La storia di LA ESCLAVA BLANCA è un racconto corale, fatto di personaggi maschile coraggiosi, di spietati assassini, di donne coraggiose. Queste ultime sicuramente dominano quest'universo televisivo in maniera preponderante, malgrado splendide figure maschili che conquistano la scena, come il nostro eroe Miguel, ma anche il malinconico Tomas, il valoroso Felipe, il sognatore Gabriel.
Mentre seguivo con interesse il trentaquattresimo episodio della serie, notavo come le donne in qualche modo riuscissero a venire fuori in maniera preponderante. Non solo Victoria, che nella sua guerra personale contro Nicolás ha capito di dover cambiare strategia ed in qualche modo è diventata più mansueta in vista di un attacco frontale.
Eccoci alla coraggiosa Ana. La mia simpatia per lei è cresciuta pian piano. Mi era parsa una moglie che si concedeva simpatiche avventure alle spalle di un marito burbero, ma pian piano che la storia è andata avanti, è emersa come una donna vessata ed infelice, terrorizzata da un despota che si è ritagliata e rubata pochi momenti di felicità.
Ana ha rischiato la sua vita per salvare Marco, lo schiavo torturato dal marito pur di avere il nome dei leader della causa nera. Con un braccio al collo e la consapevolezza che le ritorsioni sarebbero arrivate, Ana non si tira indietro e pur non essendosi ribellata fino a questo momento, compie l'atto eroico per eccellenza, rischiando tutto, anche la sua vita, pur di permettere a Marco di fuggire e portare con sé la notizia che dietro agli omicidi dei "libertos" c'è proprio suo marito.
Inevitabile la punizione terribile, risparmiataci per pietà dalla regista, ma ben espressa dall'espressione di sgomento della domestica che ascolta i sussulti di Ana, ridotta in fin di vita.
Dall'altro lato del paese, eccoci a Catalina, la dolce e colta sorella di Restrepos, piena di ideali come il fratello, spalla insostituibile, creatura agguerrita e allo stesso tempo rassicurante. Felipe non sarebbe l'uomo che conosciamo se Catalina non ci fosse e quando l'uomo la ritrova, atterrita per le minacce, è come paralizzato dalla paura.
Catalina però non teme per la sua vita e il timore è tutto legato a lui, a quello che gli potrebbe succedere se non dovessero lasciare Santa Marta. Felipe prende la decisione di continuare la sua guerra, ma di mandare via la sorella, lontano e al sicuro, ma ormai la guerra è scoppiata e lei è il punto debole di Restrepo. Tutti lo sanno e sono convinta che sarà colei che subirà il danno maggiore.
Intanto la guerra silenziosa di Isabelita ottiene la sua ricompensa e Nicolás decide di liberare Miguel. Il coraggio e la forza della ragazzina in qualche modo conquistano anche Gabriel, che si rende conto che in lei, malgrado le sue stranezze, c'è una determinazione e la forza di una leonessa. Cuore puro quello di Isabelita, scevro di pregiudizi.
E nel frattempo anche le altre donne scendono sul piede di guerra, come Eugenia, resasi conto che la seduzione non ha avuto la meglio sul cuore arido di Nicolás. L'uomo infatti si è rifiutato di aiutarla e la donna ha deciso di utilizzare il suo punto debole, ovvero la moglie, per colpirlo. Sono curiosa di vedere come procederà.
E la causa è sostenuta anche dalle altre schiave del EDEN, come Gracia, che utilizza il suo fascino per sedurre uno degli uomini di Damian e riesce a ricavare notizie importanti per Miguel, subito spedite poi a Felipe.
Le donne si muovono silenziose o chiassose, attente o impulsive, ma dominano la scena di questa storia dall'inizio alla fine.
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