Che dire? Ero convinta, dal titolo, che la nostra Nare, alla fine, si sarebbe immolata con qualcosa di importante, riuscendo a salvare il nostro eroe, giustificando il titolo che dà il nome a questo trentaquattresimo episodio, invece, a leggerlo bene, è davvero una battura ironica, pronunciata da Sancar, l'antieroe, che però aveva sperato fino alla fine di salvare la casa di famiglia, risparmiando alla madre un colpo al cuore che potrebbe esserle fatale. E invece? Grazie, Figlia dell'ambasciatore, le dice, riconsegnandole gli anelli, come a mettere distanza tra di loro. E sì, Nare. Presa dal tuo dolore, ne stai sbagliando una dietro l'altra.
Tutto l'episodio è un lungo cammino che porterà Sancar in prigione per l'ennesima volta, in questo caso, poi, per aver salvato la vita di Nare e essere caduto insieme allo psicopatico che voleva ucciderla. Sinceramente un bravo avvocato non impiegherebbe molto a tirarlo fuori, ma nel frattempo sembra che tutto congiuri contro di lui.
L'ex moglie pazza, invece di rassegnarsi ad averlo perso e a concentrarsi su come andare avanti, scappa dalla madre e dal fratello per tornare sui suoi passi. Il personaggio di Menekse è complicato da capire. Mentre Nare segue la logica del dolore, che a volte provoca anche reazioni discutibili, Menekse è solo ossessionata da un uomo che mai l'ha voluta e dal timore della povertà a cui è destinata.
Intanto gli sceneggiatori salvano la coscienza di Gediz, che, sinceramente, cammina sempre in bilico, pronto a cadere da una parte o dall'altra. Sahra si salva e quindi non lo trasformiamo in un assassino, ma la sua vita è breve perché la donna, che vuole rivedere Ceylin, a cui si è incredibilmente affezionata, interviene in un litigio, per salvare la futura mamma dalle grinfie della pazza Menekse. Una spinta, con conseguente caduta e battimento di testa, spegna la vita di Sahra, ma, onestamente, a parte Gediz che la piange, non credo che mancherà a nessuno.
Eliminato questo personaggio e arrestata Menekse, Sancar deve fare i conti con due altri nemici potenti: Kahmran che tutti cercano di convincere a non denunciare, promettendogli azioni e potere, e l'ambasciatore Guven, personaggio subdolo che cerca di approfittare di chiunque, anche della figlia pur di mettere le mani sulla ricca eredità che Akin ha lasciato a Nare.
Si scopre così che Sancar ha lasciato la casa a Nare, per tutelarla e sottrarla alle brame di chi lo odia. Lei dovrebbe proteggerla. Quando Sancar firma le carte per cedere le sue azioni a Kahmran, Nare, invece di aspettare e consultarsi con lui, per capire che piani abbia, finisce per cedere al ricatto del padre, che vuole costringerla a firmare.
Ma vorrei chiedere alla nostra eroina una cosa. Che ti fa credere che tuo padre, avuta la tua firma, non denuncerà Sancar? Pura follia, che giustifico con un dolore accecante, o il desiderio, sotterraneo, di farla pagare all'uomo che non l'ha accolta nel peggior momento della sua vita.
Ed ecco che arriviamo alla scena finale. Sancar pensa di fuggire. Si congeda dalla figlia e da Nare, ma quando sta per andare via, nel cuore della notte e la polizia, che ovviamente è stata avvisata, arriva, dopo aver trovato il corpo di Akin, Nare confessa a Sancar la sua colpa, spezzando l'ultima fragile speranza del nostro eroe imperfetto. Che cosa succederà adesso? Finirà in carcere e la sua famiglia nella miseria? E Nare? Che altro succederà? Credo che il prossimo episodio sia fondamentale.








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