Il cinema ha una potenza visiva che segna la mente di uno spettatore e che ha il potere di risvegliare anche il potenziale lettore che alberga dentro di lui. Innegabilmente ho scoperto alcuni romanzi, che poi ho letto, dopo la visione di film o serie televisive che hanno risvegliato la mia curiosità. Certo leggere un libro è un'esperienza molto diversa, ma lo stimolo iniziale mi è venuto spesso dalle trasposizioni televisive o cinematografiche.
Truman Capote è uno scrittore che ho sempre sentito particolarmente vicino, forse per quel suo soggiorno ad Ischia di cui sono piene le cronache locali e la sua presenza, in qualche modo, si respira in alcuni angoli particolarmente caratteristici del paese. Così, quando, dopo la visione del famoso film con Audrey Hepburn e George Peppard, ho deciso di leggere il libro da cui era stato tratto, è stato un po' come ritrovare una vecchia conoscenza, qualcuno di familiare.
COLAZIONE DA TIFFANY è un romanzo breve, pubblicato da Capote nel 1958 e portato sul grande schermo 3 anni dopo. La storia di Holly Golightly, ragazza eccentrica, dolce, sognatrice e allo stesso tempo con una punta di cinismo, è raccontata dal suo vicino di casa, che la giovane ha ribattezzato "Fred". Il ricordo proprio dello scrittore fa emergere con forza il ritratto di questo personaggio che "cerca il suo posto nel mondo", che vede come Tiffany, un luogo dove sentirsi al sicuro. Nel frattempo però Holly conduce una vita sregolata, fatta di mondanità, eccessi, dividendosi tra uomini facoltosi, che non ama, e strane visite fatte a un gangster in prigione. Unica sua compagnia, un gatto rosso e senza nome.
Un giorno il narratore protagonista, che ha sviluppato un profondo legame con la ragazza, incontra Doc, un veterinario del Taxas che gli racconterà la vera storia e la vera identità di Holly, fuggita dal suo paese e dalla sua vita passata, che ne spiegheranno molte fragilità. Passerà da una relazione all'altra, alla ricerca del suo posto nel mondo, finendo per essere coinvolta in problemi giudiziari, per via delle sue famose visite in carcere. Finale amaro rispetto al film, ma decisamente significativo.
Lo stile di Capote è scorrevole e diretto, utilizzando espressioni semplici capaci però di creare figure complesse, piene di sfumature, dense e a tutto tondo, tra le quali innegabilmente spicca Holly Golightly, una donna complicata, apparentemente frivola, assetata di libertà e di amore, che cerca, con insistenza, il suo posto nel mondo. Romanzo assolutamente indimenticabile!
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