IN NOME DEL RE di Margaret Moore
Ho iniziato a leggere questo libro senza grande entusiasmo. Amo il genere storico, ma non sempre il periodo medievale ha il potere di conquistarmi. Epoca barbara e piuttosto mortificante per le donne, pur offrendo grandi possibilità d'avventura, ma mi sono detta che non dovevo rinunciare alla lettura dopo poche pagine e così, pur non avendo grande entusiasmo per un protagonista come Reece Fitzroy, piuttosto timido con le donne e guidato più dall'ambizione che dall'amore, alla fine ho proseguito nella lettura.
La storia, che a onor del vero ben rappresenta la condizione della donna intesa semplicemente come un oggetto da utilizzare per accordi politici ed interessi. Tutto inizia durante un banchetto a corte, dove Reece nota una dama biondissima e silenziosa, seduta ad un tavolo. Contravvenendo alle regole del galateo, e alle sue stesse abitudini, la segue nei corridoi per rivolgerle la parola. A sorprenderli sono i terribili fratelli di lei, Damon e Benedict Delasaine, che aggrediscono il cavaliere e poi diffondono la voce che ha attentato all'onore della loro sorella, Anne.
Il Re, per sedare gli animi, in quanto i Delasaine sono imparentati con Eleonora, la regina, mentre i Fitzroy sono a lui fedeli, decide di far sposare i due giovani. Anne accetta il suo destino quasi felice, perché così si potrà sottrarre dalle violenze dei fratelli e potrà indurre il padre di Reece, famoso cavaliere, ad addestrare Piers il suo fratellino più piccolo, sottraendolo all'influenza dei suoi fratellastri.
A non accogliere bene la decisione del Re è Reece, che sa che un matrimonio con una Delasaine potrebbe compromettere la sua carriera a corte. Deciso a non consumare il matrimonio, anche se l'attrazione che prova per la giovane sposa è piuttosto forte, il suo seguito parte per fare ritorno al suo castello.
Il viaggio e poi il soggiorno tra le mura confortevoli di casa porteranno i due sempre più vicino fino al punto in cui Reece dovrà scegliere se conta di più la felicità accanto alla donna che ama o le ambizioni politiche.
Peccato che i fratelli di Anne sono decisi a sfruttare il legame matrimoniale per interessi politici, convinti di poter fare leva sulla sorella e soprattutto sul suo amore nei confronti del giovane Reece.
Nel suo complesso il romanzo non è male, anche se i due protagonisti sono piuttosto freddi e mossi a volte da considerazioni che, pur adattandosi perfettamente al periodo, non coinvolgono il lettore che resta alquanto distaccato nell'evoluzione della loro storia d'amore.
Interessante, comunque, la presenza anche di scena con altri personaggi che almeno cercano di smorzare la presenza ossessiva dei due protagonisti. Per il resto siamo difronte alla solita scrittura carente di particolari, quasi scarna di ambientazioni dove potremmo essere in Inghilterra come in qualsiasi angolo di mondo, se non fosse per i riferimenti storici, alquanto diluiti anche questi.
VOTO: 5
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