Fatmagül'ün Suçu Ne? - La ricerca (17)
Tutto l'episodio diciassette è una lunga, affannosa ricerca che coinvolge tutti i personaggi, persi sulle tracce di Fatmagul e in questo processo ritroviamo contrasti, speranze, solitudini varie. Il personaggio di Asu si presenta pieno di sfaccettature e interesse. Accoglie nella sua casa la ragazza che chiede il suo aiuto, ma in realtà anche lei è una persona da salvare. La vita che conduce è violenta e pericolosa, basti pensare a come ritorna a casa, dopo la serata di lavoro.
Fatmagul è un pesce fuor d'acqua. Spia la vita degli altri, portandosi sulla pelle il peso della propria, e non riesce a capire davvero cosa stia succedendo ad Asu, né che l'uomo, Mustafa, che le ha portato dei fiori, è lo stesso uomo che ha sognato tutta la vita, prima che la realtà, violenta e crudele, l'aggredisse, strappandole tutte le speranze.
Nel frattempo tutti la cercano, in primis Kerim, con l'aiuto di Emre, che cerca di rintracciare quella che crede si chiami Enise. Scoprono, dal suo numero, che tutta la storia raccontata era puro inganno e che la ragazza, una prostituta di professione, era sulle tracce di Fatmagul da tempo, essendo arrivata nel quartiere chiedendo di lei.
L'ansia prende tutti e si convincono che Erdogan, insieme agli altri, siano responsabili della scomparsa. Il solito gruppo è interessato solo a che si risolva la faccenda senza coinvolgimenti, ma Kerim è esasperato e preoccupato. Dopo essere andato in un quartiere a luci rosse e aver avuto conferma che Enise non esiste, ma che si trattava di Asunde, l'ansia cresce anche perché quando arrivano nell'appartamento della donna, che trovano ferita, Fatmagul se n'è già andata.
Infatti la mattina prima degli uomini hanno fatto irruzione nell'appartamento aggredendo Asu e Fatmagul, spaventata, ha preso la sua valigia ed è andata via. Ha cominciato a vagare per la città, cercando un posto dove stare, senza soldi, senza riferimenti, si è sentita davvero un pesce fuor d'acqua e tutto il suo carico di problemi emerge nella scena in cui prova a lavorare come lavapiatti, dopo che ha visto un cartello appeso.
Quando entra nella cucina e vede tutti uomini che la guardano, tutte le ferite di Fatmagul si aprono ancora di più e la ragazza fugge, non sapendo dove andare. Che cosa fare? Come trovare uno spiraglio? Lei credeva che la famiglia, Kerim, fossero il problema, ma ormai non riesce a stare bene da nessuna parte, nella sua stessa pelle e il modo semplicistico come Erdogan risolve la questione con Kerim, ci regala, finalmente, una reazione dura da parte di questo protagonista dall'animo gentile.
Kerim, esasperato da una ricerca non fruttuosa, dall'ansia che lo divora per le condizioni della ragazza, incontra il solito manipolo di scapestrati, tra cui Vural che ha riconosciuto Asu, e tutti temono che dietro a queste strane coincidenze possa esserci Mustafa e il suo desiderio di vendicarsi.
Kerim ormai odia gli ex amici, ma Erdogan, l'unico tra i tre a giocare con il pericolo, istiga Kerim, sostenendo di essere innocente e di non aver fatto del male a sua moglie, dopo che si sono sposati. Finalmente Kerim dà quel pugno trattenuto nelle mani a ciascuno di loro tre, con un sorriso di Munir che la dice lunga sull'esasperazione dell'avvocato nei confronti dei ragazzini viziati che gli è stato chiesto di proteggere.
Kerim torna a casa, per passare una notte tormentata dalla paura e dall'ansia, ricordando i momenti con Fatmagul. Lei, senza che lui lo sappia, lo spia nel buio. È ritornata sui suoi passi, non sapendo dove andare, ma è sfinita, triste, ferita nell'animo. La mattina dopo sarà proprio Kerim a trovarla, svenuta, accanto a un albero, che stringe tra le dita una pietra per difendersi e tutti i sentimenti, speranza, dolore, paura, emergono sul viso del nostro eroe.
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