La storia mi sta prendendo piano piano, avvolgendomi nella sua spirale di amore disperato, dannato, infelice. Se cercate un racconto facile, non proseguite. Questo è un racconto doloroso fin dalle prime immagini, ma allo stesso tempo pieno di passione, di sentimenti turbolenti, di lotta. Il titolo Sefirin Kızı è il termine con cui Sancar chiama continuamente Nare, usandolo quasi come uno scudo, una forma dispregiativa con cui in realtà sottolinea quanto lei sia lontana dal suo mondo e quindi si illude anche dal suo cuore.
Mentre i due si uniscono per un bene supremo, che è quello di ritrovare la piccola Melek, portata via proprio dall'ambasciatore, in uno degli ennesimi scontri tra di loro, mentre sono sull'aereo, Nare lo rimprovera dicendogli di finirla di chiamarla così, Sancar rivela come non riesca più a chiamarla Nare, perché per lui Nare era il nome inciso sul tronco il giorno delle loro nozze, Sancarin Naresi (La Nare di Sancar), cosa che non è più.
I due però insieme non riescono a mascherare la tensione e l'attrazione, l'amore passato, tradito e perduto, che comunque ha lasciato delle braci che il vento potrebbe, in qualsiasi momento, risvegliare. Il Montenegro si presenta come una terra piovosa, antica e misteriosa, dove zingari ballano in vicoletti lastricati e dove la piccola Melek è cresciuta.
Nella casa dove Nare ha provato a uccidere Akin, tutto sembra immobile e quando i due vengono sorpresi dall'ambasciatore, grazie alle telecamere, Sancar risolve a modo suo, colpendola e distruggendola in mille pezzi. L'uomo potente però, che ha portato la bambina lontano dalla città, rivendica che il pescatore, come lo chiama lui con disprezzo, venga mandato via per trattare con la figlia.
Sancar non ci pensa proprio ad abbandonare la figlia e grazie ai suoi contatti, riesce a scoprire dove è stata portata e dove si nasconde. Vederli interagire insieme, cercare di liberare la piccola Melek ci dà il sentore di quella che sarebbe stata la loro famiglia se tutte le forze del male (l'ambasciatore, il perverso Akin, l'insicurezza di Sancar) non si fossero unite contro di loro.
Scopriamo però che Sancar noon si è rassegnato facilmente alla scomparsa di Nare e che un anno dopo la sparizione della ragazza è riuscito a racimolare il denaro per recarsi in Montenegro per cercarla. Qui si è imbattuto in Akin che gli ha rivelato che Nare si trovava in un'altra città, dove viveva con il suo nuovo compagno. Con uno stratagemma perverso, lo ha fatto cadere nella convinzione di averla sentita chiamare il suo amore. Si tratta di una simulazione.
Nare si trovava in una clinica, cercando di riprendersi, con la bambina appena nata. L'uomo che aveva risposto ad Akin, fingendo di essere il suo fidanzato, non era altro che un infermiere, pagato dall'uomo con questo scopo.
Il solco tra i due è ormai troppo profondo e le parole pesano troppo per poterlo colmare. Eppure quando Sancar si risveglia la mattina, rendendosi conto che Nare si è addormentata al suo fianco, ci rendiamo conto che tutto l'amore che doveva nutrire per lei è ancora presente. L'imbarazzo di entrambi è evidente e lui fugge via con la scusa di andare a cercare qualcosa da mangiare. Questo serve per permettere a degli uomini che stanno cercando l'Ambasciatore, di scontrarsi con Nare, che scopre che il padre deve una somma esorbitante, di un milione di euro a queste persone, la ragione per cui vorrebbe che lei cedesse ad Akin.
Poco dopo ritorna Sancar e i due riescono a rintracciare la bambina grazie anche all'aiuto di Gediz, l'amico rimasto in Turchia. Quest'ultimo si è reso conto, con preoccupazione, che i suoi sentimenti per Nare sono decisamente troppo forti e questo potrebbe compromettere il rapporto d'amicizia con Sancar.
Quest'ultimo ritrova la piccola Melek e riesce con uno stratagemma a farla fuggire, ma l'arrivo dell'ambasciatore, con la polizia montenegrina, sembra quasi destinare la fuga a un esito drammatico, con Sancar in prigione, ma Nare ricorda del milione di euro necessario al padre e chiede a Sancar di pagare per liberare la figlia. L'ambasciatore ne chiede due, ma Sancar, divenuto ormai ricco, decide di pagare per avere la custodia della figlia.
Il rapimento di Melek sembra essersi risolto felicemente, ma a Bodrum è successo di tutto nel frattempo Menekşe, la moglie bambina, in un attacco di rabbia ha lasciato casa e quando Sancar torna con la figlia e Nare, Gediz lo prende da parte per ricordargli il suo dovere di neo marito. La scena in cui va a riprendere la moglie per portarla a casa e finalmente assolvere al suo compito appare la salita verso il patibolo di un povero condannato. Non vedo grandi prospettive per questo matrimonio. La storia però al momento prende e lui, come al solito, è bravissimo. Brava anche lei e l'attrice che dà vita alla piccola Melek.
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