lunedì 24 maggio 2021

PICCOLI UOMINI di Louisa May Alcott

 


Tutti noi conosciamo Jo, Meg, Beth ed Emily, quelle Piccole Donne che in qualche modo, con le loro vicende, hanno accompagnato la nostra crescita, anche letteraria. Credo che questo romanzo sia stato il primo in assoluto ad attirare la mia attenzione, quando ero bambina. Eppure le loro vicende non terminano con l'emozionante PICCOLE DONNE CRESCONO, ma la Alcott aveva dato un seguito ai personaggi e alle vicende, affrontando anche tempi della loro vita più adulta, o meglio soprattutto Jo e suo marito.


 

Nel 1871 la Alcott riprende infatti i personaggi e le vicende che tanta fama le hanno portato per raccontarci della scuola di Jo, realizzata a Plumfield insieme con il marito, Fritz Baher. Qui vengono accolti studenti di tutti i tipi, maschi e femmine, ragazzi con problemi o piccoli geni, a cui loro si dedicano con passione e determinazione, portando avanti un criterio di non violenza e di principi che cercano di trasmettere a questi ragazzi che devono affrontare la crescita.


 

Tra di loro ci sono anche Rob e Teddy, figli di Jo e Fritz,  ma anche i gemelli Demi e Daisy, i figli di Meg e John che avevamo già incontrato, anche se neonati, insieme con la sorella Josie,  e poi Beth, la figlia di Laurie e Amy. Oltre a questi personaggi, arriverà anche l'ingenuo violinista Nat, un ragazzo rimasto orfano che, perso il suo strumento musicale, che gli serviva per il suo lavoro ambulante, viene mandato da Laurie alla cognata, perché se ne prenda cura. Ad integrare il gruppo ci sono anche lo scapestrato Dan, l'esperto di mare Emil, il più maturo Franz, i vivaci Nan e Tom, Dolly e Stuffy.


 

Il romanzo della Alcott ci presenta le vicende di questi ragazzi sempre con un forte intento educativo, dove si sottolineano i valori della famiglia, dell'onore e del rispetto. A differenza dei romanzi precedenti scritti dalla Alcott, qui non ci troviamo di fronte a una vera e propria trama, ma a episodi e avventure dei vari ragazzi, collegati da un filo sottile, in quanto l'intento didattico è più forte di quello d'intrattenimento. La grandezza di PICCOLE DONNE era stata quella di riuscire a dosare contenuti e trama, cosa che in qualche modo manca in questo continuo, che pur si legge nella speranza di rivedere personaggi che abbiamo amato sinceramente: Jo, Meg e Beth, divenuti finalmente delle donne mature.


 

Pur non raggiungendo, a mio parere, la grandezza dei romanzi precedenti, resta una lettura interessante, da fare, per immergersi ancora una volta in quel mondo creato dalla Alcott che ci permette di respirare valori e principi che ci sono familiari e che ci danno sicurezza. Una lettura da consigliare a tutti quelli che sono ragazzi o che lo sono stati!

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