Marianna Vidal è un'autrice che presta grande attenzione alle storie che racconta e questa cosa a me piace parecchio.
Insomma,
nel genere romance, a lungo andare, si ha come la sensazione di leggere
sempre gli stessi intrecci che, in un modo o in un altro, sfociano
nella grande storia d'amore.
Lo stesso vale per Marianna, ma il suo è un mondo di fiaba, dove tutto rimane sospeso tra realtà e fantasia.
Qualcuno
potrebbbe obiettare che i protagonisti delle sue storie sono tutti
ricchi e bellissimi, come le ambientazioni spettacolari in cui colloca i
suoi romanzi, ed è vero, ma a me piace staccare dalla quotidianità e
immergermi in mondi diversi da quelli che vivo o sfioro giorno dopo
giorno. Nonostante tutto, le sue narrazioni non sono mai scontate e con
il suo terzo romanzo, La preda più ambita, uscito questa settimana su Amazon, ne abbiamo ancora una volta la conferma.
Audrey
e Micheal sono molto diversi dai protagonisti delle altre storie, ma ne
conservano il fascino e la capacità di coinvolgere, e dopo la dinamica
Giulia e la risentita, ma dolcissima Federica, è la volta di un
personaggio complesso, che alle spalle non ha una famiglia tradizionale,
che l'ama e la protegge.
Audrey
ha perso la madre quando era molto piccola e dopo un periodo felice al
fianco della nonna materna, è rimasta per anni in un collegio svizzero,
dove le hanno insegnato come vivere in società, sfruttando al massimo i
suoi talenti, ma le rigide e fredde regole dell'istituto ne hanno
minato, se possibile, ancora di più la stabilità emotiva.
Quando
la conosciamo, Audrey ha oramai venticinque anni, una laurea in
economia e commercio e la voglia di compiacere suo padre, il ricchissimo
imprenditore milanese, Antonio Sanni, che della bellezza e della
cosmesi ha fatto il suo successo.
Antonio
ha amato molto la madre di Audrey, ma quando questa è morta,
lasciandolo vedovo e padre di una creatura di cui prendersi cura, ha
deciso di delegare ad altri quello che era il suo compito, per dedicarsi
esclusivamente al lavoro.
A
modo suo vuole bene alla figlia, ma non è in grado di dimostrarglielo,
finendo spesso con il piegarla alla sua volontà, come nella fatidica
estate in cui Audrey incontra il grande amore della sua vita, l'uomo che
potrebbe colmare quel vuoto che si porta dentro da quando era bambina.
Ma chi è questo personaggio così solido e rassicurante?
Micheal
Turner è un regista inglese amato dal pubblico e dalla critica. Un caso
raro di talento, sensibilità e intelligenza, a cui non manca un'aspetto
da attore. Le donne lo venerano, i giornalisti lo perseguitano, ma
Turner è gelosissimo della sua privacy e anche se si concede non poche
scappatelle, non pare intenzionato a sposarsi tanto presto.
L'estate
in cui lo conosciamo, però, qualcosa accade e per la prima volta nella
sua vita si scopre interessato ad un esserino dispettoso e fragile, che
pare preoccupato solo di compiacere suo padre.
Tra
i due l'attrazione fisica è palpabile e tutto lasciarebbe pensare ad
una felice conclusione, ma gli eventi del passato e l'insicurezza di
Audrey rimescolano le carte, rendendo difficile ciò che sembrava così
semplice.
Una
storia d'amore solida, che supera molti ostacoli e porta il lettore
all'ultima pagina, in un soffio, alla ricerca di quella felicità tanto
cercata e per poco persa.
Lo consiglio a tutti gli spiriti romantici, che in un romanzo cercano sopratutto storie coinvolgenti e cariche di sentimenti.