C'è un pozzo nel giardino selvaggio della fatiscente casa dei Demir. È uno di quei posti pericolosi, coperti solo da una foglia di zinco, dove sarebbe fatale per un bambino giocare nei suoi pressi, ma l'unico piccolo presente è il figlio di Huseyin, che il più delle volte è ignorato e scacciato dalla scena, e che alla fine dell'episodio si vendica con un intervento disastroso al compleanno di Asli.
Il pozzo è anche un simbolo di tutti i segreti che Huseyin ha e dove nasconde elementi fondamentali. È qui che ha lanciato la pistola con cui ha commesso tre omicidi, quella che rischierebbe davvero di comprometterlo definitivamente agli occhi del mondo ma soprattutto della sua famiglia. Ed è qui che lancia, dopo aver picchiato la povera Melike, il pennino che gli era stato consegnato e che lo ritraeva la notte dell'omicidio di Bahar a una stazione di benzina sul percorso che era quello fatto dall'assassino.
Omer, nel momento in cui ha cominciato a mettere a fuoco tutte le sue bugie, ha stretto il cerchio e continua a indagare determinato, nonostante il dolore provato davanti alle mille evidenze che incastrano il fratello. Elif, recuperata dal pazzo di Sehrat, è al suo fianco per consolarlo. Si è salvata solo per uno scrupolo ultimo di Huseyin, a cui era stato dato l'incarico anche di uccidere lei, ma il male fatto al fratello è davvero tanto e l'uomo, che è stato come un padre nei suoi confronti, non ha trovato la forza di premere il grilletto e di ucciderla.
Elif cerca di stare accanto a Omer, che continua a indagare, mentre Huseyin, complice anche della zia di Elif, cerca di trovare mille occasioni per avvicinare Omer al piccolo Yagiz, il figlio di Ipek, con Nedret che insinua alla ragazza che il bambino possa essere del suo futuro marito. Per i due, ostacolati da tute le parti, stare insieme comincia a diventare sempre più complicato, anche se si sono impegnati decisi a ristrutturare la casa rosa, affittata da entrambi, dove dovrebbero trascorrere il resto della loro vita insieme.
Ma la tensione è tutta concentrata intorno a Huseyin e i segreti che conserva in fondo al pozzo. Quel pennino che ha lanciato nel vuoto, gli è costato caro. L'aggressione a Melike, comparsa la mattina dopo con un occhio nero, induce la madre dell'uomo a rimproverarlo per il suo comportamento e anche Omer, a cui ormai è caduta la benda dagli occhi, quando si rende conto di quello che è successo alla cognata, le chiede spiegazioni.
Melike è sempre stata una moglie accomodante, di quelle che sopportano senza fare troppe domande, ma la situazione sta precipitando drammaticamente e l'aggressione del marito non si può più tacere. Dopo un primo timido tentativo, la donna risponde dicendo a Omer la verità e parlando di un pennino con delle immagini che lei non ha capito, ma che il cognato decifra rapidamente, precipitando nel sospetto terribile di un suo coinvolgimento.
Il rapimento di Elif è stato un modo per mettere pressione e per ottenere le prove che loro stavano cercando. Omer è deciso a incastrare il fratello e organizza una sorta di agguato, piazzando una telecamera nascosta nella stanza d'ospedale dove Sehrat è stato portato per dei controlli.
Rinchiusi tutti in un camioncino nei pressi, aspettando che nel confronto lui possa confessare, ma Tayyar, che è sempre un passo avanti, scopre il loro piano e avvisa Huseyin proprio nel momento cruciale. Ormai però per lui sembrano cadere tutti i veli e anche Melike, che ha ritrovato una carta con un indirizzo di un appartamento misterioso, decide di scoprire il segreto del marito. Alla fine, nel pozzo, sono finite troppe cose e l'acqua piovana, a mio parere, farà affiorare tutte le verità nascoste.
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