Sono preda della furia! Non dovrei, lo so. Soprattutto davanti a una serie con una trama così lunga e avvolgente. Non poteva durare il tempo della felicità, ma la rapidità con cui mi sono dovuta risvegliare dal piacevole intontimento provocato dall'episodio precedente, accende il fuoco, come il supposto onore calunniato di Hazar Şadoğlu. Sì, lo so. L'onore c'è, ma non posso tollerare quando la vittima diventa carnefice e in questo caso Hazar si è prestato alle macchinazioni di Zehra, personaggio, che fino a questo momento aveva suscitato la mia simpatia, ma il dolore di Miran è travolgente e non lascia respirare.
Hazar mente, rivela che a spingerlo giù dalle scale è stato proprio lui. Reyyan che ha creduto nel marito fino a questo momento, non può pensare che il padre stia mentendo e caccia dal suo fianco l'uomo che il suo cuore, malgrado tutto, ancora ama. Miran è disperato. La scena dell'ospedale mostrato tutto il talento recitativo di Akın Akınözü, tanto che ho creduto davvero che gli partisse un embolo e che lo dovessero ricoverare d'urgenza. Lui nega, cerca di rivendicare la sua innocenza, ma non c'è speranza. Il peso della calunnia lo colpisce duramente.
Reyyan è distrutta, ma non è disposta a tornare sui suoi passi. Ha provato in tutti i modi a farlo aprire, a dare una possibilità al passato, ma lui si è sempre rifiutato e davanti all'enormità di quello che è successo chiude il suo cuore e lo rifiuta, nonostante i mille tentativi di Miran di avvicinarla e portarla via da una famiglia che, ne è convinto, possa farle del male.
La verità ce la svela Hazar, ricordando la conversazione con Zehra. A spingerlo dalle scale è stata l'innocente Elif, ragazza fragile, con mille turbamenti, che sembrava un essere innocente e che, preda della paura di una guerra scoppiata intorno a lei, ha spinto dalle scale il padre di una donna a cui lei vuole bene. Elif è sconvolta dalle conseguenze del suo gesto ma non trova il coraggio di parlare al cugino, che è come annientato. L'unico pensiero che lo salva è quello di non volersi arrendere.
Così si intrufola a casa dei suoi nemici per cercare di portare via Reyyan. Lo scontro si acutizza, Nasuh sembra sul punto di ucciderlo, tanto che Reyyan lo difende convinta anche in quel momento, pur rifiutandolo. A salvare Miran è Firat, l'eterno amico, arrivato con i suoi uomini, a sedare la rissa con la notizia sconvolgente che lui ha donato il suo sangue per aiutare Hazar. Tutti sono paralizzati dallo stupore e Miran va via quasi furioso con Firat per aver raccontato questa debolezza.
Zehra e Hazar nel frattempo però continuano a mantenere la loro bugia, nonostante il dolore palese della figlia. Preferiscono che il vincolo tra i due si sciolga definitivamente e preparano anche le carte del divorzio, che poi consegnano a Reyyan.
Tutti i tentativi di avvicinamento fatti da Miran vanno a vuoto e il suo dolore è talmente palese agli occhi di tutti che Firat, parlando con la madre, svela il suo timore per l'amico, ma anche la sua stanchezza della faida che sta rovinando la loro esistenza ed Esma, che fino a questo momento ha taciuto tutti i segreti degli Aslanbey, decide di andare da Zehra, per aprire il vaso di Pandora, dandole non solo una lettera di Dilşah, che svela come fosse infelice con il marito, ma anche un altro grandissimo segreto, ovvero che Miran e Hazar sono padre e figlio.
Ed io, mentre guardavo la scena, preoccupata per Reyyan che era andata a casa Aslanbey per chiedere a Miran di firmare le carte del divorzio, continuavo a gridare dentro la mia testa: "Esma, perché? Perché sei andata da Zehra che sicuramente cercherà di nascondere tutto?". Verrebbe voglia di fare un salto nella serie e prendere a ceffoni tutti quelli che stanno cercando di sabotare un amore così grande.
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