Il mito di Don Giovanni nella letteratura è piuttosto antico. Comparve per la prima volta nel seicento, nell'opera di Tirso de Molina L'ingannatore di Siviglia e il convitato di pietra, per poi essere ripreso in una tragicommedia di Molière. Da lì questo personaggio, che simboleggia ormai l'immagine del seduttore, alla stregua del Casanova, è stato utilizzato da infiniti autori, poeti, drammaturghi vari.
Il mio incontro con lui è avvenuto con un testo spagnolo, DON JUAN TENORIO di José Zorrilla del 1866, versione a lieto fine e idealizzata del Don Giovanni in cui alla fine il seduttore si redime del male fatto. Siamo in pieno clima romantico e anche la struttura del dramma è diversa dal solito. Ci sono due parti, ciascuna divisa in più atti. Tra la prima e la seconda trascorrono cinque anni.
La storia inizia la notte di Carnevale, quando, in una locanda, si incontrano don Juan e don Luis Mejía, due seduttori e libertini, che un anno prima si sono sfidati con una scommessa, su chi dei due avrebbe ucciso più uomini in duello, avrebbe sedotto il numero maggiore di donne. Don Juan risulta vincitore, ma Don Luis, non pago, lo sfida a un'altra impresa mitica, quella di riuscire a sedurre una novizia.
Don Juan, spavaldo, non solo accetta di farlo, ma gli dice che riuscirà a sedurre anche la sua fidanzata, doña Ana de Pantoja. Quello che ignora Don Juan è che ad ascoltare la sua nuova scommessa c'è don Gonzalo de Ulloa, padre di Inés, la ragazza che gli era destinata e che si trova in convento fin da bambina. L'uomo scioglie il loro fidanzamento, ma Don Juan riesce comunque a rapire Inés dal convento e a portarla a casa sua, dove, grazie alla sua seduzione, riuscirà a conquistare il cuore della giovane. L'arrivo di Luis, di cui ha sedotto la fidanzata, ma anche quella di Don Gonzalo, il padre di Inés, farà finire tragicamente l'incontro, costringendo Don Juan a fuggire in Italia.
Cinque anni dopo, Don Juan ritorna a Siviglia, ma al posto della sua casa trova un cimitero con le tombe di tutte le sue vittime, tra cui anche il sepolcro di Doña Inés, morta di dolore. Sconvolto, incontrerà due sue vecchi amici, che inviterà in una cena in cui il fantastico il reale si mischieranno, dando a Don Juan la possibilità di una redenzione finale.
Le tematiche tipiche del romanticismo, come l'amore fatale e impossibile, il prevalere dei sentimenti sulla ragione, emergono potenti in questa nuova versione di Don Giovanni, dove l'eroe si lascia sedurre dal male, non per il piacere della dannazione, ma perché mosso da un'insaziabile bramosia di piacere e sarà l'amore, a differenza di altre versioni, a salvarlo dall'inferno che lo attende. Opera estremamente popolare e romantica che merita di essere riscoperta, anche in questa versione.
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