sabato 8 novembre 2025

Sefirin Kızı - Mi mancano i giorni in cui ero Cotone (32)


Riflettevo, dopo aver letto dei commenti in giro, sul personaggio di Nare, dove qualcuno riteneva che la maggior parte non l'ha capito e questo mi ha fatto riflettere sulla lettura superficiale che a volte viene data. Nare è un personaggio complesso, turbato, confuso, ma questo non ne fa una persona difficile da capire, proprio perché a mio parere è scritto così fin dal principio. La violenza subita è la goccia che fa traboccare il famoso vaso, seguito da mille altri problemi, ma se la si potesse far stendere sul lettino di Muge, credo proprio che l'amica psicologa farebbe affondare le ragioni della sua complessità ben oltre la violenza di Akin.


Nare è una foglia trascinata dal vento, un essere senza radici, proprio come una volta si definisce lei, in una conversazione con Sancar, per cercare di fargli capire il ruolo fondamentale che ha, quello del padre, che lei invece non ha mai avuto. La sua non è una libertà di cui ha goduto e gioito, è una privazione. Si vede, giustamente, come un essere senza radici, che vaga disperata alla ricerca di un posto dove metterle, ma i mille problemi che ha le impediscono di radicarsi, nonostante l'amore, perché, siamo sinceri, se non siamo pronti ad amare e non abbiamo le ferite chiuse, difficilmente troveremo il terreno fertile dove riposare. Questo è la natura di un personaggio come Nare, che ama Sancar, ma non riesce a perdonarlo, perché non si fida del suo cuore, di se stessa, e degli uomini in generale.


Durante una conversazione con Sancar, che cerca in tutti i modi di starle accanto, anche se lei lo ha allontanato, lei gli confessa di rimpiangere i giorni in cui era Pamuk (come la chiama Sancar, Cotone), che può essere letto in tanti modi: il rimpianto dell'infanzia, dell'innocenza perduta, di una fase della sua vita in cui si illudeva che lui la potesse in qualche modo radicare e portare a casa, tutte cose che la vita le ha strappato bruscamente.


Adesso abbiamo una donna ferita, che ancora cerca di stare accanto agli amici (Elvan e Kavruk), ma che ha fatto un passo indietro, lasciando a Sancar il duro compito di dire alla figlia che il matrimonio non ci sarà, che lei non è ancora pronta, perché il suo cuore non ha perdonato.


Sancar spicca, bisogna ammetterlo, come uomo, come padre, come persona a cui affidarsi. Tutti complottano intorno a lui e i loro piani vengono svelati uno per uno, trovandosi sempre un passo avanti, come rivela a Gediz, che aveva pensato di mandarlo in fallimento. È la verità. Lo hanno privato anche del ruolo di direttore, ma Sancar salva la famiglia, l'azienda e piano piano si rende conto anche di quello che sta succedendo intorno a lui.


Così scopre, grazie anche a Kabruk che ha messo a pedinare Gediz, che l'ex amico ha una sorta di relazione con la bionda dottoressa, Sahra, sbucata dal nulla. Comincia a sospettare, anche perché l'uomo, per salvare se stesso, ha tolto tutte le microspie collocate a casa di Nare, addossandosi poi la colpa. La donna lo racconta a Sancar e lui comincia a sospettare che Sahra nasconda qualcosa.


Sarà lui a capire, alla fine, pedinando la dottoressa, anche le bugie di Menekse, con la finta gravidanza, smascherata proprio quando la curiosa Ceylin, decide finalmente di porre fine al piano e di tenersi il suo bambino, aiutata da un improbabile Necdet, che ormai suscita più simpatia della sorella e della madre.


Ma intanto Gediz cede il denaro a Kahmran e quest'ultimo decide di denunciare Sancar innescando quel processo che dovrebbe portarlo in prigione, trascinandosi dietro anche Gediz. Ci riuscirà? O anche questa volta il nostro "Efe" sarà più astuto dei suoi nemici?

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