Arrivati alla cinquantesima puntata, è incredibile che questo prodotto riesca ancora a stupirci e a lasciarci con il fiato sospeso, ma tra i pregi di questa serie sicuramente c'è il ritmo e la capacità di mantenere alta la tensione, con eventi ben strutturati e seguiti. Ecco che, alla fine di un altro episodio di due ore e un quarto, quando sembra che per Elif i minuti stiano per scadere e dopo la convalescenza in ospedale, debba ritornare nuovamente in carcere, davanti ai giudici compare Omer, che nel frattempo ha fatto di tutto pur di trovare qualcosa per liberarla.
Ma procediamo per gradi! La puntata inizia con Omer aggredito nel cimitero, dove voleva riesumare il corpo seppellito al posto di quello di suo fratello. Lui è convinto che non si tratti di Huseyin, ma di qualcun altro e che suo fratello è ancora vivo. A cercare di impedirgli di scoprire la verità è l'antieroe di questa storia, Fatih, che se lo abbiamo amato in alcune circostanze, molto spesso si presta a essere odiato con un certo fervore.
Omer lo abbatte facilmente, ma l'intervento del suo uomo permette a Fatih di imprigionare quello che lui chiama simpaticamente "bacanak" (cognato) in un vecchio edificio, legandolo con delle catene su di un tavolino. Nel frattempo Elif lo cerca disperatamente, convinta che gli sia successo qualcosa. Ne hanno passate troppo per non capire che il lungo silenzio di Omer è legato a qualcosa di brutto che gli è successo.
Omer, però, si libera da solo, grazie alla fortuna e alla sua determinazione e questo gli permette di catturare Fatih e di spedirlo per la centesima volta in carcere, dove prova a farlo parlare in tutti i modi. Tenta anche Nilufer, andando a trovarlo e pregandolo di parlare per aiutare la sorella che dovrà rientrare in carcere a breve, ma il loro è un rapporto decisamente sbilanciato dove Nilufer è la sposa succube e lui il marito padrone. Non fa mai niente per amore di Nilufer, nessun sacrificio. Continua a chiedere a lei di rinunciare alla famiglia, di non pensare che a lui e lei, come la classica stupida innamorata senza dignità, finisce con cedere.
Piange per il destino di Elif, ma non le viene in mente di confessare a nessuno di sapere che Huseyin è vivo, perché sulla bilancia per lei conta più un marito assassino che le ha fatto di tutto che una sorella che si è sacrificata in ogni modo per lei. Personaggio decisamente bocciato. Preferisco Asli, la sorella pazza che, nonostante i suoi attacchi classisti, o i suoi momenti di furia, è intuitiva e sempre sincera.
Omer torna da Elif, leggermente malconcio, e il dolore alla spalla ci ricorda come sia miracolato, visto quello che gli è successo. Intanto però il tempo sta per scadere. Elif deve presentarsi in tribunale nuovamente e il giudice decreterà il suo rientro immediato in prigione. Le speranze sono poche. Continua a crederci solo Omer, Arda e Pelin. Nel frattempo Ipek segue la zia Nedret, convinta che stia nascondendo qualcosa e scopre che è complice di Tayyar.
Omer ha un'intuizione mentre si conceda da Elif che deve andare in tribunale. È il giorno della laurea di Mert che finalmente ha completato il suo percorso di studi. Si rende conto che questa è l'occasione perfetta per Huseyin per cercare di compiere la missione che gli è stata data da Fatih, intenzionato a vendicarsi di un padre con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale.
E durante il discorso di Mert effettivamente Tayyar Dundar si presenta, anche se non invitato. Tra le persone presenti nella sala ci sono Arda, Pelin e Omer e quando Huseyin arriva deciso a sparare al suo complice e nemico, riesce a colpirlo con un solo colpo, mentre Omer si getta su di lui per arrestarlo.
Quando il giudice è sul punto di spedire Elif nuovamente in prigione, l'arrivo di Omer con Huseyin Demir, l'uomo che Elif avrebbe ipoteticamente ucciso, rappresenta l'ennesimo colpo di scena che scioglie tutti i nodi e permette a Elif finalmente di essere libera.
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