Di Jack London conoscevo opere famose come IL RICHIAMO DELLA FORESTA e ZANNA BIANCA, dove attraverso l'utilizzo di personaggi animali, l'autore ci veicolava messaggi profondi ed estremamente umani. Un paio di anni fa, grazie a una versione cinematografica dove il personaggio del protagonista era stato affidato a un attore che amo molto, Luca Marinelli, ho scoperto questo libro, pubblicato da London nel 1909 e che rappresenta uno dei "romanzi arrabbiati" della letteratura americana di quegli anni.
A ben vedere ci troviamo nuovamente davanti a un romanzo di formazione, che segue le vicende di Martin Eden, un giovane e fascinoso marinaio che si trova a San Francisco e che un giorno salva per caso un ragazzo da una violenta aggressione. Si tratta di Arthur Morse, un giovane della ricca borghesia della città, che lo inviterà a cena a casa sua per ringraziarlo.
Qui Martin conosce Ruth, la sorella di Arthur e ne rimane folgorato. L'innamoramento per la giovane, che appartiene a una classe sociale molto diversa dalla sua, lo indurranno a cercare di fare di tutto pur di elevarsi dalla sua condizione, pur di migliorare e di diventare qualcuno.
La strada scelta sarà quella della scrittura, ma andrà incontro a delusioni, difficoltà, rinunce, fino a quando Ruth, convinta dalla sua famiglia, lo lascerà, in seguito a un falso articolo pubblicato sul giovane. Ma quando arriverà il successo tanto desiderato, con un saggio filosofico intitolato La vergogna del Sole, che diventerà il caso letterario dell'anno, facendo esplodere la sua fama a livello nazionale e internazionale, Martin scoprirà che il successo non è come aveva immaginato e la delusione lo porterà verso l'abisso.
Partendo dal racconto di un innamoramento e delle aspirazioni di miglioramento di un giovane, London riesce a fotografare una nazione intera e un'epoca caratterizzata da differenze di classe, l'inquietudine, il senso di autodistruzione e l'impossibilità di una vera affermazione.