sabato 5 marzo 2016

LA ESCLAVA BLANCA - I SOFISMI DELLA LEGGE (Cap. 25)


Dopo una settimana di lontananza sono ripiombata in questo mondo particolare che è LA ESCLAVA BLANCA, produzione colombiana del canale Caracol, che da febbraio è in onda con notevole successo. Più ci addentriamo nella storia più mi lascio coinvolgere dalle vicende sentimentali, politiche, umane che questa mega-produzione racconta.


Victoria e Miguel, i due amanti tormentati dal destino, sono quanto mai lontani, ora che lui ha scoperto che lei è diventata la moglie di suo padre, come nei più classici e drammatici dei racconti. Lei è legata ad un marito che non ama, il quale, dopo la loro notte di nozze, si è allontanato da lei sempre di più. Il fatto che le pozioni di Milagros lo rendessero impotente lo ha reso insofferente nei riguardi di una moglie che in qualche modo spegne il suo desiderio. Il ritorno tra le braccia della sensuale Eugenia ha in qualche modo riacceso le sue speranze.


Intanto però tutto ruota intorno alla legge e al potere di Felipe Restrepo, che ho piacevolmente scoperto di aver già visto in un'altra produzione colombiana che mi aveva alquanto entusiasmato. Roberto Cano, qui nei panni dell'avvocato idealista e combattente, è talmente bravo ad entrare nella pelle dei personaggi che interpreta che nulla avevo colto di Martin Acero di LA DAMA DE TROYA. Se Felipe è il principe del foro grazie alla sua eloquenza, Martin Acero era il re dei silenzi assoluti, che riflettevano l'immensità del llano, uomo d'azione, più che di parola.


In #LA ESCLAVA BLANCA Felipe ha assunto la difesa di Miguel contro Jaime, il figlio del dottore, che ha provato ad ucciderlo e che ha confessato l'assassinio di Rosita. Tutto il venticinquesimo episodio è in realtà giocato proprio sullo scontro in tribunale, sui sofismi della legge, sull'abile lavoro di Restrepo che cerca di tirare fuori le sue carte vincenti.


Quando in tribunale Miguel compare come colui che ha denunciato Jaime, innegabile è lo stupore di tutti i personaggi, compreso il giudice, in quanto siamo in una fase particolarmente delicata della storia e agli schiavi, anche se liberti, non viene ancora riconosciuto il diritto di cittadini. Eppure, appellandosi alle nuove leggi, prima fra tutte quella de "La ley de los vientres", Felipe accusa Jaime di essere "un cacciatore di schiavi" e di aver ucciso molti di quelli che la legge era sul punto di liberare.


A testimonianza arrivano la cantante mulatta ed una liberta, e quando la loro parola viene ritenuta nulla, ecco il colpo di scena: Gabriel, il figlio del Generale, arriva a testimoniare contro Jaime. Le speranze di farlo condannare non sono tantissime, malgrado gli entusiasmi del gruppo di eroi, ma i cattivi si coalizzano e cercano di trovare un buon avvocato per difendere il figlio del medico. Ci riuscirà la sensuale Eugenia, andando direttamente da Alonso, il fratello buono di Gabriel, chiedendogli di difendere Jaime in nome di un'uguaglianza che non deve essere negata a nessuno.


E se le vicende legali predominano in questa puntata, splendidamente girata e recitata, il mio cuore si sta appassionando sempre di più a Trinidad e Remedios, i due amanti improbabili, eppure estremamente simili nella loro condizione di schiavitù, chi del proprio corpo, chi della propria razza.


Splendida la scena della spiaggia, dove i due si confidano quasi come amici e Trinidad, il dongiovanni, il rivoluzionario, appare sempre più turbato dal candore disarmante e dalla positività di Remedios. E adoro anche questa differenza di immagine dei due: lui bello come il sole, aitante come pochi, lei morbida e rassicurante come un frutto succoso. Bravissimi gli autori e anche la regista. Non avrei scommesso nulla su questa coppia ed ero convinta che Trinidad avrebbe fatto coppia con le bellissima Milagros. Al momento però sono sempre più in sintonia con loro.

Ed intanto Victoria è un po' in ombra, anche se ha deciso finalmente di ricorrere all'aiuto del prete che l'ha salvata dal Palenque perché si faccia giustizia. Dubito che ne avrà, visto che l'uomo si è mostrato incline al silenzio davanti alle minacce di Nicolás. Nel complesso puntata interessante, come al solito.


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