ANGELICA ALLA FRONTIERA di Anne e Serge Golon - VOL. XIII
Dopo gli emozionante ANGELICA E IL PIRATA e ANGELICA E IL SUO AMORE, che avevano in qualche modo chiuso il cerchio delle peripezie e degli amori della nostra eroina, lontana dal suo punto focale, ovvero Joffrey de Peyrac, quel primo amore mai dimenticato, onestamente era fisiologico che l'attenzione e la palpitazione scemassero, anche se ANGELICA ALLA FRONTIERA sicuramente ci offre una nuova dimensione delle avventure della nostra coppia di amanti sventurati.
Joffrey e Angelica hanno perso tutto, il loro prestigio, l'epoca felice di Tolosa e del Palazzo del Gaio Sapere. La caduta e la rinascita di Angelica erano stati solo superficiali, fino a quando non si era resa conto che, anche divenuta una delle favorite a Corte, continuava ad essere una pedina nella mani di Luigi XIV, che mai l'ha dimenticata. Da qui la ribellione e poi la guerra di Poitou.
Adesso entrambi sono lontani dalla Francia, in una terra sconosciuta e selvaggia. Siamo nella seconda metà del seicento e l'America non è ancora stata domata completamente. È una terra popolata di indigeni che si combattono tra di loro e contro l'uomo bianco che avanza; ci sono francesi in lotta con inglesi e nuovi coloni che cercano uno spazio proprio dove collocarsi e creare qualcosa.
In questo contesto Angelica si ritrova accanto ad un uomo che ha amato alla follia, ma che oggi è un perfetto sconosciuto. Joffrey ha vissuto quindi anni lontano da lei e anche Angelica è cambiata. Non è più la ragazzina affascinante, ma ingenua che lui si è ritrovato come moglie. È una donna piena di forza, di determinazione ed entrambi affrontano l'impresa di scoprirsi e conoscersi, quasi con la stessa determinazione con cui studiano il paesaggio circostante.
Innegabilmente le parti migliori sono proprio queste interiori ed intime, dove il romanzo si ripiega nello spazio privato di una coppia che sta imparando a scoprirsi. Le notti in cui Joffrey la spiava, o la sua determinazione a difenderla dai soliti invaghiti che vorrebbero portargliela via, conservano tutto il fascino delle loro vicende, mentre Angelica è alle prese anche con la conoscenza dei suoi stessi figli, non tanto Florimond, che con il suo carattere gioviale e solare è facile da amare e capire, ma dell'oscuro e problematico Cantor, che aveva perso e dato per morto molti anni prima, e che adesso è un ragazzo di quindici anni pieno di segreti e di palpiti.
In questo contesto si colloca la selvaggia Honorine, che in qualche modo ricorda molto la piccola Angelica di Poitou, la marchesa degli angeli che già giocava a guidare le rivolte e le marce. Honorine è forte, a volte quasi spietata, ma anche tenere e bisognosa di affetto. Emozionante il confronto tra Angelica e Cantor sulle origini infelici della piccola Honorine.
La storia perde mordente negli intrighi, nei soliti europei intrigati da Angelica, che vedono come l'incarnazione della seduttrice malefica, arrivata sulle sponde delle nuove terre per disseminare morte e peccato, cogliendo segni del suo arrivo nelle visioni mistiche di una santa del posto.
Più interessanti restano le difficoltà dell'insediamento, la durezza di un inverno che non sembra passare più e che spingono gli uomini ad affrontare le loro paure e la loro capacità di resistenza. E mentre il legame tra Angelica e Joffrey diventa sempre più forte, emerge un nuovo possibile nemico che si contrappone al loro modo di vivere, alle loro aspirazioni e al loro amore. Sembra di essere al principio di una nuova tappa delle loro avventure.
FRASI TRATTE DAL LIBRO
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