Ieri sera sono andate in onda la quinta e la sesta puntata della serie Leonardo che, nonostante il successo di pubblico, ha suscitato molte proteste per l'approssimazione storica e per le invenzioni di trama, ma onestamente non capisco questo tipo di critiche. Quello che abbiamo davanti non è un documentario sulla vita di un personaggio realmente esistito. Parliamo di finzione e le critiche dovrebbero essere incentrate sulla recitazione, sull'intreccio della trama, sulla regia, non sulla mancanza di finalità didattica che un pubblico apparentemente colto rivendica.
A parte questa breve parentesi, la storia prosegue con la ricostruzione del rapporto di Leonardo con la sua arte. Abbandonato da Caterina, che preferisce tornare a Firenze, nella miseria, piuttosto che continuare alla corte di Ludovico il Moro, Leonardo continua la sua ascesa a corte.
Ludovico, di fronte alle minacce dei francesi contro il Ducato di Milano, priva Leonardo del bronzo necessario alla realizzazione del mitologico cavallo che dovrebbe celebrare la grandezza della sua famiglia. Quando poi, muore Beatrice D'Este, la moglie di Ludovico, l'uomo gli affida il compito della realizzazione dell'Ultima Cena.
Dopo un primo momento in cui si sente tentato di rifiutare, alla fine Leonardo si lascia travolgere dalla realizzazione dell'opera, al punto tale da non considerare i pericoli che minacciano la città e perdendo anche uno dei suoi apprendisti. Alla fine dell'opera eccezionale realizzata, però altri apprendisti lo abbandonano e lui stesso, stanco di essere nelle mani dei potenti, finisce per tornare a Firenze.
La città accoglie il grande maestro quasi dimentica delle ragioni per cui era andato via. La sua fama è cresciuta, ma lui cerca Caterina, che però rifugge e non vuole andare a vivere con lui, preferendo una vita dura e di fatica.
Nel frattempo Cesare Borgia, adesso signore di Imola chiede la sua presenza come ingegnere e, dopo un momento di esitazione, Leonardo si troverà a corte, insieme a Machiavelli ad assecondare i piani di gloria di un uomo senza scrupoli, desideroso solo di affermare il suo progetto di grandezza.
Inorridito da quello a cui deve lavorare (come macchine da guerra adatte a creare uno sterminio), alla fine riuscirà a sottrarsi e a ritornare a Firenze, senza sapere che dietro il suo ritorno c'è stata l'intercessione di Caterina, che gli ha nascosto un segreto piuttosto consistente.
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