sabato 19 ottobre 2019

CORDEL ENCANTADO - La conversione di Ignacio (29-30)


Tra le coppie romantiche di questa storia, quella più tormentata è quella di Ignacio e Antonia. Quest'ultima, tipica eroina sofferente, che viveva rinchiusa nella sua stanza, un po' come quelle principesse imprigionate nella torre, viene in qualche modo liberata e salvata dall'amore del principe Ignacio.


Quest'ultimo, avendola incontrata al ballo organizzato da Re Augusto per cercare la figlia perduta, se ne innamora a prima vista e da quel momento lotta pur di averla, di conquistarla e di sposarla. I pretendenti sono vari: Cisero, che era tra tutti quello più probabile, che finisce però per essere spazzato via dal malvagio Timóteo, e adesso ormai cangaicero nella banda di Herculano, ed infine il delegado Bartolé, il più pericoloso, in quanto gode dell'appoggio del fratello.


Tutto sembrava, in qualche modo, essere stato risolto, con l'intervento della Regina Helena, che, arrivata da Serafia, aveva ceduto i suoi gioielli come dote, per saziare la brama di denaro di Timóteo, ma quest'ultimo, per garantirsi l'appoggio del capo della polizia, il giorno delle nozze, gli aveva permesso di rapire la sorella sulla strada che avrebbe dovuto portarla in chiesa.


La storia è quella nota, ma le conseguenze della morte di una donna, travolta dalle ruote di Bartolé finisce per essere assolutamente imprevedibile. Ignacio è tormentato dai sensi di colpa e durante la notte fa un sogno strano e confuso che lo induce a cercare il Profeta di Villa De la Cruz, per cercare di trovare pace e comprensione. Questi insinua in lui l'idea che il Signore l'abbia chiamato e che debba rinunciare alla vita terrena per abbracciare il cammino della spiritualità. Fine altamente nobile, ma se pensiamo alla povera Antonia, che rischia di tornare dal fratello, o peggio ancora di sposare Bartolé, non riusciamo proprio a simpatizzare con la sua scelta.


I riferimenti alla nota vicenda di San Francesco sono piuttosto evidenti nella scena in mezzo alla piazza del paese, dove Ignacio si spoglia dei suoi abiti lussuosi, per cederli ad un povero mendicante e finisce per essere arrestato da Bartolé per oltraggio al pudore.


Nulla riesce a farlo uscire di prigione, neanche le richieste di Re Augusto. Sarà solo Antonia, dopo aver parlato con lui in carcere e aver ricevuto il colpo durissimo del suo rifiuto, per una vita spirituale, che deciderà di compiere il sacrificio supremo pur di farlo liberare.


Bartolé infatti le propone di liberare Ignacio in cambio del suo consenso alle nozze. La ragazza, amareggiata dall'ennesimo colpo che la vita le ha inflitto, finisce per accettare, rassegnata ad un destino che sembra offrirle sempre dolore e sottomissione.


La loro storia mi lascia leggermente interdetta, come lo sono tutti i personaggi, tra cui il fratello Felipe, su cui pongo le mie speranze per la sua relazione con Doralice. 


Da questo punto di vista, la storia prosegue con il tanto atteso matrimonio di Jesuino con Açucena. I gruppi si sono organizzati e sono intenzionati a contrapporsi durante la cerimonia. Il Re Augusto vuole rapire la sposa e portarla a Serafia, per costringerla ad accettare il suo destino; Timóteo vuole uccidere Jesuino prima che arrivi all'altare; il capitano Herculano è pronto a sbarazzarsi del figlio del Colonello anche solo se si avvicinerà da lontano a suo figlio e la banda di Jesuino, con in primis Fubá, è pronta a tutto pur di difenderlo.

Nessun commento:

Posta un commento