Tutto il quarantasettesimo episodio ci offre la visione di una Elif smarrita, confusa, che cerca di adattarsi alla vita in carcere. Apparentemente non sembra così dura, tranne la lontananza dai propri cari e la consapevolezza della perdita della libertà. A questo si aggiunge il senso di colpa per qualcosa che tutti dicono lei abbia commesso, l'omicidio di Huseyin, e che lei non riesce proprio a ricordare. Unici momenti di respiro sono quelli legati all'incontro con Omer che, utilizzando tutti i metodi possibili, cerca di andare in carcere in ogni momento.
Anche per lui la lontananza da Elif è diventata come un macigno. Si è trasferito in quella che doveva essere la loro casa, ma nella quale non hanno mai davvero vissuto. La vicinanza alle sue cose, alla ricerca delle tracce del suo profumo, che possano dargli sollievo, è l'unica cosa che lo porta avanti, insieme alla caccia a chi ha teso una trappola alla donna della sua vita.
È infatti grazie alla sua costanza, e all'appoggio continuo di Arda e Pelin, a cui si affiancano anche Tolga e Ipek, che Omer capisce che c'è qualcosa di strano nel delitto di Huseyin, come un accendino con il nome di Elif trovato sulla scena del crimine, in quanto la donna non fuma ed è chiaro che è un indizio costruito ad arte.
Mentre lui cerca prove in attesa del processo, riesce anche ad andare a trovarla e a vederla non dietro un vetro. Le porta dei libri, cose dolci da mangiare, sperando di rianimarla, leggendole una poesia di Nâzım Hikmet, spingendola ad avere coraggio, ma Elif è nel pieno di una battaglia che rischia davvero di travolgerla.
Tayyar ha deciso di distruggerla da dentro, così fa contattare una delle donne che dividono il dormitorio con lei, promettendole denaro se renderà la vita impossibile ad Elif. La donna cerca di trascinare con sé anche altre carcerate, ma è soprattutto lei che istiga, provoca Elif, cercando di umiliarla, di spingerla a una reazione che possa farle guadagnare una punizione.
Elif è pacifica, ma l'attrice riesce perfettamente a manifestare tutto il suo turbamento, la sua sopportazione attraverso lo sguardo, i gesti. Nel frattempo, a complicare ancora di più la situazione, arriva anche uno psicologo che dovrebbe trattarla per permetterle di recuperare il ricordo della serata in cui si crede abbia ucciso Huseyin.
L'uomo, sempre corrotto da Tayyar, insinua che lei abbia rimosso il crimine per il senso di colpa e la istiga a prendere degli antidepressivi che, nel suo caso, peggiorano la sua salute e la sua lucidità. Se ne rendono conto anche le sorelle e Omer, quando si recano a trovarla il giorno delle visite.
Elif non è più la stessa, minata da una vita in prigione che la sta portando lontano. Mentre Omer reagisce intensificando le sue ricerche, Nilufer è furiosa con il marito, convinta che sia responsabile di quello che sta succedendo alla sorella. Che abbia avuto finalmente uno scatto d'orgoglio e di dignità? Al momento resiste, inviando anche le carte del divorzio a Fatih, anche se ha da poco scoperto di aspettare un bambino e non sa cosa fare.
Intanto arriva il giorno dell'udienza, quando Omer dovrebbe portare delle prove a suo favore, ma il problema è che Elif è confusa, convinta di essere colpevole e decisa a confessare qualcosa che in realtà non è mai successo, perché Huseyin, vivo e vegeto, è furioso alla scoperta che la colpa del suo presunto omicidio sia ricaduta proprio su Elif, la donna amata dal fratello, anche perché, nonostante tutto quello che è successo, lui non riesce proprio a cancellare Omer dal suo cuore.
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