Era da un po' di tempo che non riuscivo a dedicarmi alla lettura e da molto più tempo che non avevo tra le mani un classico. Per caso, su una bancarella di paese, mi ero ritrovata tra le mani questa storia che, meno nota di IL CONTE DI MONTECRISTO o I TRE MOSCHETTIERI, sempre frutto della penna di Dumas, non avevo mai letto e che, per colpa di conoscente cartoniche della mia infanzia mi immaginavo ben diversa, tra uomini mascherati e scontri di spada.
Cogliendo questa fase particolare della mia vita, che mi ha indotto a fermarmi e a rallentare i ritmi, ho deciso di immergermi in questo mondo un tempo familiare, da cui mi ero un po' allontanata e che, però, è stato facile ritrovare.
La storia IL TULIPANO NERO è davvero completamente diversa da quello che mi ero immaginata per colpa de LA STELLA DELLA SENNA. Non siamo a Parigi, anche se la storia, in qualche modo, è l'elemento cardine di tutte le vicende, con i fratelli de Witt, condannati e barbaramente uccisi da una folla inferocita.
Siamo nei Paesi Bassi, nel XVII secolo. Mentre si sta svolgendo un'accesa lotta politica per il potere tra il Gran Pensionario, il borghese Giovanni de Witt, e lo Statolder, l'aristocratico Guglielmo III d'Orange, c'è chi rifugge a questi sanguinosi giochi di potere per dedicare il proprio tempo e il proprio denaro ai fiori, o meglio alla coltivazione dei tulipani, vero e proprio idolo del paese.
Cornélius Van Baerle, figlioccio di De Witt, membro di una ricca famiglia dell'Aja,decide di investire grosse somme di denaro nella sua mania per i tulipani alla ricerca di forme e colori sempre più nuovi fino a riuscire a creare l'impossibile tulipano nero, per il quale la città di Haarlem offre il ricchissimo premio di centomila fiorini.
La sua vita pacifica non lo mette al sicuro dall'invidia del suo vicino, Isaac Boxtel, inferiore a lui per capacità e generosità che, guidato dal sentimento oscuro che lo acceca, passa il suo tempo spiandolo, fino al punto di denunciarlo alla polizia, quando i De Witt saranno uccisi dalla folla inferocita.
Giovanni, infatti, aveva dato a Cornelius delle lettere da conservare, senza leggerle, che riguardavano la sua vita politica. Cornelius, senza nessuna colpa, viene accusato di essere coinvolto nel tradimento dei de Witt e condannato al carcere a vita.
Lo salverà l'amore per i tulipani (tre bulbi che riesce a portare con sé in prigione e che conservano il segreto del tulipano nero) e quello per la bella figlia del carceriere che si occupa di Cornelius, che si dimostrerà appassionata e fedele.
In un racconto concentrato, Dumas riesce a mescolare bene intreccio, ambientazioni, politica, avventura e amore, offrendo una storia delicata che rispecchia la natura umana con i suoi palpiti, negativi e positivi, conservano un alone di favola che in qualche modo rende tutto più etereo. Da recuperare!
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