Ormai siamo agli sgoccioli e anche gli ultimi episodi mantengono un ritmo forsennato, con un precipitare degli eventi che ci mettono davanti tutta la carica fortemente drammatica di questi racconti. Cesur è caduto in una trappola. Riza, lungi dall'essere caduto nella sua, gli ha teso una per allontanarlo da Suhan, rimasta sola in casa con Kohran.
Ed è proprio con accanto il fratello che si consuma l'atto peggiore e più terribile di tutti, quello della sua morte violenta e improvvisa, operata da Riza, arrivato per rapire la donna. Kohran si lancia sulla sorella per impedirne il rapimento e Riza lo fredda senza battere ciglio. Non c'è più limite che si ponga, dopo l'uccisione di Adalet.
Cesur e la polizia arrivano quando ormai è troppo tardi e solo trovano il corpo di Kohran, con Suhan scomparsa. La disperazione è totale, lo smarrimento e la paura che qualcosa di terribile capiti anche alla donna della sua vita. Suhan però lotta disperata, per cercare di sopravvivere.
Mentre tutto il mondo la cerca e Cesur rilascia un intervista ai giornali incitando le persone ad aiutarli per liberarsi di questo pericoloso assassino, lei riesce a farsi notare da un contadino che si aggira nei campi nei pressi della caso dove è tenuta prigioniera. L'uomo non riesce a liberarla, ma le presta il suo cellulare con il quale lei chiama Cesur, avvisandolo di dove si trova.
Purtroppo Riza arriva quasi subito dopo, e in una colluttazione tra i due, Suhan riesce a ferirlo con i vetri della finestra che ha rotto lei stessa. La vendetta di Riza è terribile e assoluta. Quando Cesur arriva con Tahsin, che lo ha seguito, la donna è stata legata e imbavagliata per impedirle di gridare aiuto, e messa davanti a una pistola dove l'apertura della porta dove è tenuta prigioniera provocherà uno sparo che la ucciderà.
Ad aprire la porta sarà lo stesso Tahsin, l'uomo che è già devastato per la morte del figlio, della compagna e a cui cerca di imputare anche la tragedia della figlia. Tutti sono devastati e credono che Suhan non possa farcela. A sperare resta solo Cesur che, contrariamente a quello che vorrebbero i medici (farla abortire per permettere al suo corpo di sopravvivere), decide di farla andare avanti con la gravidanza, sperando che il parto, quando arriverà, anche se lei è in coma, possa aiutarla a risvegliarsi.
È tutto un precipitare di eventi drammatici, dove a salvarvi dal baratro sono solo i racconti di Cesur, i sogni di Suhan, di una vita diversa, di un amore nato sotto le migliore stella, senza che Hasan e Tahsin avessero condiviso nell'orfanotrofio il destino dell'abbandono. E in questo mondo felice c'è spazio anche per rivedere Fugen, felice, sana, dolce, che splende accanto a Kohran, vivo e felice con la sua terribile Cahide, che nella vita vera riesce a sopravvivere al dolore della tragedia abbattutasi su di lei, vedendo il marito al suo fianco in ogni momento.
Rimaniamo sospesi, mentre Riza, cattura durante la sua fuga, viene riconosciuto incapace di intendere e di volere e quindi trasferito in un ospedale psichiatrico dal quale, ancora una volta, riesce a fuggire. Ormai resta solo un episodio, ma nel complesso posso già anticipare che la storia ha un suo innegabile appeal e una costanza di ritmo che non è da tutti.
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