domenica 31 maggio 2015

CITAZIONI DA "RISCATTARE L'ANIMA DI UN UOMO" 1X16





Non dubito che possiate curare il suo corpo, ma ci sono ferite che non sono facili da trattare. Temo che la sua anima sia in subbuglio.
Monaco


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Claire: Jamie, parlami. Che ti ha fatto Randall?
Jamie: Troppo e non abbastanza.

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Va tutto bene. Il peggio è passato. Vedrai...Mio Dio (guardandolo) Sei una creatura magnifica.

Randall

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Non farei il verme con me,  Jamie. Voglio che questa sia un'esperienza piacevole per tutti e due. 

Randall

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Monaco: Che cosa meravigliosa, straordinaria...Forse un miracolo. 
Claire: Un miracolo? In qualche modo non penso che esista una simile cosa applicata alla mia situazione. 
Monk: Vero, ma il Signore vede la verità in tutte le cose e così conosce anche la tua. Qualunque possa essere stato il tuo peccato, abbia fede che sarà perdonato. 

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Come puoi salvare un uomo che non vuole essere salvato?

Jamie

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Jamie: Non ha solo usato la forza per avere quello che voleva. 
Claire: Dillo.
Jamie: Ha fatto l'amore con me, Claire. 


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Me ne sto sdraiato sentendo che morirò senza il tuo tocco, ma quando ci tocchiamo, vorrei vomitare dalla vergogna. 

Jamie

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Se mi togli l'unica cosa che da un senso a tutto per me, allora morirò con te qui e adesso. 

Claire


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 "Randall ha avuto il tuo corpo, ma che io sia dannata se avrà anche la tua anima. Tu sei mio e noi due siamo destinati a stare insieme. Ti avrò in qualsiasi modo possibile...Sempre."

Claire

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"Non posso più essere tuo marito, ma non sarà niente di meno. "

OUTLANDER - RISCATTARE L'ANIMA DI UN UOMO (Stagione 1, Episodio 16)



Mi sono preparata a questa puntata da un po' di tempo, timorosa di come l'avrebbero portato sullo schermo, avendo letto il romanzo ed essendomi resa conto del percorso che gli autori avevano seguito. Non ci hanno risparmiato nulla di tutto quello che c'era nel testo della Gabaldon, con una fedeltà ed un rispetto che penso Diana avrà apprezzato profondamente. Mai una trasposizione, a mio parere, è riuscita tanto nell'intento di ricreare, con i potenti mezzi visivi che lo strumento offre, un mondo nato sulla carta scritta. Certo è innegabile che ci siano tagli ed adattamenti, con un'omissione alla fine di questo episodio che un po' mi rattrista (la scena della grotta per chi ha letto il libro), anche se capisco che è legato anche alla  brevità dei tempi a disposizione. Ma procediamo per gradi.


Dopo l'oscuro e potente episodio di LA PRIGIONE DI WENTWORTH, la storia riprende il punto laddove l'avevamo lasciato. La notte è finita ed i tamburi rullano annunciando l'imminente esecuzione. Jamie è steso a fianco al suo torturatore ed invoca una morte che porrà fine a quella spirale di dolore e sofferenza nella quale è precipitato. Black Jack però viene distratto da un rumore strano, ovino, che proviene dai tetri corridoi. Non ha il tempo di uccidere pietosamente la sua vittima, che un gregge inferocito lo travolge schiacciandolo sotto al proprio peso. 


I nostri improbabili eroi sono Murtagh, Rupert e Angus che trovano il corpo seviziato di Jamie. L'orrore e la pietà sono emozioni che ben emergono sul volto degli attori, con Murtagh che lo solleva tra le braccia portandolo fuori dalla prigione dalla porta lasciata aperta da Claire la notte precedente. Mentre le guardie cercano di realizzare cosa sia successo, ad attendersi c'è un carro che li conduce lontano dalle prigioni. Claire li sta aspettando ed il gruppetto continua la fuga con Jamie confuso e delirante, che rifiuta qualsiasi contatto anche con la moglie.


Nel romanzo la fuga era diversa, con pericoli ed un episodio che Claire ricorderà per tutta la vita (alludo a quello del giovane soldato inglese che incontrano sul cammino - per quelli che hanno letto LA STRANIERA). Qui per questione di tempi e mi immagino per non compromettere troppo una certa linea per la nostra protagonista, eliminano il tutto ed il gruppetto trova rifugio in una abbazia  nei pressi della cosa. Siamo ancora in territorio Britannico, controllato dagli inglesi, ma nessuno al momento pensa che i fuggiaschi abbiamo trovato un riparo in un monastero cattolico.


I frati offrono subito la loro assistenza ad una Claire disperata, ma pronta a tutto pur di salvarlo. Il vero nemico però sembra essere lo stesso Jamie che rifiuta qualsiasi sostegno ed aiuto, invocando una morte che vede come unica consolazione e salvezza. I danni arrecatigli da Randall sono molto più profondi delle cicatrici che gli ha lasciato sul corpo martirizzato e Claire ben presto si rende conto che non è solo il corpo di Jamie ad essere stato violato, ma anche il suo spirito.


Disperata non si rassegna, mentre Murtagh cerca di far ragionare Jamie e di farlo reagire. Attraverso la lotta interiore del personaggio riemergono le scene raccapriccianti della Prigione di Wentworth, il gioco pericoloso e crudele operato da Randall sul ragazzo, la violenza e la seduzione, il dolore e la perdizione, tanto che Claire realizza che non riuscirà a riscattare la sua anima senza misure drastiche.

Quando Jamie cerca di convincere il giovane Willy a lasciargli il pugnale per porre fine alla sua vita, Claire deciderà di trascinare Jaime nuovamente nel baratro della sue emozioni e dei suoi incubi per portarlo ad affrontarli e liberarsi, in una scena toccante in cui il marito le confessa di essersi lasciato spezzare e di essersi arreso. Dopo le tenebre, però arriva sempre la luce ed il giorno successivo, con l'aiuto anche di Murtagh, l'esportazione del marchio di Jack Randall sul suo corpo sarà solo il primo passo verso la guarigione.


Intanto la scelta è obbligata. La Scozia non è più un posto sicuro per nessuno di loro due e Claire e Jamie decidono di partire alla volta della Francia. Dopo un simpatico congedo con Angus, Rupert e Willy, Murtagh, Claire e Jamie si imbarcano sulla CRISTABEL, la nave che li porterà al sicuro. E mentre il futuro si dipana davanti a loro, con Claire che suggerisce di recarsi a corte alla ricerca del giovane Carlo Stuart per impedire la follia della guerra, la notizia che riuscirà a strappare un momento di gioia nel cuore dolorante di Jamie è quello dell'arrivo di un bambino, una vita nuova e non sperata, a consolidare un'amore come pochi.


E così ci lasciano, dopo mesi e mesi di attese, anticipazioni, emozioni, momenti romantici e drammatici, orrore e allegria in una serie che ha ancora tanto da dire. Quest'ultimo episodio ha chiuso con toni drammatici, ma con una speranza per il domani a cui tutti i fans si aggrapperanno nella snervante attesa della seconda stagione. E per quelli che non possono resistere, consigliamo la lettura di L'AMULETO D'AMBRA , convinti che gli autori della serie sapranno portare sul piccolo schermo il groviglio emozionante di avvenimenti che lo caratterizzano, con un rispetto fedele che davvero è di pochi.

VOTO: 10

VELVET - MASCHERE NUDE (Stagione 2, Episodio 10)



Questa settimana il consueto appuntamento con la Galleria più famosa d'Italia è tornato il mercoledì con una puntata dedicata a tanti temi, anche se sicuramente il tanto atteso momento di verità tra Pedro e Rita è arrivato.


Avevamo lasciato Cristina con la sconvolgente scoperta che Alberto l'ha tradita. La donna, mandati via gli ospiti, affronta l'uomo rivendicando sincerità e verità e lui, che questa stagione è quanto mai insicuro e confuso, come non lo era stato nella prima, si rifiuta di darle una spiegazione, perché le rinfaccia di sentirsi un burattino nelle mani della famiglia di lei. Quello che non capisco di questo personaggio è perché adesso rifaccia alla donna una situazione che ha creato lui, incasinandosi sempre di più. Invece di mandare al diavolo il suocero, che lo ricattava di svelare tutto alla figlia (che Alberto neanche amava) ha finito per dargli la maggioranza delle azioni della VELVET, e adesso scalcia per il risultato. Inoltre vuole Anna, ma se ne va a letto con la gatta morta della Airsa e questo è uno scivolone che davvero non gli perdono.


Intanto l'altro uomo della puntata è Pedro, che incapace di rivelare a Rita i sentimenti che appaiono evidenti anche agli occhi di un bambino, si ritrova sull'altare con Rosa Maria, che non le pare vero di riuscire a trascinarlo davanti ad un prete. Nella loro relazione immagino che lei lo abbia accecato, trascinato nel fienile, abbia fatto tutto lei e che poi se ne sia andata. Mai visto un personaggio più imbranato. Un atto d'orgoglio e di riscatto ce l'ha sull'altare. Rita non se la sente di rimanere fino al fatidico si e quindi si allontana, dandogli lo sprono che lo induce a parlare e a rifiutare Rosa Maria, che sviene penso per la sorpresa che anche Pedro ha una volontà. Fatto sta è che poteva pure scegliere un altro momento. Comunque ce lo teniamo così com'è.


Se Rita cammina dieci metri sopra al cielo, intanto Isabel decide anche lei di buttare la maschera e di parlare con Alberto. Ormai quasi tutti sanno la sua identità e la donna decide di essere sincera. Peccato che ha beccato l'unica giornata no del figlio, che ha una reazione violenta e burbera alla scoperta che la madre non è mai morta e che il padre non è lo stinco di santo che pensava lei. Certo che, visto il modo in cui Don Rafael ha cercato di manipolare la sua vita e di osteggiare il suo amore per Anna, il suo stupore mi sorprende. Deduco che è solo per colpa dell'irritazione generale che prova per il mondo intorno a lui.


Intanto l'appuntamento con la Airsa arriva e vengono presentate le divise. Anna, che ha cercato di far ragionare Alberto inutilmente, si gode il suo momento con a fianco Carlos che vuole presentarle la sua famiglia. Intanto Isabel, addolorata per il rifiuto del figlio, decide di partire per Cuba, ma Alberto, rimesso di buon umore dal successo della presentazione, si rende conto di aver fatto una stupidaggine e corre a fermare la donna, che, malata e preda dell'emozione, gli sviene tra le braccia.


L'argomento della puntata era alquanto toccante, eppure c'era qualcosa nel insieme che non mi ha convinta pienamente, come se mancasse un approfondimento o come se mi facessero vedere cose che non seguivano una logica completa. Nel complesso comunque resta sempre una certa simpatia per personaggi ormai familiari e per dinamiche note, ben girato e ben recitato.

VOTO: 6


sabato 30 maggio 2015

Frasi tratte da VESSILLI DI GUERRA (OUTLANDER)


VOL IX




«Magari verrà un giorno in cui io e te ci separeremo di nuovo», sussurrò alla fine, e le sue dita mi sfiorarono le labbra, lievi come il tocco di una foglia caduta. Sorrise appena. «Ma quel giorno non sarà oggi

(Jamie a Claire)

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«Il mondo e ogni giorno che vi si trascorre sono un regalo, mo cridhe, qualunque cosa possa accadere domani"

(Jamie a Claire)

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«Devi inventare te stesso», sussurrai tra le ombre all’interno dei capelli che mi erano ricaduti sul viso. «Guardi le altre donne... o gli altri uomini, cerchi di provarti addosso le loro vite per vedere se sono della tua misura. Prendi quello che puoi usare, e cerchi dentro te stesso quello che non riesci a trovare altrove. E sempre... sempre... ti domandi se tu ti stia comportando nel modo giusto.

(Claire e Jamie)

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. «Il Re potrà anche cadere, ma la terra resterà. E se noi vogliamo tenercela anche dopo che sarà tutto finito dobbiamo farla rilevare e registrare come si deve. Quando cominceranno i disordini, quando la gente dovrà lasciare le sue proprietà o magari vedersele confiscare – e sarà una bella fatica riprendersele, ma forse è possibile – sarà meglio avere un atto legale con cui dimostrare che un tempo era nostra."

(Jaime ai suoi)

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«Mi domando se è così che si sente il Signore», commentò ad alta voce...«In grado di vedere le stupidaggini che gli uomini stanno per commettere senza però poterci fare un dannato fico secco."

(Jaime a Claire)

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«Quante notti ci sono in vent’anni, a nighean? Quante ore? Infatti fu quello il tempo che io trascorsi a domandarmi se mia moglie fosse ancora viva e, se lo era, se stava bene. Lei e mia figlia.»

(Jaime a Claire)

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  «Io avrò quelle carte. E che sia un Giorgio oppure un altro a regnare, in futuro, questa terra sarà nostra. E vostra.

(Jaime ai suoi)

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In effetti dicono», sussurrò, «che una grande tempesta preannuncia la morte di un re.»

(Jaime)

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«Eppure mi sento ardere da un fuoco quando vengo da te, Sassenach... e così sarà sempre, credo, finché non saremo ridotti in cenere.»

(Jaime e Claire)

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Conoscevo i limiti del suo corpo... e i suoi miracoli. Lo avevo visto sedersi, al termine di una giornata di duro lavoro, con la spossatezza scritta in ogni fibra del suo corpo. O muoversi lentamente, testardo contro le proteste di carne e ossa quando si alzava nel freddo mattino. Mi sentivo pronta a scommettere che non avesse vissuto un solo giorno, dopo Culloden, senza provare dolore, i danni fisici della guerra aggravati dall’umidità e dai rigori della sua vita. E avrei scommesso anche che non ne aveva mai parlato con nessuno. Finora

(Claire pensando a Jaime)

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Ciò che ero alla nascita non conta, l’importante è solo cosa ne farò di me, quello che diventerò.

(Frase pensata da Roger e scritta da Geillis Duncan)

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 L’insistenza per dormire nel suo letto. Gli scuri aperti, in modo da poter udire le voci della sua famiglia di sotto, dei fittavoli fuori. E me accanto a lui. Aveva, con molta cura e senza farne minimamente parola con me, deciso come e dove voleva morire.

(Claire pensando a Jaime)

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«Vedere il passaggio degli anni su di te mi dà gioia, Sassenach», bisbigliò, «perché significa che siamo vivi.

(Jaime a Claire)

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Ho ancora del lavoro da fare. Ho pensato – per un po’ – che forse non era così; che tutti voi poteste farcela, tra Roger Mac e il vecchio Arch, Joseph e i Beardsley. Ma la guerra è in arrivo, e purtroppo...» fece una leggera smorfia, «io sono un capo.» Scosse appena la testa, rassegnato. «È stato Dio a rendermi tale. Mi ha affidato questo obbligo, e io debbo adempierlo, a qualunque costo.

(Jaime a Claire)

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Difficile competere con Jamie Fraser, per un comune mortale.

(Roger pensando a Jaime)

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Forse era più facile aver perso una figlia alla nascita, senza gli anni di conoscenza che avrebbero lasciato buchi frastagliati nel tessuto della vita quotidiana. Eppure conoscevo Faith fino all’ultimo atomo del suo essere; c’era un buco nel mio cuore che corrispondeva esattamente alla sua sagoma.

(Claire pensando a Faith)

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«Non c’è bisogno di tutta questa delicatezza, quando parli con me."
«Lo so», rispose con un ghigno. «Ma io non sono ancora diventato un tipo rozzo, nonostante ti frequenti da così tanto tempo, Sassenach.

(Jaime e Claire)

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 Era forse più figlia di Jamie che mia, riflettei mentre osservavo la luce del fuoco incresparsi sulle cascate dei suoi capelli a ogni movimento. Possedeva il suo coraggio, la sua grande tenerezza, ma era il coraggio di un guerriero, la tenerezza di una forza che poteva anche annientare, se voleva. Non ero riuscita a trasmetterle il mio dono: la conoscenza di sangue e ossa, le vie segrete delle cavità del cuore.

(Claire)

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«Mi sveglio sempre quando tu sei sveglia, Sassenach: dormo male, quando tu non sei al mio fianco.

(Jaime a Claire)

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Jamie era un Highlander. Per quanto il Signore Onnipotente potesse insistere che la vendetta spettava a Lui, nessun Highlander maschio di mia conoscenza aveva mai ritenuto giusto lasciarGli gestire simili faccende senza un po’ di aiuto. Dio aveva creato l’uomo per qualche motivo, e in cima alla lista di quei motivi compariva la protezione di una famiglia e la difesa del suo onore... a qualsiasi costo.

(Claire)

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Ma il punto è questo: credo che ci siano periodi giusti per gli uomini di pace, ma che ci sia un tempo anche per gli uomini di sangue.

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«Quando alla fine arriverà, il giorno in cui davvero dovremo separarci», sussurrò, e si girò a guardarmi, «se le mie ultime parole non saranno ‘ti amo’, sappi che sarà solo perché non ne ho avuto il tempo.

(Jaime a Claire)

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«Io scommetto a favore del gatto, Ian», osservò Jamie entrando nell’ambulatorio. «Ha un’altissima opinione di se stesso, quell’Adso. L’ho visto inseguire una volpe, la settimana scorsa.

(Jaime parlando dello scontro tra Adso e Rollo)

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VESSILLI DI GUERRA di Diana Gabaldon (La Saga di Jamie e Claire - Vol IX)



Mi ero presa una lunga pausa dai romanzi della Gabaldon, dopo la delusione di LA CROCE DI FUOCO. Quando le aspettative sono alte, le delusioni lo sono altrettanto, ma la verità è anche che la scelta editoriale di tagliare un romanzo concepito con una sua unità narrativa, con indizi presenti in una prima parte, che poi si compongono come un puzzle nella parte finale per darci una visione completa, fa si che la prima parte ogni volta mi lasci con un senso di frustrazione e fastidio.


In questa fase quasi di concedo momentaneo alla storia di questi due amanti (siamo ormai ad un passo dalla visione dell'ultimo episodio della serie televisiva) sentivo il bisogno di ritrovarli. Inoltre odio lasciare una storia (che nel bene e nel male mi ha convinto) a metà e quindi mi sono sempre detta che sarei andata avanti. Mi sono fatta coraggio e ho ripreso in mano il volume e alla fine di quest'ennesimo viaggio nel mondo creato dalla Gabaldon posso dire di essere felice di averlo fatto.



La verità è che la guerra si avvicina, con tutti i suoi intrighi, questioni politiche, tentativi degli inglesi di coinvolgere un uomo che vorrebbe mantenersi neutrale (soprattutto alla luce della consapevolezza dell'esito della guerra), ma che allo stesso tempo non riesce ad evitare un suo coinvolgimento, per una personalità quanto mai prorompente e carismatica.



Jamie e Claire non sono più due ragazzini che cercano di cambiare l'esito della storia. Dopo Culledon entrambi sanno che non è possibile, ma cercano di affrontare il futuro con la consapevolezza di quello che verrà. Jamie ha ottenuto concessioni terriere che rischiano di essergli sottratte se si opporrà alla volontà del Governatore, ma sa anche che gli Inglese perderanno la guerra e cerca di trovare un equilibrio. Di fronte alle scaramucce e agli scontri dei cosiddetti Regolatori, Jamie è costretto a partire, portando con sé Claire, non disposta a lasciarlo, e anche Roger.


La parte che ho trovato più difficile da digerire è quella politica, ma laddove la guerra finisce per concretizzarsi nei singoli e nelle loro vicende personali, tutto l'interesse si è risvegliato. Rispetto agli altri romanzi, la presenza dei vari personaggi, come Roger e Brianna, ad esempio, in qualche modo arricchiscono il quadro, ma onestamente sono una cornice dove il vero capolavoro sono sempre loro.


Anche se Roger è riuscito a tenere il mio fiato sospeso, soprattutto con la terribile vicenda dell'impiccagione, con tutte le conseguenze drammatiche per il nostro usignolo, tutto il fascino continua ad esercitarlo Jamie, il suo rapporto maturo con Claire, ma non per questo meno appassionato, il suo carisma di leader che i suoi uomini finirebbero per seguire anche nel fuoco. Roger e Brianna sono carini insieme, ma non riescono a conquistarmi come l'altra coppia e a tratti persino Roger ne appare consapevole, come a dire che certi amori sono davvero rari ed unici.


Tra i momenti più emozionanti, ricordavo appunto quello dell'esecuzione di Roger, ma ovviamente anche le tribolazioni di Jamie, morso da un serpente velenoso durante una caccia, che sembra quasi rendere mortale un amore che fino ad ora ci è apparso quasi in grado di sfidare anche la morte. A combattere per lui, come sempre, Claire, disposta a tutto pur di salvarlo.



E mentre tutte le varie vicende oscure di LA CROCE DI FUOCO cominciano a chiarirsi, con la vicenda dell'Oro del Francese, ritrovato nascosto in un luogo inaspettato, la ricomparsa di Bonnet in qualche modo chiude un cerchio in una storia lasciata aperta. Nel vedere Brianna vendicarsi del torto fattole, in qualche modo ho rivisto suo padre davanti al terribile Black Jack. Ovviamente siamo sempre lontani da quell'intensità, ma basta il ritorno di Jamie e Roger, con le donne che raccontano l'accaduto ed un gesto semplice, come una porta che si chiude e Jamie che sfiora tremante la lieve cicatrice di Claire prima di abbracciarla disperato, a farci emozionare oggi come allora.


E poi il gradito ritorno del finale, dopo che tutte le vicende si sono chiarite, mi riconciliano a pieno titolo con questa storia appassionata e appassionante, che riesce sempre a dirmi qualcosa di più, anche quando credevo che alla fine mi avesse raccontato tutto quello che contava.
VOTO: 8

domenica 24 maggio 2015

POLDARK - Episodio 1, Stagione 1


In questa domenica un po' strana, in astinenza forzata da OUTLANDER che ha rimandato il suo ultimo episodio alla prossima settimana, vagavo disperata alla ricerca di una storia che potesse attirare la mia attenzione ed intrattenermi. Avevo visto più volte il viso di #Aidan Turner comparire sui vari social in questa serie che a quanto pare ha riscosso l'entusiasmo di molte fans in giro per il mondo e mi sono detta che potevo sbirciare.


Aidan Turner è un attore che ho già avuto modo di apprezzare diversi anni fa, quando si faceva notare nel ben fatto BEING HUMAN, nei panni del tormentato John Mitchell e ho pensato che potevo tentare. La serie è tratta dai primi due romanzi della serie omonima, intitolati ROSS POLDARK e DELMAZIA, scritti da Wiston Graham.


L'ambientazione mi è ormai stranamente familiare, anche se rispetto ad OUTLANDER ci troviamo alcuni decessi avanti, nel 1781, nelle lontane colonie, dove Ross Poldark è un soldato dalla dubbia reputazione, che combatte con gli inglesi nel corso della Rivoluzione Americana. Dopo anni di silenzio, il giovane ritorna in Cornovaglia, dove tutti lo davano per morto in combattimento, e apprende già sulla carrozza che lo porta a casa che suo padre è morto, lasciandolo in rovina.


Desideroso di rimandare il rientro in una casa dove non c'è più nessuno ad aspettarlo, Ross si reca a casa di suo zio, dove tutti stanno festeggiando il fidanzamento di Francis, suo cugino. Il suo arrivo è di quelli che segnano la storia, ma il duro colpo arriva quando scopre che la bella Elizabeth, da lui lasciata prima della guerra con una promessa di un impegno non espresso (simboleggiato dall'anello che lei gli ha dato e che lui ha gelosamente custodito), è la fidanzata di Francis, in procinto di diventare sua moglie.


E' dai lontani tempi de IL CONTE DI MONTECRISTO che il mio cuore ha dichiarato guerra nella letteratura e nei romanzi a tutte quelle donne che, appena si è profilata una lunga assenza, si sono buttate sul primo uomo gentile (e ovviamente pieno di soldi) che si è profilato al loro fianco. Anche se Ross cerca di nascondere il dolore per quest'ennesima perdita, dentro di me ho cominciato a sperare che l'eroina non fosse lei, perché proprio non riuscivo a simpatizzare.


Elizabeth infatti, pur desiderosa di spiegare a Ross quello che è successo, aspetta inutilmente il suo arrivo e quando il povero Francis, che è sempre stato a conoscenza della loro simpatia, le offre la possibilità di tirarsi indietro da un matrimonio che adesso potrebbe sembrare un ripiego, lei insiste e decide di sposarlo comunque, pur evidentemente non avendo mai dimenticato Ross.


Quest'ultimo si conquista subito le mie simpatie con il suo ritorno nella casa ormai fatiscente, dove i domestici vivono nel caos, sguazzando in quello che è rimasto. Lui ha deciso di cercare di ricostruire quello che è andato perduto, anche se l'avvocato di famiglia gli confessa che il padre gli ha lasciato solo debiti e che le sue miniere ormai non producono più niente. A rimanergli fedele ci sono gli operai della miniera, che gli offrono il suo aiuto. Intanto durante un giorno di mercato, arriva lei, Delmazia, la vera eroina della storia e dalla sua comparsa, ovvero da quando ho capito che Elizabeth non avrebbe avuto il ruolo della bella che ha conquistato il cuore del nostro eroe, l'ho subito adottata.


Ross sta cercando di vendere alcuni oggetti preziosi di suo padre per procurarsi liquidità, quando vede un ragazzino cencioso che cerca di difendere il suo cane che vorrebbero utilizzare per un combattimento. Sotto gli occhi scandalizzati di Francis ed Elizabeth, che pur non intervengono, Ross prende le difese del ragazzino salvandolo dalla folla inferocita. E' solo quando lo porta in una locanda che si rende conto che si tratta di una ragazza con sulla schiena i segni di frustate dategli dal padre.


Colto da uno strano senso di pietà, la porta a casa offrendole un ruolo di domestica, pur non avendo oggettivamente denaro da darle. La scena in cui le lava i capelli dicendole che non accetterà nessuna persona con pulci nella sua casa ha subito conquistato punti nella mia scaletta personale, come quando lei, che si rivela oggettivamente molto bella, fa entrare di nascosto il cane in casa per dormire abbracciato a lui accanto al fuoco.


Mentre suo zio, timoroso che la sua presenza possa rovinare il matrimonio del figlio, cerca di convincerlo ad andare via e dedicarsi a qualche altra carriera, ed Elizabeth gli ruota intorno come una favella attirata dalle fiamme, i parenti di Delmazia cercano di recuperare la ragazza in una scena di combattimento, ironia e drammaticità. Alla fine Ross decide di recuperare Delmazia e di riportarla a casa, rinunciando anche alla proposta tentatrice di suo zio. Gli operai della miniera, infatti, sono intervenuti per aiutarlo, a differenza dei parenti che lo hanno abbandonato a loro stessi.


Questa prima puntata dell'episodio conquista da subito, ricca di personaggi interessanti, di paesaggi affascinanti e di una musica incalzante e bellissima. La verità è che gli inglesi riescono a produrre per la televisione storie di una notevole fattura, con qualità cinematografiche e assolutamente imperdibili.

VOTO: 8

FRASI TRATTE DALL'EPISODIO

- Com'era la guerra, diteci!
- Come tutte le guerre: un grande spreco di uomini.

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 George Warleggan - Non sapevo che foste un gentiluomo.
Ross Poldark - Bisogna essere un gentiluomo per poterne riconoscere un altro

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Ross di Delmazia: Porta più guai di quanto valga..

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Ross: Amate vostro padre?
Delmazia: La Bibbia dice che devo.

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CITAZIONI DA "LA RICERCA" 1X14


L'amore costringe le persone a scegliere. Faresti cose che mai avresti immaginato di poter fare prima. 

Jenny



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Jenny: Così Ian ti ha mandato come mi aspettavo.
Murtagh: Aye. Ma da quello che ho visto fino ad ora, voi due siete due fuorilegge nate e cresciute.



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Che il Signore sia con te, Claire. Posso andare sapendo che farai qualsiasi cosa per riportarmi mio fratello. 

Jenny



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Claire: Bene, terrò la bocca chiusa. 
Murtagh: Aye, fino a quando non arriveremo ai cavalli, suppongo.



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Sto cercando mio marito e devo cantare questa canzone, ma una volta ritrovato, vi prometto, non metterò più piede su un palcoscenico. 

Claire



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Se guardi attentamente, puoi persino vedere le Americhe. E' l'unico posto dove non hai cantato quella maledetta canzone. 

Murtagh



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Murtagh: Pensi di essere l'unica ad amare Jamie? Lui è come un figlio per me.
Claire: Mi dispiace! Mi dispiace. [scoppiando in singhiozzi]




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Claire: Non ti vergogni? Tuo nipote sta marcendo in prigione condannato a morte e voi corteggiate sua moglie?
Dougal: Non ho mai pensato che reagiste come una donna dalla testa vuota prima d'ora, così non cominciate adesso. 




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