martedì 28 ottobre 2025

Sefirin Kızı - Mia figlia mi basta (21)

 


Che dire? Lo so che forse sarò impopolare e che è più facile, a volte, odiare Sancar che amarlo, ma sinceramente vederlo circondato da entrambe le famiglie, quella sua e quella di Gediz, che si sono messe d'accordo alle sue spalle per impedirgli di dividere la società, ma soprattutto che hanno barattato la custodia di Melek con l'appoggio di Nare per impedire ai due soci di dividersi, mi ha provocato un brivido di astio nei confronti di tutti, anche della povera Nare che indubbiamente è una vittima.


Nella scena in cui Sancar si rende conto di essere circondato da traditori che faranno di tutto per impedirgli di avere la custodia di Melek, ho provato fastidio e un senso di orgoglio quando lui ha restituito la delega dove lo avevano privato del potere decisionale e sono entrata in sintonia con lui e il suo "Mia figlia mi basta, tenetevi le vostre azioni!".


Certo, poi ha, come suo solito, minacciato Nare di usare tutte le sue armi per ottenere la custodia della figlia, ma la congiura, se tale si può considerare, è stata piuttosto brutta. Per tutto l'episodio Sancar, infatti, soffre per la separazione da Gediz, che è sempre stato un amico, un socio, il vero fratello. Adesso, divisi dall'amore per Nare, sembrano davvero destinati a separarsi per sempre.


Tutto l'episodio è un tentativo di Nare di trovare un modo per farli ragionare, ma loro sono chiusi sulle loro posizioni. Il problema sono i sentimenti che Gediz prova per Nare e che lo hanno portato a tradire l'amicizia con Sancar, reputandolo colpevole di tutto il dolore che la ragazza ha provato.


Adesso, mentre quelli che operano nell'ombra cercano di utilizzare la loro separazione, Gediz e Sancar non sembrano per niente disposti ad allearsi. Sancar decide persino di appoggiare il vecchio ambasciatore, sorprendendo Gediz e Kahmran. Quest'ultimo, che è il vero nemico, nasconde al mondo la sua alleanza con Akin, ma soprattutto che ha coinvolto Menekse facendole incontrare l'uomo.


La donna, in realtà, alle prese con i vari complotti, alla fine ha perso il bambino che aspettava da Sancar, la sua unica arma per continuare ad avere anche solo un minimo di potere su di lui e per disturbare la sua relazione con Nare.


Adesso, disperata, sta cercando un modo per occultare la situazione e l'idea, sicuramente malvagia, per risolvere la situazione è venuto ad Akin, quando scopre che la compagna fastidiosa di Kahmran aspetta un figlio. Non oso immaginare quello che la sua mente ha concepito.


Nel frattempo però Nare e Sancar interagiscono nella casa di lui, in attesa del giudizio che dovrebbe togliere la custodia all'ambasciatore a favore di uno di loro due. Mentre Nare si mette d'accordo con tutta la famiglia dell'uomo, è innegabile che la loro interazione susciti la consapevolezza nello spettatore che la loro relazione non è mai finita.


Basti pensare a quando Nare, una notte, scopre Menekse che esce dalla stanza dell'uomo e la donna simula di essere stata con il marito e di aver goduto dei suoi favori. In realtà è stata congedata bruscamente, in quando lui non sembra per niente interessato a rispettare il suo ruolo. Chi si comporta però da moglie oltraggiata è Nare, che entra nella sua stanza solo per rivendicare, accendendo il suo cuore di speranza.


Peccato che poi, sulle scale del Palazzo di Giustizia, Sancar si ritrovi solo, a fronteggiare solo con la sua potenza fisica, e con la disperazione di un uomo pronto a tutto per sua figlia, una banda di traditori che, lontani dalla fedeltà cieca che lui vorrebbe, anche forse, diciamolo onestamente, nel suo interesse, è decisa a imporsi e a impedirgli di prendere le sue decisioni. Cosa succederà? Vedere per credere. Personaggio strano, comunque, quello di Sancar, che suscita sentimenti decisamente contrastanti.

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