domenica 12 giugno 2016

OUTLANDER - PRESTONPANS (2x10)


Passo dopo passo, episodio dopo episodio, eccoci alla battaglia di Prestonpans, passata alla storia come il primo vero conflitto nel cuore della seconda rivolta giacobita, una delle vittorie gloriose, ma effimere da parte degli scozzesi. Per i nostri eroi questo è il primo vero scontro nel cuore di una guerra della quale abbiamo parlato e a cui ci siamo preparati per ben due stagioni.

La guerra ci viene presentata in tutte le sue sfaccettature: fatta di attesa, di ansie (basti pensare alle donne che aspettano l'arrivo dei feriti), di preparazione e tensione, di tattiche e di scontri, di violenza e di orrore. Alla fine non ci viene dato nessun momento di trionfante gioia, neanche quando sul finale i soldati ritornano e si fa la conta dei sopravvissuti.

Tra i vari momenti indimenticabili dell'episodio, sicuramente c'è da ricordare la battaglia, girata senza celare la violenza del conflitto, ma allo stesso tempo resa quasi surreale dalla nebbia che avvolge nemici e amici, creando questo paesaggio da incubo, macchiato di sangue e di disperazione.

Jamie brilla come al solito per il suo intelletto e la sua audacia, per l'astuzia con cui riesce a placare o a stimolare Charles Stuart, un ragazzino che crede in un sogno di gloria, completamente lontano dalla realtà. Non sembra rendersi conto dei conflitti intorno a lui, dell'odio che gli scozzesi nutrono da secoli per gli inglesi. Preso dal suo sogno di un trono, non vede la realtà del mondo che lo circonda.

Ed intanto Dougal riesce a dare prova del suo coraggio davanti al Re, a conquistarsi le sue simpatie, quelle di colui per il quale era pronto a dare la vita, ma si tratta di un breve trionfo. Il suo odio per gli Inglesi infatti non gli permette di essere lucido nei confronti di colui per il quale si batte, altrimenti vederebbe che Charles non considera la causa degli scozzesi, ma solo la propria e proprio in nome di quest'ultima trascinerà una società intera nel disastro.

Toccanti tanti momenti: dal bacio di congedo di Claire ad Angus, nei cui occhi sembra quasi dirle addio, al saluto fiducioso di Murtagh con la promessa di vegliare su Jamie sempre, al piccolo Fergus, bambino cresciuto troppo presto in un mondo feroce, che resta pur sempre un bambino. Nella sua aria confusa, nel cuore della battaglia, si legge tutto l'orrore di chi guarda la guerra per quello che è, ormai priva dell'alone di gloria di cui la avvolge la storia.

Il ritorno di Jamie da Claire ci dona un respiro ed un brivido di sollievo, ma nel frattempo prendiamo congedo da un personaggio che fino a quel momento ha suscitato le nostre simpatie. Angus muore dopo essere riuscito a portare in salvo Rupert, l'amico con cui si era sempre sfidato, che aveva protetto e attaccato.

La sua morte è improvvisa ed inattesa anche perché giunge lontano dal campo, quando tutti sembrano aver tirato il fatidico respiro di sollievo. Una battaglie è vinta, ma Claire, Jamie e Murtagh sanno anche che il trionfo è effimero, in quanto tutto sembra effettivamente svolgersi come Claire ha rivelato e quindi il baratro è lì che li aspetta.

Puntata dura, come lo è stata quella precedente, ormai persi in questo rullo di tamburi che ci trascina verso il finale. La resa scenica è stata notevole, la guerra messa in luce in tutta la sua brutalità. Questa stagione a mio parere ha alzato notevolmente il livello drammatico e la scelta di darci degli episodi in meno ha permesso di concentrare tutta l'emotività puntata dopo puntata. Ho adorato i romanzi, ma la serie televisiva non mi ha tradito. Questa è stata un'esperienza felice.

VOTO: 9

Nessun commento:

Posta un commento