Tra i tanti simboli di questa storia, un posto speciale occupa la "piazza", luogo di aggregazione, punto focale di ogni piccolo paese e qui il posto dove più di una volta gli eventi si sono consumati davanti agli occhi di mille testimoni: dalla guerra dichiarata tra gli Sadoglu gli Aslanbey, alla povera Reyyan con il vestito da sposa, lanciata fuori dalla macchina da Azize, allo scontro tra le due fazioni dopo la calunnia di Gonul nei confronti di Azat. Adesso la piazza diventa il punto di espiazione per una Azize disperata che non riesce proprio a ritornare nei panni di Ayse, la giovane madre e innamorata che ha perso tutto per colpa degli altri, ma anche per aver ceduto all'odio.
Quando Miran, affrontandola, le chiede che fine abbia fatto sua madre e perché la sua tomba sia vuota, Azize finalmente parla e racconta la verità, ovvero che Dilsah non è mai morta e che l'ha tenuta lontano da lui per vendicarsi. Il ragazzo, accecato dal dolore e dalla speranza, corre al palazzo Sadoglu per vederla ma Dilsah è una donna il cui cervello è stato manipolato per anni e lo rifiuta, non credendo che lui sia davvero suo figlio.
Miran è sconvolto e affronta Azize, con tutto il disprezzo e l'odio che adesso hanno sostituito l'amore sincero che ha provato per lei per tutta la vita. Azize, disperata, non trovando parole per farsi perdonare, pensa che la punizione ideale sia quella di confessare i suoi peccati in pubblica piazza, davanti a tutto il paese. Così sveglia tutti, bussando alle porte, per portare i testimoni al centro e confessare davanti a tutti quello che ha fatto.
L'umiliazione, anche se pubblica, non soddisfa né Miran né Hazar che la odiano per tutto il male subito. Solo Reyyan, che ha scoperto la sua v era identità, cerca di trovare un modo per farla parlare, ma quando Azize pensa che solo la morte potrà purificare i suoi peccati, Reyyan si lancia sull'arma per strappargliela, scatenando una reazione da parte del marito e del padre che proprio non capiscono il suo intervento.
In realtà Reyyan interverrà poi successivamente, quella notte, anche quando il fedele Mahmut la chiamerà per chiederle di dissuadere Azize dalla sua decisione di uccidersi. La ragazza, di nascosto al mondo intero, la raggiungerà e riuscirà a dissuaderla con parole mirate.
Azize è pronta a espiare per ottenere il perdono di suo figlio e suo nipote, ma questi ultimi sono alle prese con problemi più grandi di questo. Hazar è in conflitto con Zehra, che, temendo la fine del suo matrimonio, non riesce a farne una giusta, mentre Miran è ossessionato dal desiderio di ottenere il riconoscimento di sua madre, che continua a negare qualsiasi parentela, in quanto Azize l'ha portata a piangere sulla sua tomba, le ha consegnato una maglietta insanguinata del figlio e ha fatto di tutto per cementare in lei questa convinzione.
Azize, anche volendoti perdonare, la vedo alquanto difficile la situazione. Persino quando Miran si lascia convincere da Reyyan a parlare con lei per portarla al Palazzo Sadoglu perché possa raccontare a Dilsah la verità, la donna non crede a una sola parola.
Intanto gli altri personaggi non se la passano certo meglio. Yaren ci ha illuso per un breve momento che la scoperta dell'amore di Harun potesse aver sciolto in lei quell'acidità e quel gelo che ce l'hanno resa odiosa fin dal primo episodio, ma è bastata davvero una notte per risvegliarsi dall'illusione. Persino Harun non ci ha impiegato molto per capire che la moglie è solo una manipolatrice che sogna di diventare la signora del Palazzo Aslanbey.
Deciso a liberarsi di lei e a chiedere il divorzio, l'uomo la trascina lontano, ma Yaren, terrorizzata al pensiero di fare la stessa fine di Reyyan (ovvero da moglie ripudiata) lo affronta e in una colluttazione spara al marito uccidendolo. I genitori corrono per salvarla da una situazione che sinceramente non credo possano nascondere a lungo, nonostante vogliano far ricadere la colpa su Azize.
Ci fanno invece sospirare positivamente Gonul e Azat che, dopo tre stagioni di conflitto, hanno cominciato a guardarsi con occhi diversi, ma non trovano il coraggio di confessare a se stessi o all'altro i loro veri sentimenti. Spero davvero che questa coppia si possa salvare dalla follia generale che non concede tregua o felicità a nessun innamorato. Spero ovviamente anche per Miran e Reyyan, ma sembrano davvero oggetto di una maledizione continua dove la felicità è davvero un traguardo lontano.