Esiste una lingua segreta, tra Omer ed Elif, una lingua sconosciuta agli altri, ma familiare a loro. Elif la parla perfettamente, Omer è da tempo che cerca di svelare quello che lei gli dice in questa lingua sconosciuta e, abile detective, piano piano ha cominciato a elaborare delle frasi che vanno più in là del suo semplice "Signorina" con cui chiama Elif. E questa lingua, l'italiano, diventa adesso fondamentale nella comunicazione tra i due, soprattutto quando sono separati da mille complotti.
Siamo a un momento della storia piuttosto drammatico. Sembra quasi che non possa esserci per loro un minuto di pace. Da quando sono tornati insieme, l'unica occasione di tregua e serenità è stata la cena in famiglia a casa di Omer, se si esclude l'assoluta estraneità dei due mondi, ma per il resto è stato un susseguirsi di eventi che li hanno travolti.
E adesso, Elif, denunciata sicuramente da complici di Tayyar, si ritrova dietro le sbarre, una vera e propria principessa che ormai sta scontando i privilegi della vita passata in tutti i modi possibili e immaginabili. Tuba risulta credibilissima nella scena in cui, separata da Omer e dalla sua famiglia, viene condotta in una cella disgustosa, dove i suoi nervi vengono provati non solo dalle condizioni del bagno, ma anche dalla goccia fatidica che aveva quasi fatto perdere la testa al povero Taner.
Omer sembra impazzito, separato dalla sua Elif, consapevole che qualcosa di strano sta succedendo. Sami cerca di salvarla raccontando della sua collaborazione, ma nella casa di Elif trovano prove del traffico che precedono la sua collaborazione e questo aggrava ancora di più la sua situazione.
Il mondo impazzisce. I giornalisti si accaniscono sull'impresa e Levent cerca di salvare il salvabile. A casa Denizer a cercare di mantenere un po' di calma è paradossalmente la povera Asli, che non ha avuto neanche il tempo di elaborare il suo lutto che le hanno strappato dalle braccia la sorella che sempre ha cercato di proteggere la famiglia, dopo il padre.
Nilufer è una bella bambolina incapace di tirare fuori il carattere. Viziata da tutti, protetta perché la più piccola, riesce solo a pensare a una scusa per vedere l'ambiguo marito che, a sua volta, sta frequentando con una certa diffidenza Tayyar, senza capire le ragioni del suo avvicinamento. Non sospetta che da lui Tayyar vuole il rene per poter avere il trapianto.
L'unica persona lucida resta Arda, che, anche se respinto per la centesima volta da Pelin, è convinto che, per aiutare i suoi amici, debba scoprire chi è la talpa e i suoi sospetti si concentrano sempre più su Huseyin, assente nei momenti cruciali dell'azione.
Un giorno, fuori dal commissariato, decide di seguirlo con un taxi e scopre di un suo incontro segreto con Ali, che gli consegna una busta con apparentemente dei soldi. Tutto sembra confermare i suoi sospetti, ma a questo punto cosa potrà fare con una simile informazione? Il mondo nel quale si muove è decisamente corrotto.
Omer cerca di parlare con il procuratore che segue il caso di Elif, ma questi è chiaramente colluso. Con abilità cerca di mettere insieme gli elementi e scopre che è un altro padre, o marito, ricattato per amore per qualche misterioso trapianto e questo però non gli fornisce gli strumenti per liberare Elif, torturata in carcere da messaggeri che cercano di farle pressioni perché firmi una confessione di colpevolezza.
L'unico aiuto sono gli amici e colleghi fidati, così Omer riesce ad entrare in un ufficio da dove, gridando, riesce a farsi sentire dalla sua Elif. E qui la lingua dell'amore li aiuta a comunicare, sperando che le lezioni di Omer di italiano lo portino alla capacità di comprendere quello che la donna gli dice e che fondamentalmente gli rivela il ricatto a cui è sottoposta. Se non firmerà, faranno del male alla sua famiglia e a Omer. Cosa succederà? Non c'è pace per gli innamorati!
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