"In nome di Allah e la parola del Profeta" sono le parole pronunciate durante il rito con cui si celebra la serata in cui la famiglia di Sancar chiede la mano di Nare, offrendole tutti quei riti che le sono mancati nel precedente matrimonio con il nostro protagonista, ma se intorno a loro tutto sembra propizio per unirli finalmente in modo felice, c'è come un serpente, un dubbio, che si è insinuato in Sancar sulla reale felicità di Nare.
Tutto è grazie alla psicopatica di turno, Sahra, arrivata per creare scompiglio dopo che il grande antagonista, Akin, è volato giù dal precipizio da dove Nare si era lanciata anni prima, quasi fosse un processo di purificazione. La donna, alleatasi in modo illogico con Gediz, ha attirato Nare in una trappola, drogandola nella speranza che lei possa confessare dove si trova il corpo del fratello, e far finire, così in prigione, Sancar.
La donna però finisce per farneticare cose che fanno emergere il suo subconscio, il dolore che prova oltre l'apparente felicità e quando arriva l'ambulanza, chiamata da Elvan che si salva da sola, interrompendo la lite tra Gediz e Sancar, davanti casa, la dottoressa finge che l'intossicazione abbia riguardato anche lei e poi confessa a Sancar le parole di Nare, legate alla sua infelicità.
Il nostro eroe quindi cerca di capire cosa il cuore della donna gli nasconda, ma lei sostiene di essere felice, che, pur consapevole che lui avrà un figlio da un'altra, nulla turba la sua serenità, ma Sancar non si accontenta e chiede consulenza a Muge, che gli spiega come Nare non abbia mai superato il trauma vissuto, che abbia solo cercato di rimuoverlo, come ha fatto spesso. E questo, onestamente, ci spiega anche l'assenza di fisicità in questo strano rapporto tra di loro.
Quindi vorrei dire, a tutti i sostenitori della coppia Nare Sancar che, pur capendo la vostra frustrazione, qui c'è un problema serio che gli autori hanno cercato di farvi capire, e che, se non avete gli occhi chiusi, dovreste aver dovuto notare anche voi.
Nare è un'anima ferita, probabilmente da molto prima di Akin e Sancar, con un padre assente, interessato solo a se stesso, incapace di amare la propria figlia. A questa frattura, se ne aggiungono tante altre: un fratellastro psicopatico e ossessionato da lei che infrange tutti i suoi sogni, tradendo la fiducia che aveva riposto in lui, un fidanzato che non le crede e una vita complicata che spiega il salto dal burrone, cosa che nessuna persona sana, anche se abbandonata da un fidanzato, avrebbe mai fatto. Da quel momento Nare è in fuga, da se stessa e dal mondo, e non basta l'amore ritrovato a sanare le sue ferite.
Sancar ci prova, ma il mondo intorno a lui sembra ostile. Non c'è solo Gediz, l'amico traditore che adesso sta cercando un modo per sottrargli le sue ricchezze, la casa, e lasciarlo nella strada. C'è anche Kahmran, il nemico di sempre, che però adesso è confuso da quello che sta succedendo intorno a lui. C'è poi Menekse che, continuando a fingere la gravidanza, è un macigno notevole nella sua relazione con Nare.
E intanto ritorna anche Loki, che vuole far pagare l'ex fidanzata per il suo rifiuto. Un giorno la segue per aggredirla nella casa dove vive con Ceylan e la dottoressa. L'accoltella nella pancia, scoprendo della finta gravidanza, ma la psicopatica di Sahra interviene uccidendolo. Sancar arriva solo qualche minuto dopo ritrovando Menekse svenuta e coperta di sangue. La pace, necessaria per curare un cuore ferito come quello di Nare, è davvero molto lontana.








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