mercoledì 10 dicembre 2025

Fatmagül'ün Suçu Ne? - Un difficile inizio (7)


Continuando a guardare questa serie, mi viene da riflettere su come Kerim si sia fatto carico di una bella croce. Qualcuno direbbe meritata, per essere stato un ingenuo, frequentando personaggi superficiali e pericolosi come gli Yasaran, e per aver contribuito alla disgrazia di Fatmagul, ma la verità è che è l'unico, oltra alla vittima, che sta davvero cominciando a pagare. La famiglia di Fatmagul arriva in città e se per la ragazza è una boccata d'aria fresca, anche solo il pensiero di potersi rifugiare da loro, lui si è ritrovato con una cognata che è davvero un peso notevole.


Lui vorrebbe fuggire. I suoi occhi espressivi parlano più della sua bocca e tutte le volte che guarda Fatmagul il senso di colpa lo travolge e sembra pronto a spiccare il volo per cercare aria e poter respirare di nuovo. Non lo fa, anche se vorrebbe, anche se desidera dimenticare e rimanere significa ricordare ogni istante. Fatmagul non gliene lascia scappare una, rifiuta tutti i suoi gesti gentili, gli occhi di lei lanciano fiamme che potrebbero ridurre in cenere uomini più duri di Kerim.


Nel frattempo però la terribile Mukkades cerca di costringerlo a farsi carico di tutti loro. Galip, di cui ancora ignora la morte, ha fornito a Meryem un numero di un suo amico che potrebbe aiutarlo a iniziare una nuova vita in città, aiutarlo a trovare una casa, sistemarsi. Kerim vorrebbe andare da solo, ma Mukkades lo vigila a ogni passo, temendo che si volatilizzi e così tutti raggiungono il tipo che permette loro di trovare un posto dove trasferirsi.


Prima però Kerim scopre, parlando con l'amico di Galip, che l'uomo è morto e disperato chiama Meryem per sapere tutta la storia. Il suo dolore è sincero, ma vissuto in solitudine, come tutto quello che gli sta succedendo, spiato dagli occhi attendi della sua vittima, che si chiede come sia possibile che soffra anche lui.




In realtà non se la passano bene neanche gli altri, tranne forse Selim che è riuscito a convincere la fidanzata reticente della sua estraneità alla faccenda dello stupro avvenuto in paese. La notizia è stata ritirata e il potere della persuasione convince la ragazza a riconciliarsi. L'arrogante Erdogan, invece, che lavora con lo zio, Rasat, padre di Selim, è invaghito, scopriamo, della segretaria dell'uomo, una vistosa bionda che ha una relazione proprio con l'uomo.


Il ragazzo, attento, scopre il segreto dello zio e da questo non credo possa derivare nulla di buono. La moglie, invece, devastata per quello che ha commesso il figlio, cerca di combattere con la depressione, e quello che sta più male di tutti è Vural, schiacciato dal doppio senso di colpa: per quello che ha fatto a Fatmagul e per quello che fatto a Kerim.


Nessuno lo vede, però. I genitori sono troppo presi da se stessi, la madre interessata solo alla sua relazione clandestina con Munir, l'avvocato, invece che pensare alla gravità di quello che il figlio ha commesso. Così, solo, cerca di stordirsi con l'alcol, fino a svenire. Crudo, realistico, anche nella descrizione di queste famiglie benestanti, ma completamente insulse dove i figli vengono ricoperti di beni materiali, ma da nessuna considerazione.


Intanto Kerim, Fatmagul e il resto della famiglia, a cui si è aggiunta anche Meryem, che ha lasciato il paese e la vecchia vita, trovano una casa sulle sponde del mare, malandata e da ristrutturare, ma il luogo ideale che indica in qualche modo anche la loro vita devastata che ha bisogno di essere ristrutturata. Ma il pericolo grande è un altro, l'arrivo in città di Mustafa, apparentemente interessato a ricostruirsi anche lui una vita, ma in realtà con un solo obiettivo, quello di trovare Kerim e vendicarsi.

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