Quello che emerge in questo nuove episodio, a mio parere, è la solitudine di due personaggi come Fatmagul e Kerim che, pur essendo accomunatati dall'orrore di una notte che ha stravolto la vita di entrambi, sono su fronti opposti, anche se Kerim ha scoperto che la sua colpa non è così grande come in un primo momento credeva, eppure la sofferenza di Fatmagul la sente in carne propria, reputa di esserne colpevole, per non aver impedito agli ex amici di aggredirla.
La tenerezza che prova per lei si mescola a un profondo sentimento di colpa che lo isola dagli altri e che lo fa coltivare quel desiderio profondo di partenza, di fuga. Quando parla con la sua abla, nel capanno dove vive isolato dal resto degli altri, e lei lo incalza perché ha saputo da Fatmagul che ha richiesto il passaporto e che ormai è certo che partirà lasciandoli, ammette di non aver ancora deciso dove andare e Meryem gli fa notare che per lui non conta la meta, ma solo il fatto che voglia scappare da dove si trova.
È la verità. Come lui anche Fatmagul vorrebbe fuggire via da tutto e da tutti, soprattutto da una famiglia, incarnata dalla terribile cognata, che continua a lanciare sale sulle sue ferite. Basti pensare alla crisi profonda in cui precipita, all'ennesima aggressione della donna che le rinfaccia di comportarsi come se non avesse un marito e che lei, ormai, è la moglie di Kerim.
Lei si sente ancora una volta privata della sua volontà, della libertà, e grida davanti a tutti, anche ai vicini che lei non è la moglie di nessuno, in quanto il suo cuore è ancora legato a Mustafa, che ha sorpreso a casa di Asu, la prostituta che ormai è diventata un'amica per l'uomo.
Lei ha chiamato e le ha risposto la ragazza che, da amica vera, rivela all'uomo, che stava dormendo nel suo letto, che sospetta che la persona che ha chiamato sia davvero la sua ex e si impegna per cercare di scoprire da quale cabina abbia chiamato, per permettergli di ritrovarla.
Ma Mustafa è un personaggio che mi inquieta, perché è accecato dalla rabbia e dalla gelosia al punto tale di non rendersi conto della realtà, mentre Kerim ha tutto il candore e la tenerezza necessari per aiutare Fatmagul a sanare le sue ferite, se solo entrambi permetteranno all'altro di avvicinarsi.
Al momento sono davvero su fronti opposti, basti pensare alla scena in cui Fatmagul, esasperata da un sogno, dalle pressioni, esce nel cuore della notte, piangendo e ritrova sulla riva del mare Kerim, che sta piangendo a sua volta, ferito dalle insinuazioni del padrone di casa, che lo ha voluto chiamare per rivelargli di aver saputo perché hanno lasciato il paese per trasferirsi a Istanbul. Il peso della colpa, tutto riversato su di lui, sembra quasi pronto per schiacciarlo.
E quindi la fuga non è solo da Fatmagul, ma da tutti quelli che lo guardano come un possibile stupratore, capace delle peggiori atrocità, ma sicuramente è Fatmagul, il suo sguardo di condanna, quello che pesa più di ogni altra cosa e quindi quando finalmente arriva il passaporto che gli permetterà di andare via, per Kerim sembra quasi un attimo di pace nella guerra interiore che lo attraversa.








Nessun commento:
Posta un commento