, si lascerà conquistare dal fascinoso e spietato Moses Gama, leader indiscusso dell'ala più estremista del movimento per la liberazione dei neri. Creatura sensuale e spietata allo stesso tempo, userà tutto il suo fascino per contrapporre Tara alla sua stessa famiglia e per utilizzarla per i suoi scopi, in una lotta di potere dove la fantasia si intreccia con eventi storici che ben conosciamo, dando vita a un racconto potente e centrato.
Innegabilmente è una storia che, nonostante la sua lunghezza, finisce per travolgere il lettore guidandolo fino all'ultima pagina ma allo stesso tempo il cinismo e la spietatezza degli anni raccontati e dei personaggi che si affacciano spiazza il lettore che non riesce a provare simpatia per i personaggi descritti. Gli uomini sembrano guidati dalla brama del potere, del successo, del denaro, pronti a tutto pur di affermare se stessi.
Moses è guidato più dal desiderio di affermare il proprio io che da quello tanto osannato di liberare il suo popolo. Se fosse interessato a questo, non si preoccuperebbe di essere stato sorpassato da Mandela, ma penserebbe allo scopo non al ruolo che lui deve avere nella rivoluzione. Manfred muove tutti i tasselli, appoggiando e affondando tutti quelli che ostacolano il conseguimento del suo sogno, ovvero l'ascesa alla massima carica del paese, e Shasa non è la bianca colomba che dovrebbe portare l'onore o il rispetto. Anche lui è pronto a tacere, mentire pur di ottenere i suoi scopi.
Se gli uomini sono consumati dalla brama di potere, le donne descritte da Smith in questo romanzo si dividono in due categorie: quelle "rincoglionite" dalla lussuria/amore e quelle ciniche e interessate solo ai loro bisogni. Poche si salvano da questo schema. Tara non si rende neanche conto del disprezzo del proprio amante, che la usa vergognosamente contrapponendola alla sua famiglia e lei rinuncia a qualsiasi dignità per appagare le sue fantasie. Victoria, la moglie di Moses, sembra avere maggiore sostanza di Tara, ma alla fine è un'altra vittima del fascinoso leader. Kitty, l'insegnante di Sean, la viziata Isabella non conquistano certamente per integrità, principi o sostanza.
In questo mondo sconvolto, dove divampano fuochi tempestosi, diventa complicato simpatizzare, ma l'abilità narrativa dello scrittore ti porta comunque avanti, guidati dal desiderio di scoprire il destino di ciascuno di loro. Qualcuno sarà punito, più o meno duramente, altri saranno in parte assolti, ma un innegabile velo di tristezza si stende su tutti loro, in un'epoca che ancora gronda sangue. Interessante e da leggere se si è letta tutta la saga dei Courteney.
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