Angelica l'Indomabile di Anne e Serge Golon- Vol. VII - Citazioni
ANGELICA L'INDOMABILE
Ovviamente è importante. Non ci sarebbe bisogno di infastidire la polizia per una sciocchezza. Con voi, la cosa è sempre seria: siete sul punto di essere assassinata, di suicidarvi o avete deciso di ricoprire di spazzatura la famiglia reale, turbare il regno, scontrarvi con il Papa...che ne so?(Desgrez parlando con Angelica)
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Dieci anni...Un lasso di tempo all'apparenza molto corto e allo stesso tempo le sembrava aver vissuto varie vite da allora. Era stata, alternativamente, nella miseria più profonda e all'apice della ricchezza. Si era sposata di nuovo. Aveva regnato nel cuore di Luigi XIV. Tutto quello svaniva come in un sogno.
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«Era il signore di Tolosa», disse lui. «Il padrone di Tolosa già non esiste. Regnava in un palazzo...Già quel palazzo non esiste più... Era il signore più ricco del regno...Lo hanno privato delle sue ricchezze...Era un saggio conosciuto in tutto il mondo...Adesso è uno sconosciuto...Dove potrebbe esercitare la sua scienza?».«Desgrez, non potete capire l'amore che un uomo come lui può ispirare».(Angelica e Desgrez parlando di Joffrey de Peyrac)
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Tutto si concentrava in quella visione lontana di una certa barca sulla riva del fiume, in una notte di inverno. A partire da quello, iniziava a vivere di nuovo. E si dimenticava del suo corpo che altri avevano posseduto, del suo nuovo viso, quel viso di una perfezione consumata, la sua comparsa faceva tremare il Re, e dei segni di una vita che un destino brutale aveva impresso su di lei. Ritornava ad essere miracolosamente pura, con l'ingenuità selvaggia dei suoi vent'anni, come una donna completamente nuova, adorabilmente tenera, che si girava verso di lui.(Angelica pensando al primo marito)
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Sono sua moglie e lui è mio marito. Per questo lo cercherà. La terra è grande, però se vive in qualche angolo di questa terra, lo troverò, anche se dovessi camminare tutta la vita...Fino a cento anni!
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Como Flipot poco prima, con un misto di orrore e di paura l'antico ladruncolo della Piazza dei Miracoli aveva riconosciuto Nicolás Calembredaine, l'illustre bandito che credevano morto dopo gli scontri della feria di Saint-Germain e che, da circa dieci anni, espiava i suoi crimini in una galera del re.
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«Non so cosa mi succeda con te», disse lui. «Mi...mi appassioni. Era così mutevole, piena di mistero e di sorpresa. Un attimo prima ti mostri raggiante. Siamo tutti come docili agnelli sotto il potere del tuo sguardo e delle sue risate. E poi ti ritrovo debole , come atterrita dal pericolo che ti minaccia e contro il quale vorrei difenderti. È una sensazione che non ho mai sperimentato, sai? Tranne con i bambini». (Vivionne a Angelica)
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Angelica pensò, tremante, che assomigliava a Mefistofele. Emanava dalla sua presenza una specie di fascinazione. Aveva visto così, immobile, affondare tra le onde la galera dove un bambino alzava le braccia al cielo chiamando suo padre?(Angelica fissando il Rescator)
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«Non toccarmi! Non toccarmi!».«Ah, mi hai riconosciuto? Dimmi: sai chi sono?». «Sei Calembredaine, il bandido».«No, sono Nicola, il tuo padrone della Torre di Nesle».
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«Andrò per mare...»La nave la portava verso il suo amore, ma il suo amore retrocedeva verso l'orizzonte... «Joffrey de Peyrac, si ricorderà ancora di me, mi vorrà ancora?», si chiedeva con un'improvvisa lucidità. «Ho rinnegato il suo nome, lui ha rinnegato il mio ricordo».
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«Anche voi lo ritenete uno stravagante? Perché?».«Perché è l'unico, sentite, l'UNICO pirata che non commercia con gli schiavi, essendo, comunque, il più ricco, per un inverosimile mercato dell'argento che sconvolge e rovina tutto... Un mago! Un mago! Bah!».(Angelica parlando del Rescator)
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«Non sto anch'io perseguendo un mito, la legenda di un eroe scomparso che non ha più posto nel mondo dei vivi? Cerco di indovinare il cammino che potrebbe aver preso seguendo questa rotta dove non si identifica niente e dove i miraggi si incrociano».(Angelica pensando al marito)
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«Non guardarmi come se dovessi mandiarti», le disse il marchese. «Mi hai preso per il Minotauro?».«No, ma per quello che siete!».«Ovvero?».«Il terrore dei mari!».
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La mano di Angelica tremava sulla carta piegata. Scrivere a suo marito! Smetteva di essere un fantasma per tornare di nuovo ad essere vivo. L'idea delle mani di lui che avrebbero toccato quella carta e dei suoi occhi che l'avrebbero letta, le sembrava insensata. Aveva mai creduto almeno una volta, si chiese, alla sua resurrezione?
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«È vero, il Mediterraneo spoglia gli essere umani dalle loro false maschere, distrugge i fantocci e restituisce, trasformati in oro puro, sulle sue rive coloro che hanno avuto la forza di afrontarlo e di guardare di faccio i suoi miraggi .(Il Rescator ad Angelica)
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«Adesso capisco», disse in un sussurro. «È davvero la stessa, Alí Hadji, la stessa donna della lettera e la stessa che Lui ha comprato a Candía. In realtà questo è troppo bello ed inaspettato! Adesso il Rescator è mio, dovrà umiliarsi e affrontare le force caudine. Ho trovato il punto debole nella corazza, quella di tutti gli imbecilli...La Donna!»
(Mezza-Morte parlando di Angelica)
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be arrivato a liberarla, perché non dubitava che fosse diventato influente e ricco. Si addormentò e credette di sentir risuonare il suo passo trascinato sulle mattonelle di un lungo corridoio solitario. Ma il passo irregolare non si avvicinava a lei. Per quanto tendesse l'orecchio, si allontanava, si allontanava sempre di più fino a perdersi nel rumore del mare.
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