VOL IX
«Magari verrà un giorno in cui io e te ci separeremo di nuovo», sussurrò alla fine, e le sue dita mi sfiorarono le labbra, lievi come il tocco di una foglia caduta. Sorrise appena. «Ma quel giorno non sarà oggi
(Jamie a Claire)
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«Il mondo e ogni giorno che vi si trascorre sono un regalo, mo cridhe, qualunque cosa possa accadere domani"
(Jamie a Claire)
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«Devi inventare te stesso», sussurrai tra le ombre all’interno dei capelli che mi erano ricaduti sul viso. «Guardi le altre donne... o gli altri uomini, cerchi di provarti addosso le loro vite per vedere se sono della tua misura. Prendi quello che puoi usare, e cerchi dentro te stesso quello che non riesci a trovare altrove. E sempre... sempre... ti domandi se tu ti stia comportando nel modo giusto.
(Claire e Jamie)
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. «Il Re potrà anche cadere, ma la terra resterà. E se noi vogliamo tenercela anche dopo che sarà tutto finito dobbiamo farla rilevare e registrare come si deve. Quando cominceranno i disordini, quando la gente dovrà lasciare le sue proprietà o magari vedersele confiscare – e sarà una bella fatica riprendersele, ma forse è possibile – sarà meglio avere un atto legale con cui dimostrare che un tempo era nostra."
(Jaime ai suoi)
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«Mi domando se è così che si sente il Signore», commentò ad alta voce...«In grado di vedere le stupidaggini che gli uomini stanno per commettere senza però poterci fare un dannato fico secco."
(Jaime a Claire)
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«Quante notti ci sono in vent’anni, a nighean? Quante ore? Infatti fu quello il tempo che io trascorsi a domandarmi se mia moglie fosse ancora viva e, se lo era, se stava bene. Lei e mia figlia.»
(Jaime a Claire)
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«Io avrò quelle carte. E che sia un Giorgio oppure un altro a regnare, in futuro, questa terra sarà nostra. E vostra.
(Jaime ai suoi)
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In effetti dicono», sussurrò, «che una grande tempesta preannuncia la morte di un re.»
(Jaime)
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«Eppure mi sento ardere da un fuoco quando vengo da te, Sassenach... e così sarà sempre, credo, finché non saremo ridotti in cenere.»
(Jaime e Claire)
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Conoscevo i limiti del suo corpo... e i suoi miracoli. Lo avevo visto sedersi, al termine di una giornata di duro lavoro, con la spossatezza scritta in ogni fibra del suo corpo. O muoversi lentamente, testardo contro le proteste di carne e ossa quando si alzava nel freddo mattino. Mi sentivo pronta a scommettere che non avesse vissuto un solo giorno, dopo Culloden, senza provare dolore, i danni fisici della guerra aggravati dall’umidità e dai rigori della sua vita. E avrei scommesso anche che non ne aveva mai parlato con nessuno. Finora
(Claire pensando a Jaime)
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Ciò che ero alla nascita non conta, l’importante è solo cosa ne farò di me, quello che diventerò.
(Frase pensata da Roger e scritta da Geillis Duncan)
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L’insistenza per dormire nel suo letto. Gli scuri aperti, in modo da poter udire le voci della sua famiglia di sotto, dei fittavoli fuori. E me accanto a lui. Aveva, con molta cura e senza farne minimamente parola con me, deciso come e dove voleva morire.
(Claire pensando a Jaime)
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«Vedere il passaggio degli anni su di te mi dà gioia, Sassenach», bisbigliò, «perché significa che siamo vivi.
(Jaime a Claire)
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Ho ancora del lavoro da fare. Ho pensato – per un po’ – che forse non era così; che tutti voi poteste farcela, tra Roger Mac e il vecchio Arch, Joseph e i Beardsley. Ma la guerra è in arrivo, e purtroppo...» fece una leggera smorfia, «io sono un capo.» Scosse appena la testa, rassegnato. «È stato Dio a rendermi tale. Mi ha affidato questo obbligo, e io debbo adempierlo, a qualunque costo.
(Jaime a Claire)
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Difficile competere con Jamie Fraser, per un comune mortale.
(Roger pensando a Jaime)
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Forse era più facile aver perso una figlia alla nascita, senza gli anni di conoscenza che avrebbero lasciato buchi frastagliati nel tessuto della vita quotidiana. Eppure conoscevo Faith fino all’ultimo atomo del suo essere; c’era un buco nel mio cuore che corrispondeva esattamente alla sua sagoma.
(Claire pensando a Faith)
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«Non c’è bisogno di tutta questa delicatezza, quando parli con me."
«Lo so», rispose con un ghigno. «Ma io non sono ancora diventato un tipo rozzo, nonostante ti frequenti da così tanto tempo, Sassenach.
(Jaime e Claire)
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Era forse più figlia di Jamie che mia, riflettei mentre osservavo la luce del fuoco incresparsi sulle cascate dei suoi capelli a ogni movimento. Possedeva il suo coraggio, la sua grande tenerezza, ma era il coraggio di un guerriero, la tenerezza di una forza che poteva anche annientare, se voleva. Non ero riuscita a trasmetterle il mio dono: la conoscenza di sangue e ossa, le vie segrete delle cavità del cuore.
(Claire)
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«Mi sveglio sempre quando tu sei sveglia, Sassenach: dormo male, quando tu non sei al mio fianco.
(Jaime a Claire)
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Jamie era un Highlander. Per quanto il Signore Onnipotente potesse insistere che la vendetta spettava a Lui, nessun Highlander maschio di mia conoscenza aveva mai ritenuto giusto lasciarGli gestire simili faccende senza un po’ di aiuto. Dio aveva creato l’uomo per qualche motivo, e in cima alla lista di quei motivi compariva la protezione di una famiglia e la difesa del suo onore... a qualsiasi costo.
(Claire)
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Ma il punto è questo: credo che ci siano periodi giusti per gli uomini di pace, ma che ci sia un tempo anche per gli uomini di sangue.
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«Quando alla fine arriverà, il giorno in cui davvero dovremo separarci», sussurrò, e si girò a guardarmi, «se le mie ultime parole non saranno ‘ti amo’, sappi che sarà solo perché non ne ho avuto il tempo.
(Jaime a Claire)
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«Io scommetto a favore del gatto, Ian», osservò Jamie entrando nell’ambulatorio. «Ha un’altissima opinione di se stesso, quell’Adso. L’ho visto inseguire una volpe, la settimana scorsa.
(Jaime parlando dello scontro tra Adso e Rollo)
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