venerdì 28 febbraio 2025

HERCAI - Le conseguenze dell'amore (29)

 


Mentre guardavo il ventinovesimo episodio di HERCAI, serie che decisamente mi sta appassionando, mi è venuto in mente un film di Sorrentino, di qualche anno fa, LE CONSEGUENZE DELL'AMORE,  non tanto per la vita del suo protagonista, ma per come un incontro possa stravolge completamente un'esistenza vuota che è alla ricerca di un senso. La vita di Miran, certamente, non si può definire vuota, ma è piena soprattutto di odio, un risentimento profondo, covato fin da bambino, alimentato da una donna che ha soffiato sulle sue ferite per mantenerle vive, per non permettergli di dimenticare. L'arrivo di Reyyan stravolge la sua esistenza e lo porta a compiere azioni irrazionali che potrebbero stravolgerlo, ma che, speriamo, possano concedergli soprattutto il meritato lieto fine.


 

È quello a cui pensavo mentre la villa di campagna degli Şadoğlu andava in fiamme e lui rischiava di perdere la donna amata e la cugina. Il più resistente di tutti, Miran riesce a sfondare la porta e a portare Reyyan, priva di sensi, ed Elif fuori dalla casa in fiamme, ma quando quest'ultima lo implora di salvare Azat, rimasto privo di sensi per  una trave che lo ha colpito, Miran dimentica l'odio e per amore, ancora una volta, compie l'impossibile, salvando il suo nemico. Di questo passo, Miran, penso che sia piuttosto difficile che tu possa realizzare la tua vendetta!


 

Mentre tutto va in frantumi e Azize scopre di essere stata al punto di uccidere Elif, senza saperlo, Miran lancia un'occhiata turbata alle due famiglie rivali, radunate intorno ai propri cari. La sua mente turbata riesce solo a mettere a fuoco Reyyan, salva per miracolo. I due si concedono una notte lontano dal palazzo Aslanbey, nell'hotel di proprietà della famiglia. E anche se sono ancora lontani da un matrimonio reale, l'intimità tra di loro cresce sempre di più, nella speranza che Reyyan possa superare anche le ultime paure.


 

La paura maggiore per Miran resta quella di poter perdere la donna amata, incrementata anche da quello che hanno appena vissuto, ma davanti alle paure di Reyyan, che nello specchio vede la sposa che è stata e che è stata sottratta al fuoco proprio da Azize solo per farla soffrire, decide di mettere da parte tutti i suoi timori e concentrarsi solo sulla moglie. Quest'amore che prova per Reyyan dove potrà portarlo? Tutti noi ci auguriamo verso la verità.


 

Intanto Zehra riceve la telefonata dal suo paese natale dove le si comunica che sua madre sta morendo e la donna decide di partire, dopo una certa reticenza che ci fa capire che i rapporti tra le due non erano buoni. In realtà sospetto che la maternità dell'attrice, decisamente evidente in questa fase della storia, debba averla portata ad un allontanamento momentaneo. Prima di andare via, però, decide di sfidare Azize Aslanbey, affrontandola e dicendole che, se toccherà sua figlia, si vendicherà svelando a Miran una grande e terribile verità: che Hazar è suo figlio e che il suo scopo di vendetta è quello di indurre il figlio a uccidere il padre.


 

Dopo quest'ennesimo colpo di scena, Zehra parte, sotto gli occhi di tutta la famiglia e di Reyyan che è andata a salutarla. Accanto a lei c'è sempre Miran che assiste all'arrivo, poco dopo, della polizia, venuta ad arrestare Hanife, la sorella di Azize, per l'incendio alla villa di campagna degli Şadoğlu, in quanto c'è un testimone che dice di averla vista.


 

Miran è turbato dalla notizia, ma non commenta nulla sul fatto che la donna è legata a sua nonna e che questo potrebbe avvalorare l'ipotesi che sia stata lei ad appiccare l'incendio dove hanno rischiato di morire. A farla uscire di prigione, poco dopo, sono gli stessi che l'hanno fatta incarcerare e che mandano Harun, lo strano fidanzato di Yaren (che ci aveva regalato la divertente scenata di gelosia di Miran poco prima in hotel), che viene mandato come portavoce di misteriosi nemici degli Aslanbey. Qual è il suo ruolo? Ancora non ci è dato di sapere.


 

E intanto, che qualcosa si stia muovendo, appare evidente, quando, ritornati alla grande mansione degli Aslanbey, Miran e Reyyan sono ancora una volta interrotti dall'arrivo di un uomo (che in un primo momento confesso di non aver riconosciuto) e che si svela essere il figlio dell'orafo Gabriel (quello che aveva mentito sulla provenienza dell'anello di Dilsah). Il padre è morto e l'uomo è venuto per raccontare la verità, un'ennesima verità che rischia di far tremare alle fondamenta, il regno di bugie di Azize Aslanbey,

giovedì 27 febbraio 2025

HERCAI - Il fuoco che cade (28)


La simbologia del fuoco è molto intensa in questa storia appassionante, come una favola dove gli elementi offrono una doppia lettura. Fin dal principio il fuoco della vendetta è un'immagine che Miran richiama più volte per descrivere il suo cuore in tumulto, fuoco alimentato in maniera crudele da Azize, perché il suo diabolico piano di vendetta possa finalmente colpire Hazar Şadoğlu, reo di aver distrutto il matrimonio di suo figlio? Ancora non ci è dato di sapere, ma anche questo è un fuoco che deve essere domato.


 

L'incendio è un'immagine anche reale, se si pensa al vecchio Nasuh che, tornando nella villa in campagna, ricorda le fiamme che bruciano e l'immagine di una donna lontana, fiamme che hanno segnato in modo indelebile la pelle della terribile Azize e che alimentano il suo odio assoluto che tutto distrugge. E il fuoco è anche l'immagine che la piccola Elif utilizzerà alla fine di questo episodio per descrivere i suoi turbamenti, le sue angosce cercando di far capire al cugino/fratello Miran l'aria avvelenata dai fumi tossici che la nonna ha fatto respirare loro tutti questi anni. "Il fuoco che cade", ha detto tremando "ha bruciato ogni cosa intorno e alla fine stiamo bruciando anche noi!".


 

Il matrimonio tra Azat e Elif coglie di sorpresa la vecchia Azize. Lei era la sua preferita, la prediletta, cresciuta, diversamente dagli altri nipoti, protetta e difesa dal suo stesso rancore, fino al loro arrivo a Midyat, dove non è stato possibile chiuderle gli occhi e le orecchie davanti al fuoco della vendetta. Elif, animo pacifico, insofferente alla violenza, non riesce a reggere tutto l'astio tra le due famiglie e, spinta anche dall'amore che ha scoperto di provare per Azat, altro personaggio tendenzialmente pacifico, decide di accettare il piano dell'altra famiglia, per porre fine alla guerra: sposare il proprio nemico.


 

Elif crede che questo possa fermare sua nonna che, prima incassa il colpo, poi tornata al palazzo Aslanbey cerca di alimentare la reazione di violenza di Miran. Reyyan riesce a calmarlo, con il suo amore, il suo affetto, la sua presenza costante che sembra quasi versare balsamo sulle sue ferite, ma basta che la ragazza si addormenti che le voci agitate dal patio fanno uscire Miran dalla sua stanza, per trovare Azize che sta organizzando il suo esercito privato per prendere d'assalto il palazzo Şadoğlu e riprendersi con la forza Elif.


 

Istigato e spinto, Miran parte da solo nella speranza di riuscire a recuperare la cugina, sicuro che Azat non ami Elif e che il suo scopo sia sempre quello di colpire lui. Reyyan, richiamata dalle grida, lo insegue, sperando di fermarlo e tutti si ritrovano nuovamente in strada, davanti al portone degli Şadoğlu, mentre Elif cerca di spiegare le sue ragioni.


 

Nessuno crede al matrimonio con Azat, ma lei si dichiara disposta a ritornare nel seno della famiglia solo se Azize rinuncerà alla vendetta. Ed ecco che la grande manipolatrice innesta nuovamente il fuoco, soffiando sulle ferite di Miran, rievocando il recupero dei corpi di sua madre e di suo padre, descrivendo anche i particolari macabri, per spiegare le ragioni per cui non potrà accettare la proposta di Elif. Rinuncia quindi, apparentemente, anche alla ragazzina amata, pur di aggrapparsi al suo odio.


 

Miran, accecato dall'odio, corre via per non cedere all'impulso di uccidere Hazar. Quest'ultimo lo insegue, rivendicando la sua innocenza, ma durante l'ennesimo confronto, Miran gli ricorda la bugia con cui ha cercato di separarlo da Reyyan e l'impossibilità quindi di credere in lui.


 

Reyyan però cerca di convincere il marito a indagare per risalire alla verità che non venga direttamente da sua nonna e lui, anche se con qualche resistenza, ci prova, cucciolo smarrito sui sentieri bui dell'odio e della vendetta, sperando di ritrovare la strada di casa.


 

Il fuoco tutto distrugge e spazza via e Azize pensa bene di colpire il suo nemico, dopo quello che le è stato fatto (ovvero la sottrazione di Elif), distruggendo il posto dove il vecchio Nasuh ricorda di aver amato, molti anni prima, la giovane Ayşe, la donna persa nell'incendio. Che si tratti di Azize? Fatto sta che, quello che la donna ignora, è che nella villa di campagna sono riuniti Reyyan, Miran, Azat e proprio la piccola Elif, alle prese con il dilemma se sciogliere o meno il matrimonio. Rinchiusi nella sala da pranzo, saranno colpiti tutti e quattro dalla violenza dell'odio della donna, da un incendio, vero questa volta, che dovrebbe trasformare in cenere il passato e tutti i suoi ricordi. 

mercoledì 26 febbraio 2025

HERCAI - Un debole raggio di sole (27)

 


La simbologia della luce e del buio è parte integrante di questo racconto, come la contrapposizione del nero e dei colori. Più volte Miran dichiara di amare Reyyan per i colori che ha portato nella sua vita e per la luce che sta cercando di strapparlo al buio, che è quello in cui una donna, accecata per la perdita del figlio, ha deciso di trascinarlo per vendicarsi. E qui la vendetta emerge in tutta la sua componente violenta, lontana dal concetto di giustizia, destinata, mi auguro, ad essere sconfitta dal potere dell'amore.


 

Reyyan ha sostenuto Miran nella scoperta dell'altra nonna, quella più vicina alla verità, e quando Azize reagisce violentemente alla sua presenza nella casa, cercando di insinuare le sue bugie per confondere Miran come fa di solito, Reyyan è lì solida come una roccia alla quale aggrapparsi per permettergli di non affogare. Miran, dopo le tempeste attraversate, sembra leggermente più pronto a combattere e questo gli permette di ordinare a Mamma Esme di preparare una camera per l'anziana donna, che con la sua presenza lo rasserena, parlandogli di una madre che lui ha sempre cercato di recuperare.


 

La luce, il debole raggio di sole, che arriva a dargli pace è proprio Reyyan, che, finalmente, dichiara di non voler più dormire sulla poltrona, ma di voler cominciare a dividere il letto con lui, anche se poco dopo spiegherà di avere ancora mille paure e turbamenti, dopo la notte di nozze. Il marito la rassicura, dicendole che mai le chiederà cose che non sia disposta a dargli, inoltre è al settimo cielo anche solo al pensiero di poter semplicemente dormire con lei. La poltrona fatta cadere nel patio dal balcone di sopra simboleggia tutta la frustrazione di quelle notti che lui ha trascorso sul pavimento, praticamente ai piedi della moglie, in una sorta di espiazione completa.


 

Dopo momenti di grande turbamento, finalmente li vediamo abbastanza sereni, almeno quando interagiscono solo tra di loro. E così Miran rivendica e ottiene quel famoso giorno di stacco, che le aveva chiesto quando erano in fuga, lui che l'aveva rapita alla cerimonia dell'henné. Adesso non c'è persona che possa strappare Reyyan dal suo fianco e finalmente i due parlano dei loro sentimenti, delle loro speranze per il futuro, dei sogni di un domani.


 

Fa quasi tenerezza vedere Miran, sempre oscuro e drammatico, che nei piani della malefica nonna, non dovrebbe sopravvivere alla scoperta di aver ucciso il suo stesso padre, cecare invece di immaginarsi un futuro insieme, che si tiene mano nella mano con una vecchia Reyyan a cui è stato legato tutta la vita.


 

Peccato che poi, i turbamenti in casa non manchino, come la sfuriata di Azize che, dopo aver ordinato la partenza di Elif da Midyat, cerca di riappropriarsi dei suoi meni, intestati momentaneamente a Firat. Quest'ultimo di oppone a restituirglieli, perché sostiene che lei sia accecata dalla rabbia e che voglia usarli solo per manipolare tutti loro.


 

L'aggressione del ragazzo viene poi seguita da vere e proprie minacce palesate a Esme, che, stanca della sua violenza, aveva sostenuto il figlio. Alla donna rivela di essere dietro agli attentati a Miran e Reyyan e di essere pronta a tutto pur di vendicarsi di chi la tradisce. Esme si sente male poco dopo, ma al momento Firat tiene duro e non restituisce ad Azize ancora niente.


 

E a infiammare ancora di più gli anime arriva la partenza di Elif, la timida, sofferente ragazza, soffocata dalla valanga d'odio che fino a questo momento era stata tenuta lontano da lei. Proprio questo clima di rancore e di paura l'ha spinta a spingere Hazar dalle scale. Non sopportando il peso della colpa, chiede di andare via e si lascia accompagnare da Miran e Reyyan. Tutti pensano che stia partendo per l'Europa dove continuerà i suoi studi, ma la sera giunge la notizia che la ragazza si trova a casa degli Şadoğlu.


 

Azize, terrorizzata e furiosa, corre insieme a Miran, Firat e Reyyan solo per scoprire che Elif si è sposata con Azat ed è diventata a tutti gli effetti una Şadoğlu.

sabato 22 febbraio 2025

HERCAI - Il potere salvifico del perdono (26)


C'era qualcosa che non riuscivo a capire, in questa manciata di episodi, ed era il modo in cui Miran si era chiuso nei confronti di Reyyan, per una mancanza di fiducia che, pur stancante, si poteva contestualizzare bene. Sulla bilancia c'erano infatti un padre amorevole che non aveva mai mentito e un marito che l'aveva ingannata nel modo più vile. Eppure, a dimostrazione di come questo prodotto sia ben fatto, in questa puntata, tutti i timori e le vere ragioni che lo inducevano a non volerla perdonare emergono in una scena potente, nella casetta in mezzo alla raduna dove tutto ha avuto inizio e dove tutto potrebbe ricominciare, come hanno ribadito più volte i personaggi. Ma procediamo per gradi.


 

Reyyan, contrariamente a molte protagoniste, e molto simile a Miran per buona parte della storia, perseguita il protagonista e cerca in tutti i modo di stargli accanto, come quando lui si reca dalla donna nel villaggio di Dilşah per scoprire che in realtà lei è la nonna che lui non ha mai conosciuto. 


 

Come al solito Miran rifiuta in un primo momento la verità, con Reyyan che gli sta accanto e che non lo molla neanche quando lui, addolorato e confuso, torna a Midyat e vorrebbe lasciarla dagli Şadoğlu. Reyyan si rifiuta di scendere dalla macchina e lui è troppo debole emotivamente per imporsi, così la porta con sé nel grande palazzo degli Aslanbey, dove nel frattempo sta succedendo di tutto.


 

Azize vuole spedire all'estero Elif, Gönül e la vecchia Esme, per togliersi dai piedi persone che stanno cominciando a infastidirla. L'arrivo di Reyyan in compagnia di Miran accende solo ancora di più la fiamma, perché la ragazza è pronta a sostenere il marito senza se e senza ma.


 

Elif è innamorata di Azat, Reyyan lo scopre per caso e guarda con preoccupazione a questo sentimento nuovo che il padre del ragazzo vorrebbe utilizzare per colpire Azize. Utilizza anche l'amore che il figlio ancora prova per Reyyan per cercare di convincerlo dell'utilità di un possibile matrimonio con la ragazza. Se lui fosse il marito di Elif, Azize non oserebbe toccare un capello di Reyyan, timorosa delle ripercussioni sulla nipote preferita. Azat esita ancora, ma comincia ad ammorbidirsi all'idea di sposare la ragazza, che adesso gli rivela vorrebbero mandarla all'estero senza il suo consenso.


 

A casa degli Aslanbey si presenta Zehra per rivelare alla figlia di essere stata lei a convincere il padre a mentire su Miran e questo incrinerà ancora di più il rapporto con la ragazza, decisamente delusa dal comportamento della sua famiglia e sempre più determinata a rimanere accanto all'uomo che il suo cuore ha scelto.


 

Scopre anche che la persona che ha mandato i documenti del divorzio a Miran, per esasperare la loro situazione precaria, è Yaren e questa cosa colpisce profondamente Miran, che non le ha mai prestato particolare attenzione e che ignora di essere stato l'oggetto di contesa nei rapporti tra le due cugine.


 

La resistenza di Miran nei confronti di Reyyan però ancora è presente e la donna decide di abbattere tutte le sue difese organizzando una strana sorpresa nella casetta della radura, dove tante cose sono successe. Miran si reca lì e trova tutti gli oggetti che ripercorrono la loro storia, legati da un filo di cotone spezzato con quell'episodio terribile dell'abbandono. È proprio lì che tutto si è interrotto ed è, fondamentalmente, la pietra più grande sul loro cammino.


 

Perché la resistenza di Miran è frutto soprattutto del suo senso di colpa, della consapevolezza di non essere degno del perdono di Reyyan e questo lo ha chiuso nei suoi confronti, davanti alla prova della sua mancanza di fiducia. In un confronto diretto e onesto tra le due parti, Miran per la prima volta riesce a chiedere sinceramente perdono a Reyyan e quando ci riesce, per la prima volta, i due si rendono conto che il passato non pesa più così drammatico su di loro e sono davvero pronti ad affrontare nuovamente la vita insieme.


 

Come prima cosa, Miran decide di andare dalla nonna, quella materna, per cercare di capire se è davvero lei, se il suo cuore è capace di accoglierla, ma adesso che ha imparato a perdonare, si rende conto che un balsamo sta scendendo sulle sue ferite e che forse riuscirà davvero a fare pace con se stesso. Così, appoggiato da Reyyan, decide di portare la donna a Midyat e di presentarla al resto della sua turbolenta famiglia.

mercoledì 19 febbraio 2025

HERCAI - Un cuore a pezzi (25)

 


L'immagine del cuore di Miran è ben rappresentata dal bicchiere che lui, in un momento di esasperazione, lancia contro il muro nella casetta che ha riparato per dimostrare a Reyyan che poteva ricostruire laddove aveva distrutto. I mille frammenti di vetro sparpagliati ai loro piedi dimostrano la sua teoria: che anche se Reyyan cercherà di metterli insieme, impresa già impossibile, l'acqua sfuggirà dal bicchiere attraverso le fessure ormai aperte e il cuore di Miran, dopo i mille rifiuti, è pieno di ferite che non gli permettono di trattenere l'amore per Reyyan, che ancora prova, ma che è coperto dal dolore.


 

In questo nuovo episodio della seconda stagione di HERCAI è davvero strano vedere i due protagonisti in una posizione invertita, con Reyyan che rincorre Miran da tutte le parti per cercare di convincerlo dei suoi sentimenti, decisa a riprendersi il marito a qualsiasi costo. Miran è addolorato anche perché, mentre cerca di smaltire il dolore provato per l'ennesimo attacco da parte di Reyyan, che lo aveva accusato di manipolare la piccola Elif pur di convincerla, viene colpito nuovamente dalla consegna dei documenti di divorzio, con la firma di Reyyan.


 

Sconvolto, rifiuta qualsiasi tentativo da parte di Reyyan e lascia il palazzo Aslanbey, dove tutto è in fiamme, con la decisione di Azize di mandare via Elif, Gonul ed Esma, e trova rifugio nell'unico posto che ancora gli offre un minimo di rifugio, ovvero la casetta in mezzo alla radura. Qui cerca pace, ma è perseguitato dal ricordo di Reyyan, che si presenta anche in persona, accompagnata da Firat che non vuole altro che pace per il suo amico.


 

Simbolico è anche il ricordo che Miran recupera, della mattina in cui ha abbandonato Reyyan immaginando però di ritornare indietro e di non abbandonarla. 


 

Reyyan cerca di chiedergli perdono, ma Miran le spiega che il problema è che lui sente che il male che le ha fatto non potrà mai essere perdonato e che trascorrerà il resto della sua vita a cercare di scontarlo, così come lei non riesce a vederlo in maniera diversa (alla fine si era fidata della parola del padre e non della sua proprio alla luce del passato) e lui non vuole che lei continui per il resto della vita a non fidarsi. Così la separazione gli sembra la soluzione migliore.


 

Reyyan non cede, torna a casa, si congeda dalla famiglia, che nel frattempo la guarda turbata, sperando che lei possa perdonare ognuno di loro per ragioni diverse. Ma Reyyan è decisa. Miran non vuole sentire ragioni, ma lei non mollerà. Quando, dopo l'ennesimo tentativo, lei lo raggiunge nuovamente lui le getta in faccia i fogli del divorzio, dimostrandole che in realtà lei vuole terminare la relazione quanto lui.


 

Reyyan è furiosa e crede che sia stata la madre a mandare i documenti a Miran e in una scena intensa, dove lei torna coperta di pioggia, con i fogli bagnati che stringe in mano, rivendica che non intervengano più nella sua vita e che la lascino fare le sue scelte, qualunque esse siano.


 

In realtà è stata Yaren a intromettersi per la centesima volta, nella speranza di separarli, ma Reyyan è come un treno in corsa e ripercorre i passi di Miran, quando tentava di convincerla. Si intrufola nel palazzo Aslanbey dal tetto, gli lascia rose e bigliettini, affronta decisa e determinata Gonul, che rimette al suo posto con decisione e classe, e quando lui si reca nel paese di Dilşah, lo raggiunge per fare in mille pezzi i documenti di divorzio e rivendicare il suo posto accanto a lui, ovvero la sua spalla anche quando Miran, sconvolto, scopre che la donna anziana che gli aveva parlato di sua madre, è in realtà proprio sua nonna materna. Le braccia di Reyyan sono quelle che lo reggono. Ce la farà la nostra eroina a convincerlo? 

lunedì 17 febbraio 2025

HERCAI - Il peso del passato (24)


Hercai sta diventando una droga e macino episodi uno dietro l'altro alla ricerca degli indizi che porteranno alla risoluzione degli enigmi e soprattutto al riavvicinamento tra Reyyan e Miran, ancora separati dalla verità. La donna in una scena dice al marito che devono collaborare e che lo faranno fino a quando entrambi non vedranno la stessa verità, perché per il momento ognuno ha una sua versione. Per capire il presente, però, bisogna tornare indietro al passato e cercare di ricostruire quello che è successo.


 

Miran è generoso quando si tratta di consolare Reyyan, delusa dal gioielliere che ha sostenuto le bugie di Azize Aslanbey, anche perché lui resta solido nella sua verità che è tutta colpa di Hazar Şadoğlu, ma Reyyan è convinta e continua a ripetergli che suo padre mai le ha mentito, mentre lui si. 


 

Azat, il cugino, è convinto giustamente del fatto che tutto il suo accanimento per cercare la verità e scavare nel passato dipendano dal suo desiderio di mettere fine alla guerra e di riconciliarsi con il marito, anche se Reyyan sostiene il contrario. La famiglia continua a insistere perché lei firmi le carte del divorzio e l'unica che mi è simpatica resta la piccola Gül, che usando il cellulare della sorella, invita Miran a casa, per vederlo.


 

La tenerezza di Miran con la piccola Gül ci offre l'immagine dell'uomo che potrebbe essere senza il peso di quel passato insanguinato che Azize gli ha riversato sulle spalle. Reyyan insiste nel cacciarlo, nel dirle mille volte di non volerlo più e che lo metterà davanti alla verità, strappandogli la benda dagli occhi.


 

Una notte qualcuno si intrufola nella stanza di Reyyan per lasciarle un messaggio. Per un attimo ho creduto che fosse la misteriosa lettera di Dilşah, ma si tratta invece di uno dei bigliettini azzurri, come quello dei suoi rapitori, dove si invita la ragazza in un villaggio che viene definito di Dilşah.


 

Melike le sconsiglia di andare, temendo per la sua vita, ma Reyyan, determinata, il giorno dopo parte anche se prova a chiamare Miran, che non risponde subito. Quando l'uomo la richiama, per ripicca, non risponde e lui cerca Melike che, allarmata, gli dice di correre da Reyyan, che potrebbe rischiare la sua sicurezza.


 

Ovviamente Miran non se lo fa ripetere due volte e spicca il volo, ma solo per convincere Reyyan a tornare indietro, sostenendo l'assurdità di quanto le hanno scritto nel biglietto, perché sua nonna gli ha sempre detto che Dilşah era di Midyat.


 

La determinazione della donna lo inducono a seguirla e proprio qui, appena arrivato, lo riconoscono subito come Miran, il figlio di Dilşah, sconvolgendo il ragazzo, che incontra una donna che è cresciuta con sua madre e che gli mostra la casa dove la donna era nata e cresciuta. 


 

Pur non volendo credere in un primo momento, l'abbondanza di tutte le sue cose, le sue foto, i suoi ricordi mettendo Miran davanti alla verità del passato. "Solo chi affronta il proprio passato, può svegliarsi ogni giorno nel futuro!" le ricorda l'anziana donna e lui, piangendo tra le braccia di Reyyan  sembra cominciare a vedere uno spiraglio di verità oltre la benda saldamente stretta sui suoi occhi.


 

Peccato che il ritorno a Midyat sia alquanto traumatico, perché Miran vede la piccola Elif davanti alla porta della casa degli Şadoğlu, in compagnia di Azat. Furioso e preoccupato, cerca di trascinarla via, ma lei è come una piccola furia, venuta per rivelare agli Şadoğlu la verità che stanno cercando di nascondere. È lei che ha spinto Hazar giù dalle scale. E Reyyan, come in un primo momento Miran, rifiuta di crederle e pensa che sia stato il marito ad orchestrare ogni cosa. A quel punto, stanco di dover lottare sempre contro di lei, deluso dall'ennesima rivendicazione di vicinanza alla famiglia, Miran se ne va trascinando la piccola Elif e Hazar fa quello che avrebbe dovuto fare fin dal principio: rivela alla figlia turbata la verità sulla sua aggressione!