Qual è la montagna invalicabile contro cui può naufragare un amore così grande? Siamo davanti a una storia di quelle epiche, classiche, un po' alla Romeo e Giulietta (Non me ne voglia Reyyan che non ha apprezzato il paragone da parte di Miran, subdolamente conscio durante il loro fidanzamento fasullo, che l'ostacolo principale è lo scontro tra le due famiglie), dove nulla sembra poter ostacolare due amanti travolti da un desiderio d'amore prima sconosciuto.
Miran era il classico guerriero forgiato alla battaglia, che non prestava attenzione a nulla tranne allo scopo primario e ultimo della sua vita, ovvero vendicare la tragica morte dei genitori. L'arrivo di Reyyan lo trascina verso sentimenti assoluti e nuovi che rispecchiano una natura più portata per l'amore che per la guerra, ma siamo nel bel mezzo di una faida e qualcosa di così luminoso e bello, ma allo stesso tempo fragile, rischia di essere spazzato via dalle intemperie.
Cosa può far naufragare una more così grande e luminoso? La vendetta di Miran! Mentre l'ambulanza che trasporta il suo mortale nemico, insieme con Reyyan che dispera per la vita del padre, Miran la segue con accanto l'eterno Firat, al quale chiede sconvolto: "Che succederà se lui muore?" Ovviamente Firat dà voce a quello che pensano tutti i telespettatori, cioè che con la morte di Hazar Şadoğlu realizzerà la sua vendetta, ma il problema nel cuore di Miran è un altro. Cosa succederà al suo amore con Reyyan?
Eh Miran, purtroppo è chiaro come l'acqua che se Hazar dovesse morire, non ci sarebbe più speranza per te e Reyyan, lo dimostra la reazione della ragazza quando si ritrovano tutti in ospedale, in attesa che i medici dicano qualcosa, che salvino la vita dell'uomo. Lei crede in un primo momento che sia stato lui a spingere giù dalle scale il padre, soprattutto dopo le continue minacce espresse davanti agli occhi di tutti.
Lui dispera, sta male per lei, non sopporta il suo rifiuto e cerca, nonostante tutto di starle accanto. Lei è sconvolta. Si stringe alla sua famiglia, intesa come madre e cugino, mentre il resto rivendica la sua colpa per aver trascinato Hazar in quella faida. Miran è sconvolto e non vuole lasciarla, nonostante tutto e tutti, ma Reyyan gli dice chiaramente che se suo padre dovesse morire, per loro non ci sarebbe speranza.
Zehra è sconvolta e davanti agli occhi di tutti, toglie l'anello che lui ha dato alla figlia e glielo riconsegna, dicendogli che la loro storia è finita. Reyyan non ha la forza di opporsi, lacerata anche da un senso di colpa legato al fatto che il padre le avesse chiesto di andare via e lei avesse insistito perché lui trovasse prove da mostrare al ragazzo su sua madre e quello che era davvero successo.
Ovviamente la lettera, finita nel taschino della giacca di Hazar, viene passata di mano in mano senza che nessuno la trovi, mentre siamo travolti soprattutto dalla sofferenza della coppia ostacolata. Miran non vuole perdere Reyyan e si rende conto che se dovesse morire il padre per loro non ci sarebbe speranza. Così dona il suo sangue, in quanto lui è l'unico compatibile, (Che cosa strana!!!) e poi cerca di nasconderlo, dando un nome falso. Un infermiera però rivela a Reyyan che l'uomo che ha accanto è quello che ha donato permettendo di salvare suo padre.
Questa rivelazione ammorbidisce Reyyan, anche se non riesce ancora a riaccettarlo. La nonna, nel frattempo, saputo quello che è successo, ritorna a Midyat fingendo appoggio al ragazzo, che nel frattempo non desiste dal suo intento, cercando Reyyan, anche quando la ragazza va dalla sorellina spaventata per l'assenza dei genitori.
Sarà proprio durante un caffè preso nei pressi dell'ospedale che i due si potranno confrontare con calma e Reyyan, sinceramente convinta che lui sia innocente, gli dice di non sentirsi pronta a indossare nuovamente il suo anello perché lui non è disposto a rinunciare alla sua vendetta. Lui ammette che è così ma le promette che non proverà a fare del male al padre, in attesa di scoprire la verità del passato, sul quale non ha mai indagato. Un compromesso, sicuramente, ma l'unico modo per poter sperare in qualche possibilità di futuro per una coppia decisamente nata sotto una cattiva stella.
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