Dopo mesi e mesi d'ospedale, anche se non ci è dato capire quanto tempo abbia passato in quel posto, finalmente a Luciana viene dato l'ok per il ritorno a casa. Prima di quel momento Miguel ha spiegato alla famiglia che purtroppo il rientro potrebbe scatenare in lei una sorta di depressione e malinconia, per ritornare in un posto dove non potrà più essere quella di prima.
A scatenare la sua furia arriva prima la notizia della sedia a rotelle, che lei vede come una forma di rassegnazione al suo destino. Con pazienza, piano piano, il giovane medico cercherà di farle capire che sarà uno strumento di maggiore indipendenza.
Intanto a casa la madre e le sorelle hanno cercato di rendere la sua camera e tutto più confortevole per il suo ritorno, assumendo anche un uomo che posso farla scendere e salire dal piano di sopra. La disponibilità economica di cui godono è sicuramente un aiuto importante. Interessante è stato anche l'incontro tra Bruno e Luciana. Tra di loro c'è una certa tenerezza, anche se lui è un personaggio che devo ancora inquadrare bene.
È un avventuriero, un uomo assetato di libertà e di vita, un po' come Luciana. Adesso ha trovato un aggancio come fotografo con Osmar, che gli vorrebbe proporre un lavoro e lui è tentato.
Nel frattempo Helena, riconciliatasi con Marcus, vive felice questa sua seconda gravidanza, decisa a portarla avanti e ad avere il suo bambino. Eppure sembra che il destino non voglia sorriderle e un giorno, mentre si trova in compagnia di Alice, si sente male. Portata d'urgenza in ospedale, si scopre che ha avuto un aborto spontaneo. Profonda è la sua disperazione.
Raccontata in questi termini, la storia sembra avere un magico ritmo, ma se si considera che tutto questo succede in 8 puntate, di cui la maggior parte quasi di un'ora, ci si rende conto che il pubblico brasiliano, che l'ha fruita una puntata alla volta, ha avuto una resistenza davvero storica. E anche se la scena finale di Miguel che guada desolato il letto d'ospedale, dove si trovava Luciana, e prova quasi un pizzico di malinconia, perché lei se n'è andata, anche se ci intenerisce, è troppo poco per consolarci della lunga inesorabile attesa.
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