mercoledì 19 novembre 2025

Sefirin Kızı - Credimi. Ce la faremo (42)

Questo motto, "Credimi, ce la faremo" in qualche modo segue il rapporto di Mavi con Sancar. Anche se lei porta dentro e sulle spalle il peso di un passato non indifferente, con un marito violento che non sopportava il suo trionfo e che cercava di sminuire le sue capacità, essendo fondamentalmente un fallito, con la tragedia terribile della perdita di Ekim, la figlia, è lei, in questa fase, ad essere da supporto a tutti.



È la persona che cerca di stare accanto a Sancar, disperato perché i servizi sociali hanno portato via la piccola Melek, affidandola temporaneamente al nonno; è la persona che cerca di farlo ragionare, di calmarlo e di non fargli commettere quelle impulsività che sono tipiche del suo carattere. Anche se in una prima fase, seguendo il bene della bambina che le aveva chiesto di sparire dalla vita del padre, si era sottratta, quando scopre quello che l'uomo sta passando, corre da lui.


Credo che sia davvero la prima volta che Sancar riceve tutta questa attenzione e un sostegno solido, di una persona che lo fa riflettere, che cerca di calmare la sua rabbia pericolosa e spesso causa di molte situazioni sgradevoli nella sua vita. È proprio nel confronto con Sancar che emergono i ricordi terribili del matrimonio di lei e il suo desiderio di iniziare tutto nuovamente, libera dai legami con un passato decisamente doloroso. Mavi è una che sopravvive e nella sua interazione con Sancar sta proprio aiutandolo ad andare avanti, superando la perdita di Nare, l'amore, distruttivo, di una vita.


E la piccola Melek? Plauso all'attrice Beren Gençalp che riesce a trasmetterci tutto il dolore, la solitudine, la paura. Sembra quasi di vedere in lei quella che deve essere stata la vita di Nare, accanto a un tale padre. L'ambasciatore, infatti, non ama Melek, come sicuramente non ha mai amato la figlia. Vuole solo una creatura da esibire nei contesti sociali. Costringe, infatti, la bambina a vestirsi come una bambola, le impone lezioni di francese, di musica, non preoccupandosi dei giochi, del suo bisogno di vedere un padre che ama.


I servizi sociali indagano, interrogando le sue famiglie e analizzando anche le varie situazioni. A complicare le cose però c'è anche Halise, che, invece di tutelare il figlio Yahya, cerca di mettere a tacere l'ex fidanzato di Dudu, il vero padre del bambino che aspetta, per non dover rivelare al figlio quello che ha fatto nel passato, compromettendo anche il rapporto con Elvan.


L'unica che mi dà gioia in questa situazione è proprio lei, che ha cominciato a lavorare nel negozio vicino al bar di Bora. Quest'ultimo sembra interessato alla donna e questa cosa spiazza completamente un personaggio come Elvan, abituata solo ad essere la moglie di..., la cognata di...  Bora invece la vede come entità unica e non riesce proprio a capire perché continui a vivere nella famiglia del marito da cui ha divorziato. Che possa evolvere ancora come personaggio? Io credo decisamente di sì.


E intanto Mavi, che si è introdotta nel giardino della casa dove adesso vive l'ambasciatore, scopre dell'infelicità della piccola e, senza che Sancar ne venga coinvolto e possa in qualche modo essere ritenuto complice, si introduce una sera nella villa, approfittando del fatto che l'Ambasciatore ha dato una festa per la nipotina.


Non si tratta di un atto d'amore, ma di una vera e propria esibizione, dove costringe Melek a suonare il violino davanti a tutti. Mavi, travestitasi da animatrice, approfitta di un momento di distrazione per portare via la bambina che, desiderosa di vedere il padre, si affida a lei, nonostante in passato l'abbia respinta. E quel... "Credimi, ce la faremo!" sembra anche una frase pronunciata alla piccola Melek che Mavi cerca di mettere al sicuro.

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